venerdì, Settembre 20, 2024
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“Bussando alla porta dell’eternità” – La missione Voyager della NASA compie 40 anni

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La missione Voyager ha inviato alla Terra le prime vedute ravvicinate di Urano e Nettuno. Ha rivelato “raggi” negli anelli di Saturno e dettagli sulla tempesta di Giove che non erano mai stati visti né immaginati. Ha fotografato i pennacchi vulcanici di Io e ha scoperto il potenziale della vita sulle lune Encelado e Titano.

Nel 2012, Voyager 1 lasciò il nostro sistema solare e entrò nello spazio interstellare. È l’oggetto creato dall’uomo più distante dalla Terra e continua a raccogliere e trasmettere informazioni preziose agli scienziati – utilizzando ancora il suo antiquato registratore a 8 tracce.

“Per me, la cosa migliore di questo anniversario e la celebrazione che tutti sembrano fare è solo avere l’opportunità di passare un po ‘di tempo a ricordare quello che tutti abbiamo realizzato tanto tempo fa con così poco”, dice Carolyn Porco, uno scienziato planetario e ex membro del team di imaging del Voyager .

Nella mia mente, la missione Voyager è l’Apollo 11 del programma di esplorazione planetaria“, continua. “Ha guadagnato questa statura iconica nella nostra cultura, perché non solo ci ha aperto il sistema solare ma porta con sé una registrazione di saluti umani e canzoni e immagini del nostro pianeta che costituiscono un messaggio dall’umanità alla Via Lattea, a qualunque, chiunque, troverà Voyager – se mai accadrà. Sapranno che c’era una civiltà intelligente capace di costruire una sonda spaziale e di inviarlo nello spazio interplanetario come messaggio per il futuro. Voyager, probabilmente, vivrà per miliardi di anni.

La gran parte del sistema solare, spiega la Porco, esiste oltre le orbite degli asteroidi che circondano i pianeti più vicini. “La Terra, Venere, Marte, Mercurio, i nostri vicini, sono una piccolissima parte del sistema solare“, dice. “Siamo vicini al sole, ma il nostro sistema solare esiste soprattutto nella parte esterna e non avremmo potuto supporre di sapere che cos’è il nostro sistema solare fino a quando non abbiamo avuto una missione in grado di osservarne l’esterno, come ha fatto Voyager. Voyager ci ha aperto la vista del nostro sistema solare “.

La NASA lanciò le due navi spaziali Voyager nel 1977: Voyager 2, il 20 agosto e Voyager 1 il 5 settembre.

Quello che è così notevole da ricordare, dice la Porco, è quanto poco gli scienziati sapevano di Giove e di Saturno, che erano i principali obiettivi della missione, quando fu lanciato Voyager. “Non sapevamo come erano strutturati; i loro tassi di rotazione, almeno per Saturno, non erano chiari. …Non sapevamo nulla di cosa avremmo trovato negli anelli di Saturno “.

“Quanto a Urano e Nettuno, che erano gli obiettivi secondari degli scienziati della NASA (anche se in gran parte hanno mantenuto segreto questo fatto durante la pianificazione), “all’epoca per noi erano solo puntini visibili al telescopio…

Gli obiettivi più importanti per il volo del Voyager 1 erano gli anelli di Saturno, il suo globo e l’atmosfera, e Titano, la grande luna che gli orbita intorno..

“Sono stata fortunata perché c’erano così tante nuove scoperte negli anelli che io, studentessa universitaria, sono stata coinvolta su due progetti e ne ho fatto la mia tesi di dottorato. E questo ha definito la mia vita perchè poi sono stata chiamata a studiare gli anelli di Urano, scoperti alla fine degli anni ’70.

Quando la Porco ha terminato la sua tesi di dottorato, è stata ufficialmente aggiunta alla squadra di imaging del progetto Voyager per aiutare a pianificare gli incontri con Urano e Nettuno, perché aveva acquisito le conoscenze necessarie per studiare gli anelli di Urano.

Voyager 1 ha anche rivelato molte nuove informazioni sulla luna di Saturno Titano, risultati che hanno aiutato la NASA a decidere dove concentrare la loro attenzione sulle missioni successive, come Galileo e Cassini.

Il successo di Voyager 1 ha portato alla decisione di utilizzare Voyager 2 per prestare maggiore attenzione alle altre grandi lune, e ancora più lune sono state scoperte nel processo, dice la dottoressa Porco. Le scoperte di Voyager 2 hanno mostrato agli scienziati della NASA che alcune lune potrebbero essere altrettanto importanti da esplorare come qualsiasi pianeta, perché potrebbero essere sedi della vita.

“Su alcune lune abbiamo scoperto oceani, e poi le missioni successive, come Galileo a Giove e, naturalmente, Cassini scoprirono che ci sono lune intorno a ciascun pianeta che hanno oceani sovrastruttivi”, dice Porco. “Come Encelado, la piccola luna di saturno che ha un oceano sotto la crosta di ghiaccio, eche abbiamo scoperto avere tutti gli ingredienti necessari per sostenere la vita.”.

Per Porco, i vantaggi di Voyager vanno oltre le scoperte tangibili. “L’esplorazione del nostro sistema solare non solo ci ha dato una prospettiva su noi stessi e sul nostro posto nel cosmo ma ci ha mostrato quanto fosse limitata la nostra visione delle cose finchè non siamo andati là a guardare cosa c’era oltre il confine del nostro sguardo dalla terra. “In un certo senso, Voyager è la cosa più vicina all’immortalità che l’umanità arriverà mai a realizzare. Nell’agosto del 2012, Voyager 1 è entrato nello spazio interstellare, e quindi Voyager come ci ha definito specie interplanetaria negli anni ’80, ora ci ha definito come specie interstellare“.

Voyager presto si spegnerà, potrebbe accadere in un momento qualsiasi dei prossimi dieci anni, dipenderà da come gestiremo la potenza residua delle sue batterie e sarà un momento triste per chi ha vissuto quella missione ma Voyager esisterà ancora lungo, per molto, molto tempo. Potrebbe essere ancora là, a viaggiare nel cosmo, molto tempo dopo che l’umanità sarà andata.”

Forse tra miliardi di anni da oggi, Voyager potrebbe essere trovato. Una civiltà che oggi ancora non esiste potrebbe trovare la navicella e decodificare i messaggi registrati in essa. È come bussare alla porta dell’eternità. Questo è ciò che Voyager ha fatto per noi.

9/11: il complottismo elevato a cultura

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di Oliver Melis per Aenigma

L’11 settembre 2001 New York viene attaccata dai terroristi: il bilancio fu drammatico 2997 persone morirono e oltre 6000 furono ferite. Dopo 16 anni dai tragici eventi ricordo esattamente dov’ero e cosa facevo e come me altri hanno un vivido ricordo della giornata.

A New York erano le 8:45 quando sulla città sfreccia il primo aereo partito da Boston e diretto a Los Angeles che impatta su una delle Torri gemelle, il secondo aereo colpisce la seconda torre di li a poco, alle 9:03 il secondo tremendo boato.

Al Queda aveva colpito, i dirottatori si erano suicidati in nome della pazzia e dell’odio verso “gli infedeli”.

Dopo pochi minuti dall’impatto le torri del World center diventano delle colonne di fiamme e crollano causando morte e danni incommensurabili. Ma il l’orrore non è ancora finito, in quegli stessi istanti il Pentagono subisce un attacco simile da parte di un altro gruppo di dirottatori. Si schianta al suolo anche un quarto aereo su un campo della Pennsylvania.

Quella mattina nei due edifici erano presenti circa 20.000 persone, lavoratori e turisti. L’evento non ha solo colpito una nazione, ma un simbolo lasciando una vasta parte del mondo sotto shock.

A distanza di anni dagli attentati esistono ancora diverse scuole di pensiero riguardo al crollo delle Torri Gemelle.

La scuola complottista che ritiene che il complesso del World Trade Center sia stato demolito mediante esplosivi o sostanze come termite, nanotermite o supertermite in una sorta di auto attentato da parte degli stessi americani.

La scuola della “versione ufficiale” che invece ritiene sostanzialmente corretta la spiegazione del crollo delle torri colpite da aerei dirottati da AlQaeda, nemici di quella parte del mondo ritenuta “infedele”.

In quel giorno sicuramente sono stati commessi errori e leggerezze tali da permettere l’impatto degli aerei sulle torri e sul Pentagono ma moltissimi esperti nel settore delle costruzioni, ingegneri o architetti hanno spiegato la coerenza della dinamica del crollo, imputabile al fatto che le torri non erano progettate per resistere a impatti con aerei di quelle dimensioni, il crollo quindi sarebbe avvenuto a causa del cedimento della struttura portante che sarebbe collassata su se stessa a causa di un mix dell’energia dovuta all’impatto e dalle temperature elevate generate dall’incendio del carburante e di tutti i materiali infiammabili presenti negli edifici. I deliri dei complottisti sono stati diversi e continuano ancora oggi a imperversare sul web. La colpa secondo loro è da imputare agli USA stessi, registi del terribile evento che avrebbero permesso l’impatto senza fare nulla e avrebbero precedentemente minato le torri, ai complottisti di ogni grado e livello piace pensare in grande, architettare situazioni che potrebbero andare bene, forse, in una pellicola fantascientifica di serie B o peggio.

Per quanto mi riguarda posso attingere a un parere apparso ne “Il Secolo XIX “che anni fa intervistò il maggiore esperto esplosivista italiano, che vanta nel suo curriculum centinaia di demolizioni controllate: Danilo Coppe. L’esperto si è trovato spesso al centro di dibattiti con i complottisti, che hanno cercato di dimostrare con studi, video e conferenze l’esistenza di cariche cave negli edifici collassati l’11 settembre 2001, Coppe ha escluso categoricamente la possibilità di una demolizione controllata. «Ci vorrebbero delle cariche cave di pentrite plastica Oc4 molto veloci che tagliano l’acciaio per abbattere degli edifici del genere», spiega l’esperto. Tesi che trovano riscontri in Paolo Attivissimo, il quale ha più volte confutato le teorie complottiste nel suo sito anti-bufale.

«Questa operazione – prosegue Coppe parlando della teoria delle cariche cave – andrebbe fatta in maniera sistematica su una multitudine di piani e di livelli, scoprendo le orditure in acciaio e facendo delle opere propedeudiche. Le cariche andrebbero quindi collegate ai detonatori con cablature particolari che dovrebbero attraversare in lungo e in largo gli edifici. Per fare questo bisognerebbe smontare tutti i pannelli, moquette e profilati in alluminio, inserire le cariche e riposizionare tutto. Nelle macerie inoltre si sarebbero trovate centinaia di orditure con tagli specifici delle cariche cave. Ma così non è stato».

Secondo l’esperto a causare il crollo sarebbe stata l’elevata temperatura provocata dall’incendio. «Mentre guardavo alla televisione il crollo delle torri, non mi sono meravigliato più di tanto perchè so benissimo che un incendio molto intenso può creare temperature superiori ai 600°. In quelle condizioni le profilature d’acciaio si snervano».

Fu l’alta temperatura la causa del crollo, la resistenza delle travi surriscaldate venne meno e la struttura collassò.

Alcuni hanno detto che da allora la storia è cambiata, come se il mondo avesse cambiato binario, le divisioni, le differenze, le contrapposizioni nel mondo sono tante e le guerre innumerevoli, è cambiato solo il modo di combatterle, i terroristi, gli attentatori hanno ampliato il campo di battaglia e tutti siamo possibili bersagli, nessuno è al sicuro, la politica internazionale è sempre instabile e altri fronti si stanno aprendo, la paura di un nuovo attacco in grande stile è sempre dietro l’angolo nonostante le misure di sicurezza, spesso carenti come i fatti di Parigi e Barcellona hanno dimostrato.

Scoperta a Luxor la tomba di un orafo 3.500 anni fa

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Colori, gioielli e impronte di vita reale di oltre tre millenni fa sono tornati alla luce nella scoperta a Luxor, in Egitto, della tomba di un orafo del regno della 18esima dinastia.

Si tratta di oltre 3.500 anni fa e la tomba si trova sulla sponda occidentale del Nilo, a sud-est di Luxor, nell’Egitto centrale, in una necropoli dove sono sepolti nobili e alti dignitari.

Il ministro delle Antichità egiziano, Khaled el-Anany, ha spiegato che la tomba non è in buone condizioni, ma contiene la statua di un orafo e della moglie e fra l’altro anche una pregevole maschera funeraria.

La scoperta è stata annunciata con grande enfasi dichiaratamente nell’ambito di sforzi del governo per rilanciare il turismo: “vogliamo che i giornali di domani parlino dell’Egitto e inducano la gente a venire in Egitto”, ha detto il ministro come riferisce l’agenzia Ap.

L’orafo di cui è stata rinvenuta la tomba si chiamava “Amenemhat” e nel loculo sono state trovate anche mummie risalenti alla XX e XXI dinastia, riferisce l’agenzia Mena precisando che la scoperta è stata fatta da una missione archeologica tedesca e i lavori di scavo compiuti da una egiziana.

Amenemhat era il gioielliere particolare della famiglia al potere e la sua consorte si chiamava Amenhotep, precisano ancora l’agenzia Mena e altri siti egiziani. Sono stati rinvenuti gioielli in condizioni definite molto buone e la tomba conserva colori e bellezza.

Come ha descritto il capo della missione egiziana e direttore generale delle antichità di Luxor, Moustafa Waziri, l’entrata della tomba porta a una camera quadrata al fondo della quale c’è un’iscrizione col nome del proprietario, un basamento con due statue che raffigurano lui e la moglie e i resti di una statuetta di suo figlio.

Accanto al sepolcro c’è un altro ambiente che contiene sarcofagi, mummie, maschere funerarie di legno e statuette. Alcuni sarcofagi rinvenuti in un’altra apertura sono stati bruciati intenzionalmente, ha deprecato l’archeologo sottolineando che fra i motivi di interesse della tomba ci sono la statua di un commerciante del tempio di Thotmes III, i resti di quattro sarcofagi in legno decorato di geroglifici e 150 statue recanti nomi particolari.

Alcuni sarcofagi sono di cedro e hanno forma rettangolare: uno contiene la mummia di una donna sulla cinquantina che soffriva di malattie delle ossa e un secondo le mummie di due bambini.

Bruno Facchini ed il metallo alieno

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Era la tarda sera del 24 aprile del 1950 e Bruno Facchini, operaio di 40 anni, dopo un temporale decise di uscire a prendere una boccata d’aria.

Appena uscito, la sua attenzione fu richiamata da uno scintillio che ritenne causato da un guasto a una linea elettrica posta nei pressi, decise di avvicinarsi alla fonte dello scintillio e una volta sul posto vide un oggetto a forma di sfera con la parte superiore schiacciata e con la superficie quadrettata che sembrava condurre al suolo attraverso una scaletta retta da due tiranti che portava a un rettangolo luminoso dotato di portellone aperto. All’interno del rettangolo luminoso Facchini notò un’altra scala, tubazioni e bombole collegate a dei manometri.

L’oggetto era alto circa 10 metri e il Facchini si trovava a pochi metri. Vicino alla scaletta si vedevano due “esseri” e un terzo si trovava sopra un elevatore intento a effettuare una saldatura o almeno cosi a lui parve. Questi esseri indossavano uno scafandro con delle maschere trasparenti forse contenenti del liquido, il viso era di una carnagione chiara e all’altezza della bocca fuoriusciva un tubo dotato di bocchettone. La loro altezza era di circa un metro e settanta.

Facchini credette di trovarsi di fronte a dei piloti e si fece avanti chiedendo loro se avessero bisogno di una mano. Gli esseri si rivolsero a lui emettendo dei suoni gutturali; a quel punto Facchini, spaventato, si dette alla fuga e intravide un essere che gli puntava qualcosa che portava appeso al collo, un oggetto che sprigionò un raggio che scaraventò a terra l’operaio colpendolo alla schiena, Facchini fece in tempo a vedere gli esseri rientrare dentro l’oggetto che, emettendo un ronzio di intensità crescente, decollò in modo fulmineo.

Il mattino seguente Facchini, tornato sul luogo dell’avvistamento, trovò quattro tracce poste a formare un quadrato con lati di 6 metri. Le orme sono di forma circolare, l’operaio trova anche segni di bruciatura e raccoglie alcune schegge metalliche.

Il caso attirò all’epoca, l’attenzione di alcuni ufologi e giornalisti, il Facchini raccontò di aver aver denunciato il fatto alla Questura di Varese, ma non abbiamo nessun riscontro effettivo del fatto, solo l’invito, sempre raccontato dal Facchini, che la Questura gli fece, cioè di non parlare di quanto accadutogli.

Il Facchini avrebbe fatto eseguire delle analisi sulle schegge di metallo recuperato nella zona dell’avvistamento, un metallo lucido e dalla superficie granulosa.

Le analisi che vennero riportate nei giornali di allora parlano di una lega antifrizione con nulla di particolarmente anomalo.

Il materiale sottoposto ad analisi di un peso complessivo di 1,64 grammi avrebbe dato i seguenti risultati:

  • Rame 74,33
  • Latta 19,38
  • Piombo 4,92
  • Antimonio 0,52
  • Zinco 0,33
  • Nichel 0,08
  • Ferro 0,02

C’erano anche tracce minime di Argento, Alluminio e Magnesio. I frammenti considerati sono dunque di “piombo-bronzo”, con un alto contenuto di latta.

Nel suo rapporto, l’Istituto per la ricerca sui metalli leggeri dichiaro’:

Il campione ricevuto consisteva in tre piccoli frammenti di metallo, di colore bianco tendente al giallo“.

Non si sa però quale istituto effettuò le analisi.

Qualche giorno dopo i fatti, Facchini incomincio’ ad accusare dolori alla nuca, dove il fascio di luce l’aveva colpito e la zona dolente divento’ nera gradualmente. Il dolore continuo’ per un mese. Ma soprattutto persisteva il trauma psicologico.

L’aspetto più importante é che non sono mai riuscito a superare lo shock“, disse.

Ancora oggi dopo anni, di tanto in tanto sento vampate di calore al volto, pur non avendo la febbre“.

Anche di questa dichiarazione non si ha nessun riscontro medico, nessuna foto della zona colpita a testimoniare quanto affermato dal Facchini.

Un caso controverso e sicuramente inquinato dai giornali e dagli ufologi che lo hanno esaminato.

Le possibili prove del fatto, le schegge di metallo e le loro analisi, ad esempio, le prime sono sparite e le seconde fanno capo a una dichiarazione di un presunto “istituto di analisi”. Le stesse ulteriori dichiarazioni del Facchini restano anch’esse senza alcun riscontro, nemmeno un certificato medico che attesti il problema fisico e i malesseri psicologici.

Cosa successe il 24 aprile del 1950?

Non lo sapremo mai, una nave aliena, un prototipo terrestre come proposto da alcuni o invece un racconto inventato sfuggito di mano?

Bob Lazar, il tenutario di bordello che affermò di aver lavorato con Edward Teller

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di Oliver Melis per Aenigma

Come abbiamo potuto constatare sulla Terra esistono posti misteriosi frequentati da gente altrettanto misteriosa. Una di queste misteriose persone è Robert “Bob” Scott Lazar.

Nel deserto del Nevada, 200 Km a nord di Las Vegas, esiste un’installazione militare, vicino a Groom Lake, segreta. Il signore in questione affermò di aver lavorato presso l’area S-4 del Nevada Test Site (vicino all’Area 51) sotto speciale richiesta di Edward Teller. In questa installazione militare, il Pentagono fin dal 1954 ha sviluppato per la CIA tutti gli aerei coperti da segreti militari, cominciando dall’aereo spia “U2”,L’A12 poi “Blackbird SR71”, l’F117 Stealth, il bombardiere Stealth “B2”. Alcuni ricercatori come Nick Pope aggiungono anche altri prototipi segreti, come il presunto Aurora o velivoli a propulsione esotica a dispositivi anti Gravita, ma non c’è nulla che provi tali affermazioni.

Tutta la zona chiamata area 51 è strettamente sorvegliata da militari armati, e nessun aereo può sorvolare il suo spazio aereo. La zona per molti è avvolta dal più fitto del mistero, per altri, ufologi soprattutto tale mistero sembra venire meno.

Come si sa i veli di segretezza sono fatti per essere sollevati e diversi anni fa la comunità ufologica ha trovato in Robert Lazar una fonte incredibile di informazioni di prima mano, le sue.

Dobbiamo fare un salto indietro di 27 anni e poco più per arrivare al 25 Luglio del 1990 quando gli spettatori di KLAS TV, una televisione locale di Las Vegas, durante la trasmissione “UFO: the best evidence” ascoltarono intervista rilasciata dal fisico nucleare Robert Lazar al conduttore George Knapp:

Knapp: Prego, ci descriva la sua esperienza.

Lazar: Ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S4, che è una base dell’US Navy.

Knapp: Dov’è ubicata questa base?

Lazar: Si trova a circa 20 Km a sud di Groom Lake e a circa 180 Km a nord di Las Vegas.

Knapp: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?

Lazar: Mi hanno detto che si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato.

Knapp: Da quando ha cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?

Lazar: Si. Ho un rivelatore che si attiva molte volte.

Knapp: Qual è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste informazioni? E’ stato perchè la importunavano?

Lazar: Si. Essenzialmente era per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero mai nato all’ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. Così ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Così presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato.

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Knapp: Così anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta?

Lazar: Esatto.

Knapp: Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?

Lazar: Mi hanno fatto sapere che mi sono molto vicini.

Knapp: Era preoccupato per la sua vita?

Lazar: E’ questo il motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. E’ un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.

Knapp: E’ ancora preoccupato?

Lazar: Si.

Knapp: Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno.

Lazar: La prima esperienza fu con il reattore antimateria.

Knapp: Ci spieghi che cos’è, come funziona e cosa fa.

Lazar: E’ un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della sfera c’è una scaglia di elemento 115, che è un elemento molto pesante. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale, questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.

Knapp: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sono parti in movimento?

Lazar: Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva produrre con materiale terreste.

Knapp: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?

Lazar: Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’1% della trasformazione della materia in energia.

Knapp: Come funziona?

Lazar: Apparentemente il 115, bombardato con protoni, rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore con generazione di calore. All’interno del sistema c’è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.

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Knapp: Questo reattore antimateria com’è collegato al campo gravitazionale?

Lazar: Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115 il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che provvedono ad aumentarle di intensità.

Knapp: Che cosa ha imparato sulla gravità?

Lazar: La gravità è un’onda. E’ stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E’ in definitiva un’onda che può essere ottenuta da un elemento come il 115.

Knapp: Cosa si può fare con questo campo gravitazionale?

Lazar: Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Così facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Così, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sè la destinazione senza muoversi.

Knapp: Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio – tempo per arrivare fino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione. Giusto?

Lazar: Esattamente. Quando distorci il tempo non c’è più un riferimento normale del tempo stesso, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.

Knapp: Cioè si può viaggiare avanti o indietro nel tempo?

Lazar: Non necessariamente. Alla base del disco volante ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano la spazio verso quel punto. Tutto questo avviene con la distorsione del tempo, così la velocità è teoricamente infinita.

S4 Disc Component Identification

Knapp: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?

Lazar: Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.

Knapp: Era come se avessero creato un buco nero?

Lazar: Si, potrei dire che c’è un’analogia.

Knapp: Che cos’è il 115, e perchè dice che non può essere prodotto sulla Terra?

Lazar: E’ un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perchè il 115 esiste. E’ stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e bombardati con protoni, immettendo così protoni nei loro atomi per incrementarne il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinita di potenza e tempo.

Knapp: Che altre proprietà ha un elemento così?

Lazar: Ha una grande capacità di produrre energia. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile se usato come arma.

Knapp: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo chilo di 115?

Lazar: Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni l’una. Un chilo corrisponde, come dimensioni, a due prugne.

Knapp: La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S4, ma credono che il 115, i dischi volanti, i generatori di antimateria siano progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.

Lazar: Innanzitutto, è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono là per scoprire come sono fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.

Knapp: Da dove arriva il 115? Che tipo di ambiente può produrlo?

Lazar: Secondo me il 115 può trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando così la possibilità di formazione di elementi pesanti.

Knapp: Così ha visto un generatore di antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare?

Lazar: La ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perchè si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte sulla carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione. C’erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.

Knapp: Qual’era il loro aspetto?

Lazar: Erano i tipici Grigi. Una creatura alta circa 1,2 metri, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe. Magri.

alieni grigi di zeta reticuli e bellatrix

Knapp: Cosa diceva l’autopsia?

Lazar: Ho visto dei corpi in esame. L’interno era scuro come se l’elemento principale che li componeva fosse il ferro, e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in sè le funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc… Il rapporto, in fin dei conti, riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.

Knapp: Diceva almeno da dove arrivavano?

Lazar: Si, un rapporto diceva che arrivavano da Zeta Reticuli 4.

Knapp: Dove si trova questo Zeta Reticuli?

Lazar: Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per Zeta Reticuli intendevano il quarto pianeta da quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta dal nostro Sole.

Knapp: Lei ha letto molto sugli UFO. E’ possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?

Lazar: No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.

Knapp: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S4 e collaborava con loro. E’ vero?

Lazar: Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.

Knapp: In definitiva, stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?

Lazar: Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo… Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto, nè agli americani nè al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi sono venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare.

Knapp: Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?

Lazar: E’ difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.

Knapp: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?

Lazar: Personalmente credo di no.

Le affermazioni di Lazar però non convincono, e sono state messe in discussione dal punto di vista scientifico e dal punto di vista della sua presunta preparazione come scienziato.

Lazarr secondo alcuni fisici come David L. Morgan e Tanton Friedman, già ufologo non possiede nessuna padronanza della fisica e fa parecchia confusione con la terminologia.

Per quanto riguarda i suoi studi, Lazar è presente negli archivi del Los Angeles Pierce College ma risulta essere stato un pessimo studente. Risulta essere registrato al College negli anni in cui afferma di essere stato studente presso il Massachusets Institute of Tecnology, ma presso il famoso Istituto di lui non c’è traccia, magari il Governo non vuole che si sappia che era segretamente impegnato a smontare dischi volanti e lui Robert non ha mai indicato nessun suo insegnante, perché? Tirare in ballo qualche professore gli avrebbe forse permesso di essere creduto o magari erano tutte balle e non ha voluto peggiorare la situazione citando qualcuno.

Il suo nome però compare nelle rubriche telefoniche dei Los Alamos National Laboratory (per conto dei quali affermò di lavorare nel Nevada Test Site), associato al nome di un dipendente, Kirk Meier, indicando che Lazar ha lavorato per quest’ultimo, non per il Los Alamos National Laboratory, inoltre, essendo stato tenutario di una casa di tolleranza, non avrebbe potuto ottenere un permesso di alta sicurezza.

Negli anni ottanta Lazar ha dichiarato bancarotta per una somma di 300.000 $, registrandosi come montatore di film.

Lazar ha fondato la United Nuclear, una società che fornisce materiali da laboratorio, soprattutto campioni di elementi radioattivi, magneti, aerogel, e sostanze chimiche. La rivista statunitense Wired afferma che nel 2003 Lazar, sua moglie e un suo socio sono stati arrestati per la vendita di materiali esplosivi pericolosi e successivamente condannati nel 2006 poi “solo” multati in via definitiva nel 2007.

Excalibur ritrovata da una bambina?

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di Massimo Zito per Aenigma

È di pochi giorni fa la notizia che una bambina di 7 anni, Matilda Jones, avrebbe ritrovato casualmente, nelle acque del lago Dozmary Moor in Cornovaglia, nientemeno che Excalibur, la mitica spada dell’altrettanto mitico re Artù.

Il condizionale è d’obbligo poiché è vero che in rete circolano foto della bambina che impugna una spada di fattura medievale ed è altrettanto vero che la tradizione vuole che poco prima di morire Artù abbia gettato la mitica arma proprio nelle acque del Dozmary Moor affinchè non cadesse in mani indegne ma è anche vero che, a quanto risulta, finora sulla spada non sono stati fatti esami né riscontri di alcun tipo.

Addirittura ci sarebbe chi, in nome della tradizione, vorrebbe che la bambina rivendicasse il Trono d’Inghilterra.

excalibur
 La spada ritrovata dalla bambina nel Dozmary Moor

Cosa sappiamo di Excalibur e perchè è cos’ì importante nell’immaginario collettivo?

Tanto per cominciare, il nome Excalibur significa in grado di tagliare l’acciaio. La prima traduzione, chiamava la spada Caliburn; una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwlch. Excalibur sarebbe soltanto la più nota delle varie spade magiche di Artù, infatti la versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron. Ma l’autore inglese sir Thomas Malory, ne La morte di Artù, scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro con re Pellinor; lo stesso viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di Merlino) nel 1240 circa. Poco dopo, Artù ricevette una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory, dalla prima.

La spada viene citata anche da Chrétien de Troyes nella seconda parte del Perceval: Galvano, partito dalla corte di Artù per rispondere alle accuse che gli sono state mosse da Guingabresil, usa Excalibur per difendersi dall’attacco dei borghigiani che intendono vendicare la morte del loro signore (v. 5828 nell’edizione del ms. 354 di Berna a cura di Méla).

Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall’essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure (circa 1400), si dice che Artù avesse due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvagio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.

La storia e la leggenda di re Artù sono intimamente legate alla magica e misteriosa spada Excalibur. Secondo la vulgata tradizionale, Merlino, il mitico druido-mago, aveva annunciato che solamente l’uomo in grado di estrarre una certa spada dalla roccia in cui era conficcata sarebbe diventato re delle isole britanniche unificate. Artù, inginocchiato di fronte alla roccia, fece proprio questo: prese la spada, la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull’altare. Artù fu unto con l’olio santo e, alla presenza di tutti i baroni e della gente comune, giurò solennemente di essere un sovrano leale e di difendere la verità e la giustizia per tutti i giorni della sua vita. Sebbene Excalibur sia identificata con la spada nella roccia, specie nelle versioni recenti del mito arturiano, in numerose opere, soprattutto nelle più antiche, sono due spade distinte. La leggenda e la storia si sono mischiate tra loro nel tempo e per questo re Artù, i Cavalieri della Tavola Rotonda e la magica spada Excalibur, sono giunte intimamente unite fino ai nostri giorni.

La parola Excalibur ha origini molto controverse, che possono farsi risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un’antica popolazione di fabbri chiamati “Calibi”, Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e CalibsCalibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe “forgiata dai Calibi”. Altre sfumature latine riportano alla capacità della spada e al suo aspetto come, per esempio, ex “calibro” che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava “acciaio lucente” o “acciaio indistruttibile” e potrebbe quindi così ricondursi allo stesso etimo latino. La versione latina dell’etimologia sarebbe alla base di un romanzo abbastanza recente di Valerio Massimo Manfredi, “L’ultima legione” sull’origine del mito di Artù.

Interessante notare che i primi racconti arturiani in cui si fa riferimento esplicito alla “spada nella roccia” sono posteriori alla diffusione della leggenda sulla spada di San Galgano, un cavaliere medievale italiano convertitosi alla vita monastica, anch’essa conficcata in una roccia e tuttora custodita nella Rotonda dell’abbazia dedicata al santo in provincia di Siena.

spada san galgano
La spada di San Galgano conficcata nel terreno. Interessante l’assonanza del nome di San Galgano con quello del cavaliere della tavola rotonda Galvano.

La spada di san Galgano fino al 1924 circa era conficcata in una fessura della roccia e poteva essere estratta e fu oggetto di numerosi atti vandalici nel corso dei secoli finchè, nel 1924 fu deciso di cementarla e poi coprirla con una cupola di plexiglas tuttora presente.

Sulla spada è stata condotta una indagine metallografica, iniziata il 17 gennaio 2001 e coordinata dal prof. Luigi Garlaschelli dell’università di Pavia, che ha certificato la sua autenticità quale arma del XII secolo.

L’indagine, come spesso avviene, non ha dato certezza storica agli avvenimenti descritti dalle varie fonti che hanno narrato la vita di Galgano e il confine con la leggenda rimane piuttosto labile, l’unica certezza è che la spada risale all’epoca in cui visse San galgano.

Tornando ad Excalibur, come precedentemente evidenziato, è praticamente appurato che non sia la mitica “spada nella roccia” ma una spada donata a re Artù dalla dama del lago con l’intento di proteggerlo.

Intorno alle figure di Artù e di Excalibur sono fioriti, nel corso dei secoli, innumerevoli racconti e romanzi che hanno dato vita, nell’ultimo secolo, ad una notevole filmografia dove la mitologia legata al ciclo arturiano ha finito per essere completamente stravolta nell’immaginario popolare.

Fonti: wikipedia e varie altre sul ciclo arturiano e san Galgano

La NASA prepara invito a presentare proposte per lander commerciali lunari

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La NASA sta per rilasciare un invito a presentare progetti per la realizzazione di un lander per il trasporto commerciale dei payload sulla superficie lunare, l’ultimo passo negli sforzi dell’agenzia per contribuire a promuovere lo sviluppo di lander commerciali lunari.

La NASA intende pagare per il trasporto di strumentazione e tecnologia.

Questo invito è l’ultimo passo in un impegno della NASA a lungo termine per sostenere lo sviluppo di sistemi di trasporto lunare commerciali. Nel 2014, la NASA ha aggiudicato accordi di Space Act a tre società che sviluppano lander lunari nell’ambito del programma di trasporto e di atterraggio lunari da parte del programma Soft Touchdown (CATALYST), fornendo un supporto in natura ai loro sforzi.

Due di queste aziende dicono saranno pronte a lanciare i loro lander lunari, per la NASA e altri clienti entro il prossimo anno. Bob Richards, fondatore e direttore esecutivo di Moon Express, ha dichiarato che la sua società sta progettando un lancio del suo primo lander lunare nel 2018 con un veicolo spaziale MX-1E. La società aveva già pianificato per quest’anno questa missione ma una modifica recente delle regole del premio Google Lunar X, di cui Moon Express è finalista, ha obbligato l’azie3nda a rinviare la missione per la fine di marzo 2018.

Peregrine di Astrobotics

John Thornton, amministratore delegato di Astrobotic Technology, ha dichiarato che il lander di Peregrine della sua società è destinato a fare il suo primo volo nel 2019 come carico utile secondario per una missione della United Launch Alliance 5. Astrobotics dichiara di avere già un portafoglio di almeno 115 clienti potenziali e che la prima missione del suo lander è già al completo di carichi paganti.

 

Blue Origin

La società Blue Origin ha annunciato che il suo lander Blue Moon potrà sbarcare diverse tonnellate di materiale sulla superficie lunare, compreso il suo veicolo esplorativo New Glenn, in fase di sviluppo.

 

in una recente audizione in commissione parlamentare, sia le aziende coinvolte che la NASA hanno concordato che nei futuri progetti della NASA “dovrebbero essere incluse disposizioni che privilegiano l’atterraggio sulla superficie lunare nel breve termine” e “includere una strategia che comprenda la luna come punto di partenza per espandere l’esplorazione umana nel nostro sistema solare“.

La luna non è solo una rampa di lancio per Marte, è il punto da cui iniziare la marcia verso Marte, le risorse lunari, accessibili tramite partenariati tra governi e aziende, possono contribuire a rendere sostenibile lo sviluppo dell’esplorazione dello spazio.

Le risorse lunari includono ghiaccio d’acqua in regioni permanentemente ombreggiate nei crateri ai poli lunari. “L’acqua è il petrolio dello spazio”, ha dichiarato George Sowers, professore del nuovo programma di risorse spaziali presso la Colorado School of Mines. “Strategicamente, dovremmo vedere i poli della luna come il prossimo Golfo Persico”.

L’utilizzo di tali risorse, richiederà che il futuro intervento del Congresso preveda uno schema normativo che garantisca alle aziende di ottenere il diritto di estrarre ghiaccio e altre risorse e offrire anche protezione a queste società. “Se c’è ricchezza nello spazio”, ha detto, “alla fine ci saranno pirati nello spazio”.

Ezechiele e gli alieni

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di Oliver Melis per Aenigma

Da Peter Kolosimo a Eric Von Daniken, da Sitchin a Robert Temple sono tanti gli autori che hanno visto nel nostro passato la presenza di esseri provenienti da altri mondi, spesso la loro presenza, almeno secondo questi studiosi alternativi ha lasciato tracce nei monumenti antichi e negli scritti e nei racconti risalenti a epoche remote. Un testo che viene preso spesso in considerazione è l’Antico Testamento dove sarebbero celate le prove di incontri e contatti con esseri extraterrestri.

Molti ufologi per corroborare le loro teorie non si limitano a classificare gli avvistamenti catalogandoli con reglole precise, ma scavando nella storia passata ritengono di aver trovato episodi simili agli avvistamenti odierni tanto da affermare che sotto altre vesti, gli extraterrestri avrebbero guidato o forse addirittura creato, come sostiene Sitchin, la razza umana.

Uno degli episodi che tanti ufologi accomunano alle descrizioni delle segnalazioni UFO odierne è il racconto di Ezechiele e il turbine di fuoco citato da Erik Von Daniken.

Daniken afferma che nella Bibbia il racconto che ha come protagonista Ezechiele è il classico avvistamento di un UFO dove il protagonista, Ezechiele avrebbe avuto un contatto del terzo tipo, cioè avrebbe avvistato un oggetto volante e ne avrebbe visto i relativi passeggeri alieni.

«È incredibile», dice von Däniken. «Ezechiele non solo descrive ciò che vede ma anche ciò che sente e nell’insieme definisce tutto questo come “splendore di Dio”. Il profeta descrive anche creature alate a quattro facce umane che viaggiavano su dispositivi lucenti con ruote. Nello “splendore di Dio” c’era una cosa simile a un trono e su questo trono stava seduto un essere che sembrava umano e indossava abiti lucenti. Si spostava su un veicolo che, secondo Ezechiele, era provvisto di ali. Descrisse il rumore delle ali, simile al rombo di una cascata. Anche se gli storici della Bibbia suggeriscono che Ezechiele forse parlava in modo simbolico e si riferiva ai terrificanti nemici di Israele, potrebbe in realtà essere un altro esempio di visita aliena e la prova che aeromobili preistoriche esistettero veramente».

Gli elementi citati da Von Daniken “oggi” vengono interpretato da lui e da altri cultori degli antichi astronauti con le odierne conoscenze e un appassionato di ufologia sarà portato a trarre le stesse conclusioni di Von Daniken, ma gli elementi del racconto per ezechiele e i suoi contemporanei avrebbero avuto un significato totalmente diveso.

Ma il testo biblico cosa racconta?

[4]Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. [5]Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana [6]e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. [7]Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come lucido bronzo. [8]Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, [9]e queste ali erano unite l’una all’altra. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé.

[10]Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila. [11]Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. [12]Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro.

[13]Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. [14]Gli esseri andavano e venivano come un baleno. [15]Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro.

[16]Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota. [17]Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. [18]La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. [19]Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. [20]Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. [21]Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote.

[22]Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, [23]e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l’una di contro all’altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo. [24]Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d’un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. [25]Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste.

[26]Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. [27]Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l’elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore [28]il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l’aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.

Nubi e turbini di fuoco che diventano oggetti volanti, l’interpretazione è di Von Daniken, gambe e zoccoli che diventano carrelli di atterraggio, e ali che secondo alcuni diventano complicati sistemi di atterraggio ad elica, di questa rappresentazione è stata fatta anche una ricostruzione, una sorta di disco con quattro eliche e una cupola o cabina di pilotaggio. Von Daniken ha semplicemente interpretato in modo molto forzato una visione che utilizzava elementi dell’epoca che nulla hanno a che fare con un’astronave aliena o sistemi di propulsione all’avanguardia, e nei suoi libri ha usato questa tecnica innumerevoli volte sfruttando lo scarso senso critico di tanti lettori – sognatori.


Politica e bufale

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di Oliver Melis per Aenigma

I nostri politici dovrebbero occuparsi anche di informazione e come questa, se manipolata, possa arrecare danno alla società. I nostri politici fin dagli anni 50 si sono occupati di fenomeni che iniziavano a fare parte della cultura popolare, gli allora “dischi volanti, oggi UFO, iniziavano a interessare anche alcuni parlamentari.

Il CUN, Centro Ufologico Nazionale, forse il centro di studi sugli UFO più “anziano” in Italia, ha raccolto una lunga lista di interrogazioni parlamentari che riguardano il misterioso fenomeno che ancora, nonostante tutti i proclami di tanti ufologi, non ha trovato nessuna spiegazione, forse per il semplice fatto che spesso al netto dei tantissimi casi spiegabili, la maggior parte delle tantissime fandonie raccontate o spacciate per vere, rimane a dimostrazione della tangibilità del fenomeno, ben poco.

Il primo caso di interrogazione parlamentare riguarda il Senatore Piemonte che l’8 Luglio del 1950 per la prima volta intervenne con una interrogazione parlamentare sui “dischi volanti”, termine in uso in quel periodo, dove chiedeva se non era opportuno informare la popolazione sullo sviluppo delle indagini sul misterioso fenomeno. La risposta tremite il Sottosegretario di Stato per la Difesa On. Vaccaro: “A nome del Presidente del Consiglio dei Ministri informo l’Onorevole interrogante che l’Amministrazione Militare non ha alcuna comunicazione da fare in merito all’esistenza ed alla natura dei cosiddetti dischi o piatti volanti….”.

Già allora, anche senza internet, magari qualche appassionato poteva pensare che i “militari” non avevano intenzione di svelare un bel nulla.

Facciamo un salto di quasi trent’anni e arriviamo al 1978, forse uno degli anni più caldi per quanto riguarda i flap ufologici…

1978. L’On. Falco Accame, verso la fine degli anni settanta, dopo innumerevoli segnalazioni provenienti dalla fascia adriatica, decise di dare vita ad una interrogazione parlamentare. Il documento prodotto dal politico in forza all’allora Partito Socialista, riferiva:

“L’interrogazione. – Per conoscere, se è al corrente dello stato di allarme creato nelle popolazioni dell’Abruzzo e Marche a seguito del manifestarsi di fenomeni non scientificamente spiegabili riportati dalla stampa e notati anche da una motovedetta della marina militare; per conoscere inoltre quali provvedimenti intenda prendere per approfondire la natura dei fenomeni e tranquillizzare le popolazioni interessate. (4-06344).”.

La risposta arrivò il 29 gennaio 1979 dal Ministro della Difesa l’On. Attilio Ruffini:

“Fino dall’inizio dei fenomeni oggetto dell’interrogazione, la Difesa fu informata dello stato di viva preoccupazione manifestatasi tra i pescatori della zona compresa tra San Benedetto del Tronto e Pedaso (Ascoli Piceno), In relazione a ciò, fu immediatamente disposto un primo intervento in zona di dragamine e motovedette, per accertare l’origine dei fenomeni. Successivamente la marina militare disponeva un organico servizio di sorveglianza con l’effettuazione di 20 missioni per complessive 230 ore di navigazione. Nulla di inconsueto è stato rilevato nel corso delle suddette operazioni, per cui, tenuto conto anche del progressivo rasserenamento delle popolazioni interessate, le operazioni sono state interrotte in data 21 novembre 1978″.

Anni ’80: interrogazioni parlamentari proposte dagli Onorevoli Parlato e Baghino del partito M.S.I.-D.N. sui casi UFO verificati tra il 1980 ed il 1982.

Nel 1982 interrogazione dell’On. Cicciomessere del Partito Radicale.

Nel 1984 le interrogazioni degli Onorevoli Abete, Fiori e Scaiola della D.C. e dell’Onorevole Scovacricchi del P.S.D.I., con una risposta ricevuta in tempi brevissimi da parte del Ministro della Difesa Spadolini che oltre a precisare i compiti svolti dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, confermava la presenza negli stessi ambiti militari di un’ampia documentazione relativa alla casistica esaminata.

Nel 1989 interrogazioni presentate dell’On. Cima, seguita da quella dell’On. Testa sui fatti avvenuti in volo sulla rotta Roma-Palermo, dove il pilota riferiva che durante il volo era stata notata la presenza di oggetti non identificati.

L’ 8 gennaio 1997 interrogazione parlamentare dei Verdi Massimo Scalia e Mauro Paissan, riguardo le possibili esercitazioni segrete dietro la palla infuocata vista nei cieli del litorale romano e di mezza Penisola. Il Ministero della Difesa però non ha nulla da comunicare, niente è stato registrato o segnalato.

Insomma, interrogazioni parlamentari di diversi schieramenti politici che chiedono lumi su oggetti volanti, palle infuocate o fenomeni misteriosi, le risposte ricevute possono non soddisfare i politici e gli elettori che magari hanno un debole per gli UFO, infatti in tanti avranno storto il naso al nulla di fatto nonostante le interrogazioni dei politici che dovrebbero essere garanzia di tutela della verità, qualcuno sicuramente avrà visto del dolo nelle risposte della Difesa e dei Ministeri competenti, più du uno avranno urlato al complotto..

Per chi volesse visionare tutte le interrogazioni paelamentari lo può fare qui

http://www.centroufologiconazionale.net/documenti/attiparlamentari.htm.

Ma i nostri politici, sia della prima che della seconda Repubblica non si sono solo occupati di UFO ma anche di altri fatti misteriosi non collegati a una possibile, secondo una corrente di pensiero, presenza aliena nella nostra penisola e nei suoi cieli, forse nella seconda repubblica, grazie all’avvento di internet e a una scarsa conoscenza scientifica degli eletti agli scranni parlamentari, la politica ha dato il meglio o forse sarebbe opportuno dire “il peggio” di se.

Scie chimiche

Iniziamo con le tristemente note “Scie chimiche” Italo Sandi, deputato dei Democratici di Sinistra (attuale PD), che 2 aprile 2003 presentò un’interrogazione parlamentare sulle scie chimiche. Dopo di lui il collega Piero Ruzzante, deputato dei Democratici di Sinistra, ne presentò un’altra il 27 ottobre 2003.

Anche i Comunisti italiani con Severino Galante che presentò un’interrogazione sulle scie chimiche il 3 febbraio del 2005 e lo stesso fece Gianni Nieddu , Senatore dell’Ulivo nel 2006, Amedeo Ciccanti senatore dell’Udc nel 2007, nel 2008 e nel 2009. Evidentemente, per lui, le scie chimiche sono un problema molto sentito.

Non si fa sfuggire l’occasione nemmeno il PD che con Sandro Brandolini parla di scie chimiche in alla camera in tre sedute distribuite dal 2008 al 2009 fino ad arrivare al mitico Antonio Di Pietro che una volta lasciata la toga veste i panni del politico scivolando anch’egli sullo scottante tema “scie chimiche”. Doveva poi arrivare Renzi con promesse di TSO, sicuramente difficili da applicare a chi si dilettava nello studio delle scie chimiche prima che alla soluzione dei problemi del paese.

A destra non volevano certamente sentirsi meno importanti e cosi annoveriamo Scilipoti PDL 2011.

Microchip e 11 settembre

Paolo Bernini, neo deputato eletto del Movimento 5 Stelle, discute in merito fantomatici complotti internazionali e all’utilizzo di microchip in America per controllare le persone. I 5 stelle ampliano il discorso e in parlamento sprecano ulteriore tempo e danaro degli elettori sdoganando altre bufale, sempre il Bernini non bastandogli i chip di controllo estrae dal cilindro “il complotto dell’11 settembre”

La tegola “Vaccini”

Anche qui gliesponenti del movimento 5 stelle primeggiano, con un’interrogazione su una presunta correlazione tra vaccini e tumori.

Fusione fredda

Nel maggio 2012 ancora lui, Scilipoti, riferisce dell’esperimento condotto a Bologna dall’ingegner Andrea Rossi relativo a una “nuova sorgente di energia nucleare” basata sulla fusione nucleare dell’idrogeno con alcuni isotopi stabili del nickel. Altri colleghi lo precedettero, Elisabetta Zamparutti e alcuni colleghi del Partito Democratico, il 23 gennaio 2013, chiesero al Governo di occuparsi della promettente risorsa di energia.

Signoraggio

Da anni il cosiddetto “signoraggio bancario” viene citato come una bufala complottistica. Tra coloro che ne hanno parlato in Parlamento, ancora Antonio Di Pietro che presentò un’interrogazione parlamentare nel 2011.

Questo è una parte di quello che succede in Parlamento, altri hanno creduto a queste fandonie, scie chimiche. UFO, signoraggio, microchip, il parlamento che dovrebbe raccogliere il meglio della società si limita a rifletterla se non a peggiorarla perché il tempo perso nelle interrogazioni è solo una parte del problema, ma non vogliamo adesso affondare il dito nella piaga, speriamo solo che al più presto chi ci Governa inizi a parlare chiaro e dirci cosa vuole fare per limitare il fenomeno che a ogni giorno che passa sta diventando sempre più problematico da gestire.

Fonte CUN, Il Blog di David Puente

SpaceX porta in orbita il minishuttle militare X-37B ma la vera notizia è un’altra…

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La SpaceX di Elon Musk ha effettuato con successo un lancio del suo razzo Falcon 9. Due le notizie di rilievo legate a questo lancio: la prima, ed è quella cui la maggior parte dei media hanno dato il maggior rilievo, è che Falcon 9 ha trasportato in orbita come carico pagante il minishuttle militare X-37B per la sua quinta missione. il liftoff per la missione OTV-5 è avvenuto al primo tentativo dal pad 39A del Kennedy Space Center in Florida. Il booster è rientrato a LZ-1 con un perfetto atterraggio ed è questa la notizia più interessante.

Falcon 9 OTV-5 Lancio:

Il lancio di giovedì ha dato il via al quinto volo del veicolo di prova orbitale X-37B (OTV) degli Stati Uniti, un minishuttle riutilizzabile senza pilota in grado di eseguire operazioni e sperimentazioni in orbita bassa.

2017 09 07 013144Sviluppato dalla Boeing, in collaborazione con l’Air Force e la DARPA, l’X-37B l’evoluzione del veicolo X-37A della NASA.

L’X-37A era stato progettato dalla NASA per essere utilizzato per eseguire missioni satellitari indipendenti o missioni scientifiche e avrebbe dovuto sostituire la vecchia flotta degli Space Shuttle ormai obsoleti. La NASA avviò il programma X-37 nel 1999, trasferendolo alla DARPA nel 2004.

Questa è la prima volta che SpaceX porta in orbita Il minishuttle militare X-37B. Nelle precedenti missioni, il lancio era stato effettuato tramite un razzo Atlas V della United Launch Alliance , all’interno di una carena di payload di cinque metri.

 

2017 02 14 093654L’X-37B viene utilizzato per condurre ricerca, sviluppo tecnologico e missioni di spionaggio in orbita bassa. Progettato per operare senza pilota, il minishuttle può compiere missioni teoricamente fino a 270 giorni di durata ma i voli precedenti lo hanno spinto ben oltre questo limite, con la missione OTV-4 recentemente completata, rimasta in orbita per 718 giorni.

Una volta in orbita, X-37B dispiegherà un array solare di arsenide di gallio per caricare le sue batterie e fornire energia per la missione. La nave spaziale aprirà anche la sua baia di carico per eseguire esperimenti.

La navicella spaziale misura 8,9 metri con un’apertura alare di 4,5 metri.

Al lancio aveva una massa di circa 5.000 chilogrammi. La US Air Force ha confermato che molti satelliti miniaturizzati saranno portati in orbita con lo stesso lancio ma non è stato chiarito se questi dovranno essere schierati da Falcon 9 o X-37B stesso.

2017 09 07 011937

Per il lancio di giovedì, la navicella spaziale è stata integrata nella carena del Falcon all’interno dell’OPF, prima del trasporto del missile al Launch Complex 39A della SpaceX .

Complex 39A (LC-39A) – che è uno dei due pad di lancio SpaceX sulla costa spaziale della Florida, insieme allo Space Launch Complex 40 (SLC-40) situato presso la vicina stazione dell’Air Force Station di Cape Canaveral.

 

 

 

 

 

2017 09 07 012540Il Falcon 9 viene assemblato in un hangar alla base della rampa di lancio. Il razzo è accoppiato ad un trasportatore-erector, o Strongback, che trasporta il veicolo nella sua posizione di lancio, lo ruota in verticale e fornisce le connessioni ombelicali fino all’avviamento. Lo strongback si ritrae leggermente dal Falcon negli ultimi minuti del conto alla rovescia, prima di ritirarsi completamente quando il razzo si comincia a sollevare.

Il Falcon 9 è un razzo a due stadi, composto da un primo stadio riutilizzabile e un secondo stadio a perdere, entrambi alimentati da propellente a base di kerosene RP-1 e ossigeno liquido. Primo volo a giugno 2010, il Falcon 9 ha fatto quaranta lanci prima della missione di giovedì. Il lancio di X-37B è stato il tredicesimo del Falcon nel 2017.

 

 

2017 09 07 012605I nove motori Merlin-1D che alimentano il primo stadio del Falcon si sono accesi regolarmente e razzo è decollato regolarmente.

Il primo stadio del Falcon ha volato per due minuti e ventisette secondi prima di spegnersi e separarsi dal secondo stadio tre secondi dopo.

 

Mentre il secondo stadio accendeva il suo motore Merlin-1D Vacuum otto secondi dopo la separazione, continuando a portare l’X-37B verso l’orbita, il primo stadio del Falcon 9 è rientrato a terra, con un riuscito atterraggio in verticale a Cape Canaveral. Il primo stadio è progettato per tornare a terra con i propri mezzi, per poterlo riutilizzare in lanci futuri. Questa parte del vettore di lancio riutilizzabile consente di rendere più economici i lanci spaziali.

 

L’atterraggio è avvenuto otto minuti e 14 secondi dopo il lancio.

Costruito sul sito dell’ex Atlas Launch Complex 13 (LC-13), la Zona di sbarco 1 viene utilizzata per le missioni dove Falcon 9 ha un margine di prestazione sufficiente per riportare il primo stadio al sito di lancio dopo la separazione.

Ora SpaceX  sta rapidamente operando per mettere in sicurezza il primo stadio prima dell’arrivo dell’uragano Irma.

Nel 2017, SpaceX ha effettuato 12 lanci del Falcon 9 e ne sono previsti altri a partire dall’inizio di ottobre.