venerdì, Gennaio 31, 2025
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Insight è su Marte!

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Ore 20.56: InSight ha inviato la prima foto da Marte, sembra che tutti i sistemi funzionino correttamente dopo l’atterraggio.

I controllori di missione della NASA-JPL hanno ricevuto un segnale dal lander InSight dalla superficie di Marte tramite MarCO un segnale acustico dalla radio X-Band di InSight. Nelle prossime ore, gli ingegneri controlleranno la salute della nave spaziale.

Ore 20.54: Touch down confirmed! InSight è su Marte. InSight ha comunicato: “Do it!”

Ore 20.47: InSight ha iniziato la sua fase di ingresso, discesa e atterraggio su Marte. Entro sette minuti dall’entrata nell’atmosfera, si prevede che il veicolo spaziale dispieghi il suo paracadute, separato dal suo scudo termico, aprendo le sue gambe di atterraggio, accendendo il suo radar di atterraggio e accendendo i suoi retrorazzi mentre si separa dal suo guscio posteriore. Il touchdown è previsto verso le 20:54

Ore 20.46: I CubeSat nello spazio profondo – Mars Cube One A e B – hanno iniziato a trasmettere le comunicazioni dalla navicella InSight mentre atterra su Marte. Le trasmissioni dei Marco possono essere interrotte durante il processo di atterraggio, ma i loro segnali non influiscono sul fatto che InSight completi le sue attività.

Ore 20.40: Il lander InSight si è separato dal palco dal sistema di navigazione. Sta ora girando per orientare il suo scudo termico in preparazione delle fasi di di entrata, discesa e atterraggio su Marte.

Ore 20.00: I controllori della missione del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California, hanno completato gli aggiustamenti finali per l’atterraggio della navicella InSight della NASA su Marte. L’ingresso atmosferico è previsto intorno alle 20:47, il touchdown, circa sette minuti più tardi

Oggi, 26 novembre 2018, la navicella spaziale InSight della NASA entrerà nell’atmosfera di Marte e tenterà di posizionare delicatamente un lander sulla superficie del Pianeta Rosso in un tempo inferiore a quello necessario per far bollire un uovo. Il team che guida le fasi di ingresso, discesa e atterraggio (EDL) di InSight, ha sede presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California, insieme ad un’altra parte del team posizionata al Lockheed Martin Space di Denver, ha pre-programmato la navicella per eseguire una sequenza specifica di attività per renderlo possibile. A causa della distanza tra Marte e la Terra, non sarà possibile effettuare interventi durante la fase di discesa della sonda e tutto sarà nelle mani del software che guida la navicella secondo il programma preinstallato.

Quello che segue è un elenco delle fasi che il veicolo spaziale, dovrà completare, assumendo che tutto vada esattamente come pianificato e che gli ingegneri della NASA non apportino modifiche dell’ultimo minuto nelle ore precedenti lo sbarco. L’andamento delle fasi di atterraggio saranno comunicate a Terra solo se la navicella spaziale Mars Cube One (MarCO), un minisatellite per telecomunicazioni giunto su Marte insieme ad InSight, fornirà un affidabile relè di comunicazione da InSight alla Terra. Il principale percorso di comunicazione per i dati ingegneristici di InSight durante il processo di atterraggio è il Mars Reconnaissance Orbiter della NASA e il Mars Odyssey. Le informzioni trasmesse da queste sonde saranno disponibili solo diverse ore dopo l’atterraggio.

Se tutto va bene, MarCO impiegherà alcuni secondi per ricevere e formattare i dati prima di inviarli sulla Terra alla velocità della luce. Il tempo necessario affinchè un segnale radio attraversi la distanza tra Marte è la Terra è oggi di otto minuti e sette secondi. Di seguito sono elencati i vari step dell’atterraggio con l’ora prevista per la confermq dell’esito dell’attività.

  • 11:40 PST (14:40 EST) – Separazione dal palco di crociera che ha portato la missione su Marte
  • 11:41 PST (14:41 EST) – Rotazione per orientare correttamente il veicolo spaziale per l’ingresso nell’atmosfera
  • 11:47 PST (14:47 EST) – Ingresso atmosferico a circa 12.300 mph (19.800 km/h), inizio della fase di ingresso, discesa e atterraggio
  • 11:49 PST (14:49 EST) – Il picco di riscaldamento dello schermo termico di protezione raggiunge circa 2.700 ° F (circa 1.500 ° C)
  • 15 secondi dopo: decelerazione del picco, con il riscaldamento intenso che causa possibili interruzioni temporanee nei segnali radio
  • 11:51 am PST (14:51 EST) – Distribuzione del paracadute
  • 15 secondi dopo – Separazione dallo scudo termico
  • 10 secondi dopo: distribuzione delle tre gambe del lander
  • 11:52 PST (14:52 EST) – Attivazione del radar che rileva la distanza dal suolo
  • 11:53 am PST (2:53 pm EST) – Prima acquisizione del segnale radar
  • 20 secondi dopo – Separazione dal guscio posteriore e dal paracadute
  • 0,5 secondi dopo – I retrorazzi, o motori di discesa, si accendono
  • 2,5 secondi dopo – Inizio della “svolta gravitazionale” per portare il lander nell’orientamento corretto per l’atterraggio
  • 22 secondi dopo – InSight inizia a rallentare a una velocità costante (da 17 mph a 5 miglia orarie costanti, o da 27 km / ha 8 km / h) per il suo atterraggio morbido
  • 11:54 PST (14:54 EST) – Atteso atterraggio sulla superficie di Marte
  • 12:01 PST (15:01 EST) – “Beep” dalla radio X-Band di InSight direttamente sulla Terra, che indica che InSight è vivo e funziona sulla superficie di Marte
  • Non prima delle 12:04 PST (3:04 pm EST), ma probabilmente il giorno successivo – Prima immagine di InSight sulla superficie di Marte
  • Non prima di 17:35 PST (20:35 EST) – Conferma da InSight tramite l’orbiter Mars Odyssey della NASA che gli array solari di InSight hanno dispiegato

Un certo numero di partner europei, incluso il Centre National d’Études Spatiales (CNES) e il Centro aerospaziale tedesco (DLR), stanno supportando la missione InSight. Il CNES ha fornito lo strumento Seismic Experiment for Interior StructureSEIS ), con contributi significativi dall’Istituto Max Planck per la ricerca sul sistema solare (MPS) in Germania, l’Istituto svizzero di tecnologia (ETH) in Svizzera, l’Imperial College e l’Università di Oxford negli Stati Uniti Kingdom e JPL. La DLR ha fornito lo strumento Heat Flow e Physical Properties Package ( HP 3 ), con contributi significativi del Centro di ricerca spaziale (CBK) dell’Accademia delle scienze polacca e di Astronika in Polonia. Il Centro di Astrobiologia spagnolo (CAB) ha fornito i sensori del vento.

L’entrata, la discesa e l’atterraggio (EDL) iniziano quando l’astronave raggiunge l’atmosfera marziana, circa 80 miglia (circa 128 chilometri) sopra la superficie, e termina con il lander, si spera sano e salvo, sulla superficie di Marte sei minuti dopo.

Per InSight, questa fase include una combinazione di tecnologie ereditate dalle passate missioni Mars della NASA come Phoenix Mars Lander. Questo sistema di atterraggio pesa meno degli airbag utilizzati per i rover gemelli o la speciale gru utilizzata dal Mars Science Laboratory. L’hardware di atterraggio meno pesante ha permesso di posizionare su InSight un più elevato numero di strumenti scientifici.

Rispetto a Phoenix, tuttavia, l’atterraggio di InSight presenta quattro ulteriori sfide:

  • InSight entra nell’atmosfera a una velocità inferiore – 12.300 miglia all’ora (5,5 chilometri al secondo) contro 12.500 miglia all’ora (5,6 chilometri al secondo).
  • InSight ha più massa che entra nell’atmosfera – circa 1.340 libbre (608 chilogrammi) contro 1.263 libbre (573 chilogrammi).
  • InSight atterra ad un’altezza di circa 4.900 piedi (1.5 chilometri) più alta di Phoenix, quindi ha meno atmosfera da usare per la decelerazione.
  • InSight atterra durante l’autunno dell’emisfero settentrionale su Marte, quando si sa che le tempeste di sabbia sono cresciute in proporzioni globali in alcuni anni precedenti.

Alcune delle modifiche al sistema di ingresso, discesa e atterraggio di InSight, rispetto a quello utilizzato da Phoenix, sono:

  • InSight utilizza uno scudo termico più spesso, in parte per gestire la possibilità di essere colpito da una tempesta di sabbia.
  • Le sospensioni del paracadute di InSight utilizzano materiale più resistente.

La sequenza di ingresso, discesa e atterraggio si divide in tre parti:

  • Entrata – La navicella è controllata da piccoli razzi durante la discesa attraverso l’atmosfera marziana, verso la superficie.
  • Paracadute Discesa – La navicella InSight rallenta con un grande paracadute, scarica il suo scudo termico e estende le sue tre gambe per assorbire l’urto con il terreno.
  • Discesa a motore – Una volta che il lander si separa dallo scudo termico e dal paracadute, i 12 motori di discesa del lander si accendono e il software di guida a bordo rallenta il veicolo spaziale fino al touchdown.

Come la NASA saprà quando InSight toccherà il suolo

L'immagine mostra i dati di inoltro di MarCO CubeSats
Questa immagine mostra i dati di trasmissione MarCO CubeSats dal lander InSight della NASA mentre entra nell’atmosfera di Marte.
Crediti: NASA / JPL-Caltech

Qual è il suono di un touchdown su Marte?

Se sei al Jet Propulsion Laboratory della NASA, sembra di aver vinto il Super Bowl: acclamazioni, risate e un sacco di urla.

Ma nei minuti precedenti, il team InSight della NASA monitorerà i segnali radio del lander Mars utilizzando una varietà di veicoli spaziali – e persino radiotelescopi qui sulla Terra – per scoprire cosa sta succedendo a 91 milioni di miglia (146 milioni di km) di distanza.

Poiché questi segnali vengono catturati da diversi veicoli spaziali, vengono trasmessi alla Terra in modi diversi e in momenti diversi. Ciò significa che il team di missione può sapere subito quando InSight toccherà o potrebbero dover attendere fino a diverse ore.

Ecco come la NASA ascolterà per il prossimo sbarco su Marte il 26 novembre.

Radio Telescopi

Mentre il lander InSight scende nell’atmosfera di Marte, trasmetterà semplici segnali radio chiamati “toni” sulla Terra. Gli ingegneri si sintonizzeranno da due postazioni: l’Osservatorio Green Bank della National Science Foundation a Green Bank, West Virginia e l’istituto Max Planck per la radioastronomia di Effelsberg, in Germania. I loro risultati saranno trasmessi a Mission Control presso JPL e agli ingegneri di Lockheed Martin Space a Denver.

Questi toni non rivelano molte informazioni, ma i tecnici della radio possono interpretarli per tenere traccia degli eventi chiave durante l’ingresso, la discesa e l’atterraggio (EDL) di InSight. Ad esempio, quando InSight distribuisce il proprio paracadute, uno spostamento di velocità modifica la frequenza del segnale. Questo è causato da quello che viene chiamato effetto Doppler, che è la stessa cosa che si verifica quando si sente una sirena cambiare di tono mentre passa un’ambulanza. Cercare segnali come questi consentirà al team di sapere come sta procedendo l’EDL di InSight.

Mars Cube One (MarCO)

Due veicoli spaziali di dimensioni valigie volano dietro InSight e tenteranno di trasmettere i suoi segnali sulla Terra. Appartenendo a una classe di veicoli spaziali chiamata CubeSat, i Marco sono stati testati come mezzo per future missioni per inviare dati a casa durante l’EDL.

I Marco sono tecnologia sperimentale. Ma se funzionano come dovrebbero, la coppia trasmetterà l’intera storia di EDL mentre si sta svolgendo. Ciò potrebbe includere un’immagine di InSight della superficie di Marte subito dopo che il lander ha toccato terra.

Intuizione

Dopo averlo toccato, InSight essenzialmente urlerà: “L’ho fatto!” Sette minuti dopo, la navicella lo dirà di nuovo – ma un po’ più forte e più chiaro.

La prima volta, comunicherà con un segnale acustico che i radiotelescopi cercheranno di rilevare. La seconda volta, invierà un “bip” dalla sua più potente antenna a banda X, che ora dovrebbe essere puntata verso la Terra. Questo segnale acustico include un po’ più di informazioni e arriverà solo se il veicolo spaziale sano e salvo. Se la Deep Space Network della NASA riceve questo segnale acustico, sarà il segno che InSight è sopravvissuto all’atterraggio. Gli ingegneri dovranno aspettare fino a prima serata per scoprire se il lander ha spiegato con successo i suoi pannelli solari.

Mars Reconnaissance Orbiter (MRO)

Oltre a MarCO CubeSats, la MRO della NASA sorvolerà Marte, registrando i dati di InSight durante la discesa.

MRO manterrà i dati che registra durante l’EDL mentre scompare sopra l’orizzonte marziano. Quando torna dall’altra parte, riprodurrà i dati che gli ingegneri dovranno studiare. Entro le 15:00 PST (6 pm EST), dovrebbero essere in grado di mettere insieme la registrazione di MRO dell’atterraggio.

La registrazione di MRO è simile alla scatola nera di un aereo, il che significa che potrebbe anche rivelarsi importante se InSight non viene toccato correttamente.

2001 Mars Odyssey

Il veicolo spaziale a vita più lunga della NASA su Marte trasmetterà anche i dati dopo che InSight ha toccato terra. Odyssey trasmetterà l’intera storia della discesa di InSight su Marte, oltre a un paio di immagini. Trasmetterà anche la conferma che gli array solari di InSight, che sono vitali per la sopravvivenza della nave spaziale, sono completamente schierati. Gli ingegneri avranno questi dati poco prima delle 17:30 PST (8:30 pm EST).

Odyssey servirà anche come relay di dati per InSight durante le operazioni di superficie, insieme a MRO, Mars Atmosphere della NASA e missione Volatile Evolution (MAVEN) e Trace Gas Orbiter dell’Agenzia spaziale europea.

È il giorno di InSight. Oggi la sonda scenderà su Marte: la sequenza di atterraggio e lo streaming in diretta della NASA

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C’è una grande attesa per la discesa verso la superficie di Marte del lander della NASA InSight, un’attesa che non c’era negli anni scorsi quando scesero su Marte i rover Spirit, Opportunity e Curiosity. La ragione di questo rinnovato interesse dell’opinione pubblica verso l’esplorazione spaziale sta, probabilmente, nella spettacolarizzazione dei lanci iniziata con SpaceX dell’istrionico Elon Musk, strategia cui si sono rapidamente adeguate le agenzie spaziali. Ricordiamo tutti, lo scorso anno, la diretta dell’ESA per lo sfortunato tentativo di discesa del lander Schiaparelli e la grande folla radunatasi a Cape Canaveral lo scorso febbraio in occasione del lancio inaugurale del falcon Heavy si SpaceX.

Nel frattempo si sono aggiunte notizie come quella della scoperta di acqua liquida nelle profondità del polo sud di Marte o l’individuazione di precursori organici nel suolo che hanno stuzzicato l fantasia e la curiosità della gente.

Anche per questo motivo, oggi nella sala operativa della NASA da cui viene gestita la missione InSight trapela grande nervosismo. L’attenzione generale è puntata sul lander che esplorerà il sottosuolo di Marte come per nessun’altra missione prima e sono tantissime le cose che porebbero ancora andare male.

La NASA trasmetterà le fasi finali dell’atterraggio in diretta streaming sui suoi canali. Per chi fosse interessato, da questa pagina potrete assistere dalle 20.00 alle fasi prima dell’ingresso in atmosfera.

https://www.youtube.com/NASAJPL/live

 

Circa un terzo delle missioni indirizzate verso Marte non sono sopravvissute al tentativo di atterraggio. Gli ingegneri aerospaziali considerano l’atterraggio su Marte una delle più grandi sfide del sistema solare.

Occorrono migliaia di passaggi per passare dall’orbita bassa di Marte al suolo, attraversando l’atmosfera e in ognuno di questi step può andare male qualcosa che potrebbe far fallire la missione“, ha dichiarato Rob Manning, l’ingegnere capo del Jet Propulsion Laboratory della NASA.

Il lander inizierà ufficialmente la sua discesa su Marte alle 20.40 e atterrerà alle 20:54.

Ecco, minuto per minuto,  le fasi più più importanti della sequenza di atterraggio di InSight:

20:40 UTC: Il lander InSight, protetto da una capsula d’ingresso, si separa dalla navicella che lo ha portato su Marte.

20:41 UTC: La capsula di ingresso si orienta per l’ingresso in atmosfera con la giusta angolazione – circa 12 gradi rispetto alla superficie.

20:47 UTC: La capsula inizia a solcare i primi strati dell’atmosfera marziana a poco meno di 20.000 Km/h.

20:49 UTC: Lo scudo termico protettivo della sonda raggiunge la sua temperatura massima di circa 1.500 gradi Celsius. Una temperatura sufficiente a sciogliere l’acciaio.

15 secondi dopo: InSight rallenta rapidamente. L’intenso calore causato dall’attrito in questa fase potrebbe causare un blackout temporaneo delle comunicazioni radio.

20:51 UTC: InSight dispiega il suo paracadute supersonico.

15 secondi dopo: sei cariche esplosive liberano la sonda dallo scudo termico.

10 secondi dopo: le tre gambe di InSight escono dagli alloggiamenti e si preparano per sostenere l’atterraggio.

20:52 UTC: Un radar di atterraggio si accende per misurare costantemente la distanza di InSight dal suolo.

20:53 UTC: i primi segnali radar vengono ricevuti ed elaborati dal software di controllo, aiutando InSight a modificare il suo assetto e adattarlo per l’atterraggio.

20 secondi dopo: InSight si stacca dal guscio posteriore e dal paracadute, quindi inizia a scendere in caduta libera.

Mezzo secondo dopo: i retrorazzi del lander (o motori di discesa) si accendono.

2,5 secondi dopo: il robot usa i suoi retrorazzi per orientarsi per l’atterraggio.

22 secondi dopo: la sonda raggiunge la velocità di arrivo di 8 Km/h.

20:54 UTC: Touchdown! InSight raggiunge la superficie di Marte.

21:01 UTC: Il segnale “Sono vivo e vegeto” trasmesso dal sistema radio di InSight raggiunge la Terra.

20:04 UTC (anche se forse molte ore dopo): InSight scatta la sua prima foto sulla superficie di Marte.

20:35 UTC: l’orbiter Mars Odyssey della NASA conferma che i pannelli solari di InSight si sono spiegati: la missione di InSight può cominciare.

Starship (ex FBS): SpaceX chiede alla FCC una licenza per voli sperimentali per i prossimi due anni

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SpaceX ha presentato una domanda di licenza alla Federal Communications Commission per coprire i test di volo di quello che potrebbe essere il veicolo di lancio della prossima generazione, presso il sito di lancio della società nel sud del Texas.

La  richiesta, datata 19 novembre e pubblicata su un database FCC accessibile al pubblico il 21 novembre, cerca una licenza di comunicazione sperimentale per coprire le trasmissioni da e verso un veicolo fuoristrada non specificato, un veicolo di atterraggio verticale (VTVL) che la compagnia intende far volare sul suo sito di lancio in costruzione sulla costa del Golfo del Messico vicino a Brownsville, in Texas.

Durante i test, il veicolo “decollerà, salirà verticalmente a bassa quota e poi tornerà al suo punto di atterraggio originale“, secondo la descrizione allegata all’applicazione. SpaceX non ha risposto a richieste di commento sulla domanda di licenza FCC il 23 novembre.

SpaceX sta progettando i test di bassa e alta quota del veicolo. Durante i test a bassa quota, che si svolgeranno tre volte alla settimana, il veicolo salirà a non più di 500 metri di quota per voli della durata di circa 100 secondi. I test ad alta quota, che si svolgeranno settimanalmente, vedranno il veicolo salire a quote fino a 5000 metri per voli di durata fino a sei minuti.

L’applicazione non nomina il veicolo o fornisce altri dettagli tecnici a riguardo. Tuttavia, per l’identificazione di questo veicolo il candidato principale sembra essere lo stadio superiore, o Starship, del veicolo di prossima generazione di SpaceX. In pratica, dovrebbe essere quello che fino a pochi giorni fa era conosciuto come BFS, ovvero la porzione superiore del veicolo di lancio riutilizzabile di prossima generazione di SpaceX, ufficialmente conosciuto fino all’inizio di questa settimana come Big Falcon Rocket o BFR. In una serie di tweet del 19 novembre, l’amministratore delegato di SpaceX, Elon Musk ha annunciato che la parte superiore del BFR, d’ora in poi sarà chiamata Starship, mentre la parte inferiore, il lanciatore, sarà chiamato Super Heavy.

Musk e altri funzionari di SpaceX avevano, in precedenza, affermato che i test iniziali di “lancio” di ciò che ora viene chiamato Starship sarebbero iniziati alla fine del 2019 nel sito del Texas meridionale. Nella richiesta non è specificato quando inizieranno i voli di test, ma la società ha dichiarato di aspettarsi di aver bisogno della licenza sperimentale per due anni.

Se si trattasse davvero di una versione sperimentale della Starship, i test pianificati sembrano ricalcare le orme dello sviluppo, da parte della compagnia di Musk, della versione del razzo Falcon 9 in grado di atterrare ed essere riutilizzato. Due veicoli di sviluppo, denominati Grasshopper e F9R Dev, basati sul primo stadio del Falcon 9, effettuarono una serie di voli di prova a bassa quota presso l’impianto di collaudo della società a Mcgregor, in Texas. Questi test, che si conclusero con la perdita del veicolo F9R Dev durante un volo dell’agosto 2014, dimostrarono la capacità del veicolo di effettuare atterraggi sfruttando i motori, consentendo l’atterraggio ed il recupero del primo stadio del Falcon 9 dal dicembre 2015.

Anche per i test del Grasshopper e dell’F9R Dev, fu richiesto un permesso sperimentale all’Amministrazione federale per l’aviazione, una versione semplificata di una licenza di lancio destinata ai test suborbitali dei veicoli riutilizzabili.

Rogozin mette benzina sul fuoco delle teorie complottiste sul falso sbarco lunare

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Negli ultimi anni, soprattutto nel mondo occidentale, si è registrata, sopratutto grazie ai siti web improntati sulla scandalistica o sulle teorie cospirative, una crescita della popolarità di svariate tipologie di ipotesi cospirative. Adesso, una dichiarazione, forse improvvida, del capo dell’agenzia spaziale russa ROSCOSMOS, sta sicuramente gettando benzina sul fuoco di una delle ipotesi di complotto più datate e diffuse: quella del presunto falso sbarco sulla Luna.

Ma, esattamente, cosa è successo? Per come vengono presentate le cose il un breve filmato diffuso su You Tube, Dmitry Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, avrebbe dichiarato, in un video pubblicato su Twitter, che la Russia verificherà se gli Stati Uniti sono effettivamente andati sulla luna; la notizia è stata ripresa anche dall’agenzia di stampa Associated Press.

Ci siamo posti l’obiettivo di volare sulla Luna e verificare se ci sono stati o no“, dice Rogozin nel video, rispondendo ad una domanda esplicita.

Va ricordato che gli Stati Uniti, infatti, sono arrivati sulla luna nel 1969 ma che numerose teorie cospirative affermano che si trattò di un falso con filmati e foto realizzati in un apposito studio. A questo proposito, va, però, anche ricordato che, all’epoca, la Russia (all’epoca Unione Sovietica, ndr) aveva diversi satelliti in orbita lunare con i quali monitorò le missioni Apollo. La NASA, per le missioni successive all’Apollo 11, comunicò preventivamente traiettorie, orbite e siti di atterraggio delle missioni, fatto che i complottisti non amano molto ricordare, per permettere agli appassionati di seguire da terra le missioni. Esistono anche diverse prove indipendenti degli allunaggi delle missioni NASA e sono fotografie riprese da satelliti messi in orbita lunare da ESA, JAXA, dall’agenzia spaziale cinese e dalla stessa Russia, per non parlare delle immagini inviate dalla sonda della NASA  Lunar Reconnaissance Orbiter, gestito però dalla NASA.

Nel 2008, la sonda lunare SELENE della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) scattò numerose fotografie che mostrano tracce degli allunaggi.

Nel gennaio del 2009 anche la sonda Chandrayaan-1 dell’Agenzia Spaziale Indiana ha fotografato il sito dell’allunaggio dell’Apollo 15, confermando la presenza sulla superficie lunare dell’alone generato dai gas di scarico del modulo di atterraggio della missione statunitense rilevato dalle foto della sonda giapponese SELENE.

I sovietici monitorarono le missioni presso lo Space Transmissions Corps che era “equipaggiato con le migliori tecnologie per la sorveglianza e la raccolta di informazioni”.

Le missioni furono tracciate dai radar di molte nazioni nel tragitto verso e dalla Luna.

In Australia, l’Honeysuckle Creek Tracking Station monitorò le trasmissioni dall’Apollo, e in particolare:

A dire la verità, osservando bene il filmato, Rogozin appare piuttosto divertito dalla domanda sul fatto se l’atterraggio americano fosse effettivamente avvenuto e accompagna la sua risposta sorridendo e scrollando le spalle.

Detto questo, bisogna ricordare anche che il programma lunare sovietico fu chiuso a metà degli anni ’70 e che la Russia, attualmente, sembra tutt’altro che pronta all’invio di nuove missioni, con equipaggio o senza, verso il nostro satellite anche se, i recenti test con un lanciatore più potente potrebbero essere premonitori dell’intenzione russa di tornare a lanciare missioni oltre l’orbita bassa.

Resta che si sta ormai scatenando una nuova corsa alla Luna, da parte delle grandi potenze, e che, presto, l’uomo tornerà sulla Luna, stavolta spinto più da motivazioni economiche che dal prestigio nazionale.

Apep: ingiustificate le paure di essere colpiti da un lampo di raggi gamma. Ecco perchè

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Pochi giorni fa, abbiamo parlato di Apep, una coppia di stelle binarie di cui una sarebbe pronta ad esplodere in supernova in tempi relativamente brevi. Diversi siti, tra scandalistici e cospirazionisti, hanno ripreso la notizia lanciando l’allarme per il pericolo rappresentato da un’esplosione stellare in grado di generare un lampo di raggi gamma che, investendo il nostro pianeta, potrebbe addirittura sterilizzarlo.

In realtà, non c’è niente di cui preoccuparsi. Apep non sta puntando su di noi le sue emissioni, quindi non potremmo essere raggiunti dal pericoloso getto di raggi gamma che potrebbe emettere quando esploderà trasformandosi in una nova. Secondo i modelli elaborati l’eventuale emissione di raggi gamma avrebbe un angolo di  oltre 30 gradi rispetto al nostro punto di vista.

Inoltre, la stella in questione si trova a circa 8.000 anni luce da noi, troppo lontano perché un’emissione gamma partita da lì possa provocare danni sulla Terra. Al momento, gli astronomi escludono che vi siano stelle in procinto di esplodere abbastanza vicine da poterci danneggiare.

Certo, un lampo di raggi gamma che venisse emesso in un raggio di 50 anni luce dal nostro pianeta e fosse diretto dritto verso di noi causerebbe effetti significativi su un pianeta come il nostro.

Fortunatamente non è il nostro caso. Siamo troppo lontani e non siamo nemmeno sulla linea di emissione di un eventuale futuro GRB. Non è neanche sicuro che quella stessa emetterà un GRB e, anche dovesse accadere, è stato chiaramente spiegato che “prossima ad esplodere” può significare qualsiasi momento a partire da qualche centinaio di anni fino a qualche decina di migliaia nel futuro.

Ma cosa accadrebbe ad un pianeta che si trovasse sulla linea di un lampo di raggi gamma ad una distanza inferiore ai 50 anni luce?

Proviamo a spiegarlo: i raggi gamma in sé sono innocui in quanto non riescono a penetrare nell’atmosfera, questo perché la nostra atmosfera costituisce una protezione equivalente a circa 10 metri di spessore di acqua. I raggi gamma, però, possono scivolare sulla nostra atmosfera fino a raggiungere lo strato di ozono e distruggerlo, rimuovendone la protezione. Cioè, assumendo che stiamo parlando di un pianeta simile al nostro, con ossigeno e uno strato di ozono. Come risultato, si avrebbe un aumento notevole dei raggi UV per un certo numero di anni a causa della rimozione della protezione dell’ozono.

A questo punto, la radiazione cosmica, particelle cariche e il gas che si muove rapidamente nel fascio di raggi gamma, pur senza riuscire, se non in minima parte, a raggiungere la superficie del pianeta, agirebbe sui gas dell’atmosfera superiore, creando muoni, elettroni pesanti. Gli elettroni pesanti, questi si, arriverebbero fino alla superficie del pianeta e potrebbero causare un incremento dei tumori a causa delle mutazioni che possono provocare nel DNA.

Nonostante ciò, esistono alcuni animali che non si ammalano di tumore se non in una percentuale minima. Ad esempio, gli elefanti, pur vivendo molto a lungo, solo nel 5% di loro si sviluppano tumori, hanno una difesa naturale contro le alterazioni tumorali delle loro cellule. Allo stesso modo, sembra impossibile indurre i tumori in alcune specie di balene mentre, al contrario, i topi sembrano avere un’inclinazione particolare per i tumori ma, anche tra loro, i ratti talpa sembrano assolutamente esenti da questo tipo di patologia.

Insomma, tra gli abitanti di questo pianeta colpito dal fascio di particelle trasportato dal GRB, molti morirebbero ma alcuni sopravvivrebbero. A meno di non essere tanto vicini alla sorgente di emissione del GRB da essere investiti dal massimo della potenza del fascio di radiazioni.

Insomma, secondo gli esperti, è improbabile che un pianeta possa venire sterilizzato da un fascio di radiazioni trasportato da un GRB.

Che cosa sappiamo di questa stella?

Innanzitutto, questa è una foto reale del sistema Apep, non una rappresentazione artistica.

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La “stella” più luminosa sono, in realtà, due stelle, L’altra stella che si vede è una terza compagna che orbita a grande distanza. Una delle due stelle centrali sta per collassare e trasformarsi in una supernova.

La nebulosa serpentiforme che si protende dalla stella centrale è composta da gas e polvere. Il gas si sta muovendo molto velocemente, circa 3.400 chilometri al secondo.

La polvere si muove molto più lentamente, solo 570 km/sec.

Questa strana situazione è dovuta al fatto che che la stella emette venti molto veloci dai suoi poli e venti lenti dal suo equatore.

Quello che pensiamo stia accadendo è che il gas espulso dall’equatore della stella venga influenzato dalla seconda stella che orbita su un altro piano e devia il gas nel modo che osserviamo. Ecco una simulazione che rappresenta abbastanza bene l’effetto a girandola:

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Questa l’immagine ripresa dalle osservazioni telescopiche:

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La simulazione ci assicura che l’eventuale emissione di un Gamma Ray Burst non punterebbe verso di noi.

La rapipda rotazione della stella più grande ci dice che quando finirà il carburante e la stella inizierà a collassare in un buco nero, i poli collasseranno per primi.

Una stella che non gira così velocemente dovrebbe collassare come una normale supernova. In questo caso, invece, la velocissima rotazione della stella farà in modo che i poli collasseranno per primi innescando uno scoppio di raggi gamma lungo l’asse che attraversa i poli.

Gli astronomi pensavano che l’esistenza di una stella del genere fosse improbabile nella nostra galassia perché le stelle della nostra galassia presentano molti elementi pesanti. Gli elementi pesanti, scorrendo nel gas che fuoriesce dalla stella, le porterebbero via molto slancio angolare e la rallenterebbero. E, per quanto abbiamo osservato finora, quasi tutte le esplosioni di raggi gamma provengono da galassie con stelle prevalentemente giovani, quasi prive di elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio.

Ma Apep, anche se è composta da molti elementi pesanti, sta ancora girando molto velocemente, abbastanza velocemente per generare un lampo di raggi gamma. È strano, ma potrebbe dipendere da una terza stella che già si è fusa con quella più grande e veloce.

Qualunque sia la ragione, stiamo parlando di un sistema molto insolito, che costituisce una vera sorpresa per gli astronomi che non si aspettavano minimamente la sua esistenza.

Queste stelle dette “Wolf-Rayet“, molto giovani ma molto massicce, sono rare, sono solo poche centinaia quelle conosciute nella nostra galassia. È sorprendente trovarne due in orbita una attorno all’altra. E una di loro, probabilmente, deriva dalla fusione di due stelle, cosa ancora più rara.

Questo complicato scenario potrebbe configurare per gli astronomi un nuovo modo, mai considerato prima, per cui si generano esplosioni di raggi gamma in una galassia ricca di elementi pesanti come la nostra.

Le galassie molto giovani sono costituite solo di idrogeno ed elio e un po ‘di litio. Tutti gli altri elementi vengono generati dalle stelle attraverso la fusione nucleare o, in alcuni casi, durante esplosioni di supernova. Ogni elemento del nostro corpo, eccetto l’idrogeno, è stato generato in un’antica stella, collassata in una supernova miliardi di anni fa, molto prima che il nostro sole nascesse.

La Cina ha lanciato altri due satelliti della costellazione Beidou. Tutto pronto per la missione lunare Chang’e-4

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Il 18 novembre la Cina ha lanciato un Long March 3B potenziato con uno stadio superiore Yuanzheng-1, dal centro di lancio Xichang nel sud-ovest della Cina, inviando in orbita due satelliti Beidou in orbita media a circa 21.500 chilometri di altitudine.

Il successo del lancio è stato confermato dalla China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC), l’appaltatore principale del programma spaziale, poco più di quattro ore dopo il lancio.

Questo lancio dimostra che la Cina è pronta per la missione lunare Chang’e-4, che tenterà di fare allunare un lander sul lato nascosto della Luna. Il lancio di questa missione è previsto per il 7 dicembre.

I due satelliti Beidou-3 lanciati il 18 novembre sono il 42° e il 43° lanciati della costellazione Beidou, il sistema cinese di cronometraggio di precisione e navigazione GPS. Durante il biennio 2019 – 2020, la Cina intende lanciare altri sei satelliti Beidou-3 in orbita media. La Cina nel 2018 ha effettuato nove lanci di satelliti Beidou, portando il totale a 35 satelliti attivi, con la copertura GNSS globale prevista per il 2020, con 27 satelliti in MEO, cinque in GEO e altri tre in orbite GEO inclinate.

Oltre agli usi civili per la navigazione e il posizionamento, Beidou fornirà anche servizi per l’Esercito popolare di liberazione, superando la dipendenza militare cinese dal GPS.

Il 19 novembre la Cina ha lanciato un altro Long March da Jiuquan nel nord-ovest del paese, portando in orbita due satelliti per l’osservazione della Terra per conto dell’Arabia Saudita.

La missione di Chang’e-4

Il successo del 18 dicembre significa che la Cina effettuerà regolarmente il lancio della missione lunare Chang’e-4 che trasporterà sulla Luna un lander ed un rover automatizzati. Il lancio avverrà intorno alle 18:30 del 7 dicembre.  La navicella Chang’e-4, composta da un lander di 3,6 tonnellate e un rover da 140 chilogrammi, proverà ad allunare nella regione all’interno del bacino del Polo Sud-Aitken, un’area di grande interesse scientifico. La geologia del cratere potrebbe fornire informazioni sulla storia e lo sviluppo della luna e del sistema solare, secondo i documenti accademici sui potenziali siti di atterraggio.

Tra le altre cose, il lander trasporterà un piccolo ecosistema teoricamente in grado di permettere la crescita di verdure e favorire la sopravvivenza di bachi da seta, il tutto per verificare se, nelle condizioni esistenti sul nostro satellite, è possibile far crescere ortaggi.

L’atterraggio avverrà alla fine di dicembre o all’inizio di gennaio, dopo l’alba sul cratere Von Kármán e l’inizio di un periodo di luce solare sull’area di atterraggio della durata di 14 giorni terrestri.

Il lato nascosto della Luna

Una rappresentazione del lander Chang'e-4, rilasciato il 15 agosto 2018.

Una rappresentazione del lander Chang’e-4, rilasciato il 15 agosto 2018. – Credit: CASC

Poiché il lato più lontano della luna non è mai rivolto verso la Terra, sarà necessario utilizzare un satellite a relè per facilitare le comunicazioni tra la navicella spaziale sul lato lunare e la Terra. Queqiao, un satellite con un’antenna parabolica di 4,2 metri è stato lanciato il 20 maggio da Xichang ed è entrato in un’orbita di Lissajous il 14 giugno oltre la luna attorno al punto Lagrange Terra-luna 2. L’orbita consentirà a Queqiao una linea di vista costante sia con il lander lunare che con le stazioni di localizzazione terrestri.

Pazienti paralizzati potranno interagire con strumenti informatici tramite un’interfaccia cervello-computer Consente alle persone paralizzate di controllare i dispositivi Tablet

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Per la prima volta, tre pazienti tetraplegici sono stati in grado di controllare un tablet commerciale solo con i loro pensieri grazie ad una interfaccia cervello-computer. I risultati di questa ricerca suggeriscono che le persone che perdono la capacità di parlare potranno presto continuare a comunicare grazie alla tecnologia.

Mouse controllato dalla mente

I tre partecipanti allo studio fanno parte di una sperimentazione clinica progettata per testare un’interfaccia cervello-computer (BCI) chiamata BrainGate

L’interfaccia BrainGate traduce l’attività cerebrale della persona su cui è installata in comandi che un computer può comprendere

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno prima impiantato degli array di microelettrodi nell’area del cervello che governa il movimento delle mani, poi, nella fase successiva, i partecipanti hanno “addestrato” il sistema pensando di muovere le mani, generalndo segnali elettrici che la BCI ha imparato ad interpretare e a tradurre in azioni sullo schermo.

La BCI decodifica l’attività cerebrale associata all’intenzione dei soggetti di muovere la mano e passa l’informazione a un’interfaccia Bluetooth che funziona come un mouse wireless. Il mouse virtuale è stato abbinato a un tablet Android. I partecipanti allo studio hanno potuto quindi “puntare e cliccare” il cursore del mouse virtuale sullo schermo del tablet pensando di compiere azioni con le mani: ad esempio, pensando di sollevare la mando destra sono riusciti a puntare il cursore e a cliccare pensando di muovere il dito indice.

I ricercatori hanno incaricato i soggetti di svolgere una serie di esercizi quotidiani sui tablet per vedere quanto potessero prendere confidenza con la gestione del dispositivo. I soggetti partecipanti all’esperimento sono riusciti a leggere e rispondere alle mail che ricevevano, hanno effettuato ricerche su internet, letto news e ascoltato musica in streaming sui tablet. I soggetti sono riusciti a completare tutti gli esercizi richiesti nel giro di 15 – 30 minuti, stando a quanto a riferito il team sulla rivista ad accesso libero PLOS ONE.

Semplice da usare

Secondo l’articolo, l’uso dell’interfaccia è abbastanza intuitivo. “Utilizzare il tablet con l’interfaccia mi è venuto naturale“, ha riferito uno dei pazienti soggetti allo studio. “Sembrava più naturale di quando usavo il mouse con le mani.”

I partecipanti si sono anche cimentati con un’app di loro scelta. Un soggetto si è connesso alla rete ed ha acquistato generi alimentari con il tablet. Un altro partecipante ha scambiato messaggi con amici e familiari oltre che con i membri del gruppo di ricerca. I tre pazienti si sono anche scambiati messaggi istantanei tra loro.

La BCI ha anche permesso ai soggetti di impegnarsi in esercizi di auto-espressione. Ad esempio, un partecipante ha utilizzato un’app di elaborazione testi per scrivere. Un altro dei partecipanti allo studio era un appassionato pianista prima di ammalarsi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una condizione neurodegenerativa che porta ad una progressiva debolezza muscolare e alla paralisi, privandolo della sua capacità di suonare il piano. Quando si è iscritto allo studio, ha detto ai ricercatori che voleva tornare a suonare musica. Il BCI gli ha dato l’opportunità di suonare utilizzando un’applicazione per tastiera.

Vederla suonare su una tastiera digitale è stato fantastico“, ha detto Paul Nuyujukian, bioingegnere alla Stanford University in California, che ha guidato la nuova ricerca.

Il risultato di questo studio suggerisce che interfacce cervello-computer come BrainGate potranno presto consentire alle persone affette da SLA e di altre patologie simili di mantenere la capacità di comunicare e impegnarsi in attività quotidiane nonostante la progressione della malattia.

Fonti: Discover Magazine – braingate.org

Completati i test per il lander Insight: tutti i sistemi sul verde. È stato dato il Go! per l’atterraggio che avverrà lunedì 26

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Tutti i sistemi sono stati testati e si sono accese tutte luci verdi. Insight scenderà su Marte come previsto dalla tabella di marcia il 26 novembre. La NASA ha confermato che tutte le operazioni di preparazione si sono svolte regolarmente.

InSight, dopo un viaggio di 484 milioni di chilometri, si prepara ora ad affrontare la parte più difficile del suo viaggio: la discesa in atmosfera e l’atterraggio. Queste operazioni inizieranno alle 20.00 di lunedì 26 novembre e Reccom Magazine proporrà ai suoi lettori la diretta dell’evento attraverso lo streaming fornito dalla NASA.

Da quando è stato lanciato, InSight ha praticato quattro piccoli aggiustamenti di rotta per avere la garanzia di arrivare sul bersaglio al momento e nella posizione giusta. Quando sarà nell’orbita di Marte, il 25 novembre, si deciderà se sarà necessario apportare un’ulteriore piccola spinta per aggiustare i parametri di ingresso nell’atmosfera di Marte.

Allineare correttamente l’astronave per la discesa in atmosfera aumenterà le probabilità che tutto vada liscio durante l’entrata, la discesa e l’atterraggio. Sebbene tale processo duri meno di 7 minuti, sono molte le cose che potrebbero andare storte (ricorderete il fallimento dello scorso anno del lander Schiaparelli dell’ESA) nel momento in cui il veicolo spaziale dovrà rallentare bruscamente la sua velocità di ingresso in atmosfera dai 19.300 km/h fino a solo 8 km/h, la velocità finale di atterraggio con la quale il lander toccherà terra.

Fortunatamente, l’atterraggio avverrà in condizioni di clima favorevoli. Le tempeste di sabbia che hanno tormentato Marte quest’anno si sono in gran parte attenuate e il sito di atterraggio di InSight, Elysium Planitia, risulta tranquillo ed esente da disturbi climatici.

Una volta che InSight avrà toccato il suolo di Marte, seguirà una pausa di 16 minuti nelle operazioni per consentire alla polvere sollevata dall’atterraggio di posarsi. A quel punto, il lander spiegherà i suoi pannelli solari circolari, un momento cruciale perché la batteria, se non ricaricata, durerà solo circa un giorno marziano.

Se qualcosa andrà storta in questa fase, InSight avrà altre tre opportunità per spiegare i pannelli solari; Stu Spath, il project manager di Lockheed Martin, che ha realizzato gran parte del veicolo spaziale, ha detto, durante la conferenza stampa di presentazione dell’atterraggio, che “Il veicolo spaziale è completamente in grado di prendersi cura di sé durante quel periodo“, ha detto Spath.

Ci vorrà un po ‘di tempo per sapere come è andato l’atterraggio. La conferma finale che i pannelli solari sono stati spiegati regolarmente, arriverà dall’orbiter Mars Odyssey, che si trova in orbita intorno a Marte dal 2001. La vecchia navicella spaziale si troverà, però, dalla parte sbagliata del pianeta, quindi per inviare il suo messaggio sulla Terra dovrà attendere circa 6 ore affinché l’Odissey si posizioni correttamente.

I due piccoli satelliti che hanno viaggiato con InSight, Mars Cube One o MarCO, potrebbero diminuire l’attesa. I due piccoli orbiter sono dotati di una tecnologia sperimentale che, se tutto andrà bene, potranno trasmettere segnali in entrata dal lander direttamente sulla Terra, scavalcando i grandi orbiter di Marte.

La NASA ha programmato una conferenza stampa che si terrà due ore dopo l’atterraggio. Fino ad allora, come ha detto Philippe Laudet, che guida il progetto sismometro su InSight, “Arrivederci, grazie, e ci vediamo su Marte la prossima settimana!

La NASA ha ufficializzato la data del primo test della capsula Dragon Crew: il lancio avverrà il 7 gennaio 2019

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Ora sappiamo quando la nuova capsula Dragon Crew di SpaceX effettuerà il suo primo volo di prova senza equipaggio.

Il  lancio inaugurale della  capsula Crew Dragon, una missione senza equipaggio che dovrà approdare alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è previsto per il 7 gennaio 2019, secondo quanto ha comunicato oggi, 21 novembre, la NASA. la missione è denominata Demo-1.

La capsula Dragon Crew partirà per il suo primo viaggio verso l’orbita bassa dallo storico Launch Complex 39A del Kennedy Space Center della NASA in Florida, da cui partirono le missioni Apollo. il lanciatore sarà un razzo SpaceX Falcon 9 block5.

Il primo volo di prova con equipaggio della capsula, noto come Demo-2, è attualmente programmato per giugno 2019; un “test di interruzione” in volo per testare i sistemi di sicurezza d’emergenza della Crew Dragon si svolgerà tra le due missioni Demo, secondo quanto hanno comunicati detto i funzionari della NASA.

La versione cargo automatica della Dragon effettua missioni di rifornimento senza equipaggio alla ISS dal 2010, nell’ambito di un contratto separato che SpaceX ha in essere con la NASA.

La NASA conta sulle capsule sviluppate da SpaceX e Boeing per porre fine alla dipendenza degli Stati Uniti dai razzi russi Soyuz per trasportare astronauti da e verso il laboratorio orbitante.

Il più recente lancio dell’equipaggio della Soyuz verso l’ISS, l’11 ottobre, è stato interrotto dopo che il lanciatore aveva avuto problemi dopo circa 2 minuti di volo. I due membri dell’equipaggio, l’astronauta NASA Nick Hague e il cosmonauta Alexey Ovchinin, hanno effettuato un atterraggio di emergenza con la loro navicella.

Un’inchiesta ha identificato la causa del fallimento del lancio in un sensore deformato che ha provocato la separazione anomala di uno dei quattro booster della Soyuz.

Il prossimo lancio della Soyuz ISS con equipaggio è  previsto per il 3 dicembre .

Persiste da ben due mesi la nuvola orografica vicino all’Arsia Mons su Marte

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Ha veramente qualcosa che non può non incuriosire un osservatore la misteriosa nuvola che si protende per oltre 1500 chilometri nel cielo di Marte, partendo dall’Arsia Mons e allungandosi verso ovest.

A differenza di altre strutture nuvolose di Marte che appaiono e scompaiono in poco tempo, questa sembra essere insolitamente persistente, un lungo pennacchio che si protende dal lato sottovento del monte Arsia, avvistato per la prima volta il 13 settembre e costantemente presente nelle immagini riprese dalla Mars webcam, montata sulla sonda dell’ESA Mars Express. L’ultima immagine in cui è presente il pennacchio è del 12 novembre ma, da allora, la sonda non è più ripassata sopra l’area interessata. Vedremo se sarà ancora presente al prossimo passaggio.

Le nubi Montane sono molto comuni su Marte, ma sono la lunghezza della nuvola e la sua persistenza a renderla interessante“, ha dichiarato Francois Forget, ricercatore senior presso il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS) di Parigi. “Questo tipo di nuvole, di solito, restano più localizzate nei pressi del vulcano.

Forget e i suoi colleghi escludono che la nuvola sia di origine vulcanica: il vulcano Arsia Mons è inattivo da almeno 10 milioni di anni ed il suo picco di attività si è verificato circa 150 milioni di anni fa. Alto circa 20 chilometri, il monte Arsia è il vulcano più meridionale di un gruppo di tre antichi vulcani situati su un altopiano marziano noto come Tharsis .

La fotocamera stereo ad alta risoluzione a bordo di Mars Express dell'ESA ha scattato una visione di questa curiosa formazione di nuvole il 21 settembre 2018.

La fotocamera stereo ad alta risoluzione a bordo del Mars Express dell’ESA ha scattato questa foto dell’insolita nuvola il 21 settembre 2018. – Credit: ESA / DLR / FU Berlino, CC BY-SA 3.0 IGO

Lo sviluppo della nuvola a pennacchio, chiamata nuvola orografica o sottovento, è dovuto a una combinazione di fattori comuni nelle regioni di montagna su Marte e persino sulla Terra.

La polvere e l’aria più fredda sono i principali ingredienti coinvolti. Le immagini del pennacchio sono state scattate dopo che una tempesta di sabbia globale si era da poco placata, nell’atmosfera marziana era, quindi, ancora presente molta polvere.

Le tempeste di sabbia creano condizioni di oscurità e calore ridotto sulla superficie del pianeta e un maggiore assorbimento della radiazione solare e del riscaldamento da parte delle particelle di polvere che arrivano nella parte alta dell’atmosfera“, ha spiegato Forget. “Proprio come succede l’aria tropicale sulla Terra, su Marte, quando quest’aria insolitamente calda attraversa un’area topograficamente costituita come come una montagna o un antico vulcano, quale è l’Arsia mons, le correnti d’aria vengono deviate verso l’alto, quindi ad un’altezza maggiore di quella in cui spirava. A quote più elevate, le temperature dell’aria sono più fresche e l’atmosfera è più sottile,” ha aggiunto.

Quando l’aria si raffredda fino al suo punto di rugiada, l’acqua si condensa e si formano nuvole di ghiaccio d’acqua.

La nube allungata sopra Arsia Mons il 12 novembre 2018.

La nube allungata sopra Arsia Mons il 12 novembre 2018. – Credit: ESA – Agenzia spaziale europea, creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/igo/ CC BY-SA 3.0 IGO

Date le condizioni, le particelle di ghiaccio non sublimano. Di conseguenza, la nuvola trasporta l’acqua ghiacciata a lungo, costantemente rinnovata dal vento“. Forget ha aggiunto anche che “il pennacchio su Marte ricorda molto, per la sua durata variabile, le scie di condensazione degli aerei”.

Anche le scie generate dagli scarichi degli aerei sono ricche di vapore acqueo. Se l’aria è fredda e umida, lo scarico si condensa e, a volte, congela, in modo analogo a quanto accade con l’aria calda e umida di Marte quando si scontra con queste aree montuose.

Per quanto riguarda il motivo per cui il pennacchio di Marte è così persistente, Forget ha suggerito che possa avere a che fare con il tasso di umidità dell’aria. Più umida è l’aria, più è probabile che la nube possa continuare a condensarsi per una distanza così lunga sul lato sottovento del vulcano. “Possiamo ipotizzare che prima di incontrare il vulcano, l’aria fosse molto ricca di vapore acqueo in modo che una volta condensata l’acqua-ghiaccio non possa sublimare“, ha aggiunto.

Il fatto che le stesse formazioni non si replichino più a nord rispetto agli altri vulcani potrebbe dipendere dal fatto che l’emisfero nord sta nella stagione invernale che, su Marte, è tipicamente un periodo senza nuvole. L’emisfero sud, dove si trova Arsia Mons, è appena entrato nell’estate marziana e gode, quindi, di temperature decisamente favorevoli alla formazione di nubi orografiche.

Insomma, gli esperti escludono completamente un’origine geologica del lungo pennacchio che parte dall’Arsia Mons. I teorici del complotto stanno già snocciolando le ipotesi più bizzarre sull’origine della nuvola ma, per quanto possiamo saperne al momento, l’unica curiosità che è legittimo avere è come mai, in un’atmosfera leggera come quella di Marte, dove anche nella stagione calda le temperature superano di pochi gradi lo zero, si possa conservare così a lungo del vapore acqueo senza sublimare.

A proposito, tutta questa umidità sospesa nell’aria, da dove viene?