sabato, Novembre 16, 2024
Home Blog Pagina 1322

Buco nell’ozono: la Cina continua a violare il protocollo di Montreal

0

All’inizio di quest’anno la NASA ci informò che il buco nell’ozono cominciava a chiudersi, grazie alla messa al bando dei CFC. Successivamente, alcuni mesi più tardi, un rapporto del NOAA avvisò che la riduzione del buco nell’ozono si era bruscamente interrotta e che la causa sembrava essere identificabile in forti emissioni di CFC provenienti dalla Cina.

Ora arriva notizia che il principale colpevole è il tetracloruro di carbonio, una molecola sintetica nota anche come  freon 10 o CFC 10. Nonostante appartenga alle categorie di sostanze vietate dal protocollo di Montreal viene ancora utilizzato, soprattutto dall’industria cinese, per la produzione di diversi tipi di Freon e come precursore nella produzione del CFC11, ancora largamente usato dalle industrie cinesi per la sua economicità.

Già a luglio, il rapporto “Blowing It” dell’Environmental investigacion agency  (Eia) comunicò di avere prove convincenti della “produzione illegale e uso di CFC-11 in Cina” con 18 diverse compagnie che operano in 10 province cinesi, “confermando il loro uso di CFC-11 come agente espandente per la produzione di schiume utilizzate per isolare edifici ed elettrodomestici“.

La Cina ha certamente grandi responsabilità ma anche l’industria edilizia occidentale non è da meno perché è proprio questo settore che utilizza i pannelli e le schiume isolanti prodotti in Cina per la loro economicità.

Insomma, la Cina viola sistematicamente il protocollo di Montreal ma è largamente incoraggiata a farlo dal vasto mercato che hanno i suoi prodotti realizzati con sostanze proibite.

Ci si aspetta ora un forte richiamo dell’ONU alla Cina cui, però, dovrà affiancarsi un divieto generalizzato di utilizzare materiale che violi il protocollo di Montreal in tutto il mondo.

Ricordiamo che il Protocollo di Montreal è entrato in vigore nel 1989 per proteggere lo strato di ozono attraverso l’eliminazione delle sostanze che lo riducono. Il protocollo indica oltre 200 singole sostanze con un alto potenziale di riduzione dell’ozono, tra cui clorofluorocarburi (CFC), halon, tetracloruro di carbonio (CTC), 1,1,1-tricloroetano (TCA), idroclorofluorocarburi (HCFC), idrobromofluorocarburi (HBFC), bromoclorometano (BCM) e metilbromuro (MB), tutti denominati “sostanze controllate“.

Antiche statuette di legno ritrovate in una città abbandonata peruviana

0

Gli archeologi hanno portato alla luce 19 statue di legno antropomorfe a Chan Chan, una città abbandonata (e ora sito archeologico) a nord di Lima, in Perù. Queste statue sembra che abbiano oltre 750 anni, rendendole le icone più antiche trovate in quella regione.

Il ministero della Cultura peruviano ha fornito un comunicato stampa che spiega la scoperta lunedì. 

Una squadra di archeologi ha scoperto queste statuette finemente decorate incastonate in minuscole alcove lungo un corridoio che portava a un cortile o una piazza cerimoniale. Ciascuna è alta 70 centimetri e sono tutte in buono stato di conservazione anche se alcune sono senza testa. Quelle con la testa ancora intatta indossano maschere di argilla beige dall’aspetto sinistro.

Il resto del corridoio in cui sono state trovate le statuette è decorato con disegni ad altorilievo, con motivi ondulati e zoomorfi. Secondo il Ministero, questo è il primo ingresso al cortile cerimoniale completamente decorato con rilievi di fango trovato in Chan Chan.  

Oggi, questa località è un  sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO ma, nel lontano 15° secolo, Chan Chan era la vivace e ricca capitale del regno Chimú. Si pensa che sia la città più grande dell’America precolombiana, con una superficie totale di 20 chilometri quadrati. Nel centro della metropoli c’erano sei “cittadelle” o “palazzi” autonome, che formavano insieme un’area di 6 chilometri quadrati. All’interno di ciascuna di queste unità, il popolo Chimú costruì templi, abitazioni e magazzini.  

Da questa base, il suo sovrano, il monarca Chimú, gestiva un impero che si estendeva per 970 chilometri dall’Ecuador al Perù centrale. La società era rigorosa e gerarchica sulla base del presupposto che gli esseri umani non erano nati uguali. Secondo lo Smithsonian, i Chimú credevano che il Sole avesse popolato il mondo con tre uova: una d’oro (per le élite dominanti), una d’argento (per le loro mogli) e una terza di rame (per tutti gli altri).

Il regno di Chimú (e la città di Chan Chan) raggiunse il suo apice nel XV secolo quando circa 60.000 persone vivevano nella capitale. Poco tempo dopo, però, gli Incas conquistarono tutto l’impero e schiavizzarono gli abili artigiani della capitale e li portarono al loro servizio a Cuzco.

Gli archeologi credono che queste particolari statue siano anteriori alla cultura Chan Chan. Secondo la Reuters , potrebbero risalire al 1.100 dopo Cristo. 

New Horizons si prepara per il Flyby con Ultima Thule

0

Tra meno di due mesi e mezzo, la sonda New Horizons della NASA esplorerà il corpo celeste più distante mai visitato da un veicolo spaziale.

Nelle prime ore del mattino del 1 ° gennaio 2019, New Horizons festeggerà il nuovo anno sorvolando l’oggetto della cintura di Kuiper ufficialmente chiamato MU69 2014 ma soprannominato Ultima Thule, una roccia delle dimensioni di una città che gli scienziati considerano una reliquia congelata dalla nascita del sistema solare.

Le uniche informazioni che effettivamente abbiamo su Ultima Thule sono relative alla stima delle sue dimensioni: circa 37 chilometri di larghezza. Per il resto,  non sappiamo se è di forma allungata,  se possiede lune o anelli o è un oggetto solitario. Alcune delle limitate osservazioni di Ultima Thule sembrano suggerire che potrebbe essere composto da due corpi in rotazione reciproca.

Non abbiamo idea di cosa aspettarci“, ha detto il ricercatore capo, responsabile della missione New Horizons, Alan Stern, del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, durante una conferenza stampa tenuta il 24 ottobre presso l’American Astronomical Society.

Si spera che New Horizons possa rivelare i segreti di Ultima Thule, proprio come ha svelato moltissime informazioni su Plutone nel luglio 2015.

New Horizons ci fornirà informazioni su dimensioni, superficie e possibili compagni orbitali di Ultima Thule ma, soprattutto, dovrebbe fornire agli scienziati notizie utili su come si è formato il sistema solare.

aHR0cDovL3d3dy5zcGFjZS5jb20vaW1hZ2VzL2kvMDAwLzA4MC8yNjUvaTAyL25oX3VsdGltYV90aHVsZV9maXJzdF9kZXRlY3Rpb25fdjMuanBnPzE1NDA0ODI3MTc=
A sinistra: un’immagine composita delle prime osservazioni di New Horizons sul suo prossimo obiettivo, l’oggetto della cintura di Kuiper Ultima Thule. Credits: NASA / JHUAPL / SwRI

New Horizons avrà il tempo solo per un breve sguardo ad Ultima Thule, inviandoci immagini ingrandite di quel mondo gelido durante il suo passaggio a 32.000 km/h. Tutti e sette gli strumenti scientifici di New Horizons esamineranno il KBO, sondando la sua superficie per aiutare gli scienziati a comprenderne la composizione. Una telecamera ad alta risoluzione esplorerà la sua superficie e la navicella misurerà i suoi parametri rotazionali.

Durante la fase di avvicinamento ad Ultima Thule, gli strumenti di New Horizons esploreranno lo spazio circostante il corpo celeste per tentare di individuare lune, polvere o anelli di detriti che potrebbero danneggiare il veicolo durante il suo volo ravvicinato. Il team che gestisce la sonda ha tempo fino al 16 dicembre per decidere se effettuare un flyby ravvicinato da 3500 km o ad una distanza più sicura intorno ai 10.000 km.

Stern ed i suoi colleghi non si aspettano di vedere un’atmosfera o qualsiasi segno di processi geologici attivi ma controlleranno a prescindere l’eventuale presenza di dati interessanti.

La sonda, per puntare i suoi strumenti verso Ultima Thule, dovrà ruotare su sé stessa e durante tutta la fase del sorvolo dell’oggetto perderà i contatti con la Terra che riprenderanno solo diverse ore dopo l’incontro ravvicinato quando invierà un segnale per far sapere di essere sopravvissuta all’operazione; il segnale impiegherà più di 12 ore per giungere sulla Terra.

Il 2 gennaio e il 3 gennaio, New Horizons comincerà ad inviare immagini e dati delle misurazioni effettuate durante il flyby. Le foto avranno una risoluzione ancora maggiore rispetto a quelle che la sonda spaziale ha preso su Plutone.

New Horizons impiegò circa 16 mesi per inviare tutti i dati recuperati durante l’incontro di Plutone. La trasmissione da Ultima Thule richiederà ancora più tempo.

I dati arriveranno per tutto il 2019 e la maggior parte del 2020“, ha affermato Stern.

Il veicolo spaziale trasmetterà circa 50 gigabyte di dati a poco più di 1.000 bit al secondo.

I dati ripresi durante il flyby dovrebbe anche aiutare a risolvere un mistero sulla sorprendente luminosità di questo KBO. Come la maggior parte degli oggetti rocciosi nel sistema solare esterno, Ultima Thule è scuro perché è stato cotto dalle radiazioni cosmiche per eoni, ma è un po ‘più luminoso di quanto dovrebbe essere.

“C’è qualcosa che lo rende due volte più luminoso dei nuclei cometari medi”, ha spiegato la dottoressa Lisse del gruppo di studio che lavora sui dati di New Horizons, “noi speriamo che l’osservazione ci aiuti a scoprire cosa fa risplendere così questo oggetto tanto lontano dal Sole.

Bufale: la statua miracolosa

0

di Oliver Melis

All’inizio di agosto 2016 in Messico, un video diventato presto virale mostrava una statua di Gesù Cristo che apriva e chiudeva li occhi. Questo video ha avuto una discreta attenzione da parte dei media internazionali. Molti credenti hanno sostenuto che lo spettacolare avvenimento è un miracolo, almeno questo risulta da quanto riferito dal tabloid britannico The Sun il 10 agosto del 2016 che aggiunge:

Gli investigatori hanno analizzato le immagini che sembrano mostrare la statua aprire e chiudere gli occhi molto rapidamente in una chiesa in Messico.

Gli utenti dei social media sono stati rapidi nel commentare la clip filmata nella Cappella di Saltillo, affermando che si trattava semplicemente di un’illusione ottica o di un nemmeno tanto abile lavoro di Photoshop.

Che coincidenza che ci fosse qualcuno lì per registrarlo“, scrisse una persona

L’investigatore paranormale Ivan Escamilla del sito Web Adimensional, dove il video è stato pubblicato per la prima volta, è stato scoraggiato dalla reazione scettica, sostenendo che il video è stato esaminato “per settimane” da più di 20 specialisti, inclusi i sacerdoti, che “non hanno trovato prove di manomissione“, secondo quanto riferisce il the mirror. Secondo il quotidiano argentino El Ancasti, i funzionari della diocesi di Saltillo, che sono stati i primi a ricevere il video, hanno rifiutato di vederlo, men che meno rilasciare una dichiarazione sulla sua autenticità.

Il filmato non ha nulla di particolare, è scuro, sfocato, tremolante e a bassa risoluzione. Come è stato sottolineato, la concomitante ripresa del video è sospetta. Apparentemente sembra che la statua apra e chiuda gli occhi, ma la sequenza fa pensare agli effetti speciali di un film horror a basso budget e non all’impressione che si sia verificato un miracolo.

Il miglior indizio sul fatto che il video sia stato manipolato è il fatto che le alterazioni in altre aree dell’immagine si verificano esattamente negli stessi momenti in cui gli occhi si aprono e si chiudono.

Per esempio, in una sequenza, si vedono tre fotogrammi che mostrano gli occhi della statua spalancati, in via di chiusura e completamente chiusi. Osservando bene, si notano i cambiamenti delle ombre intorno agli occhi e un cambiamento nella forma del capezzolo di Gesù: se l’unica cosa che accade in questi fotogrammi relativamente stabili fosse effettivamente la chiusura degli occhi della statua, nessun altro cambiamento dovrebbe essere visibile.

Ma i cambiamenti sono visibili, specialmente quando il filmato viene visualizzato a bassa velocità o fotogramma per fotogramma.

Insomma, una bufala.

Nel mondo non si producono abbastanza frutta e verdura per permettere una dieta sana a tutti

0

Un nuovo studio afferma che non produciamo abbastanza frutta e verdura da poter garantire a tutti gli esseri umani una dieta sana.

Pubblicata sulla rivista PLOS One, la ricerca è stata condotta dall’Università di Guelph esaminando la produzione agricola globale, estrapolando la produzione fino all’anno 2050, confrontandola con ciò che i nutrizionisti sostengono che dovremmo mangiare. E i risultati non sono particolarmente buoni.

“Semplicemente, non possiamo tutti adottare una dieta sana con l’attuale produzione agricola globale.”, ha detto il professor Evan Fraser dell’Università di Guelph, uno degli autori dello studio.

Il professor Fraser ha aggiunto che mentre stiamo attualmente sovrapproducendo cereali, grassi e zuccheri, la produzione di frutta e verdura “non è sufficiente a soddisfare i bisogni nutrizionali della popolazione attuale“.

Per ottenere i risultati pubblicati, il team ha lavorato sul presupposto che metà della nostra dieta dovrebbe consistere di frutta e verdura, un quarto di cereali integrali e l’altro quarto costituito da proteine, grassi e prodotti lattiero-caseari. Queste sono raccomandazioni nella guida “Healthy Eating Plate” dell’Università di Harvard.

Poi hanno esaminato quanta terra viene attualmente utilizzata per l’agricoltura, proiettando i risultati al 2050 quando la popolazione globale potrebbe raggiungere i 9,8 miliardi di individui, secondo un rapporto delle Nazioni Unite

Dai risultati è emerso che si producono molti cereali, zucchero e grassi, mentre frutta, verdura e anche le proteine ​​non sono sufficienti.

Abbiamo scoperto che produciamo 12 porzioni di cereali per persona invece delle otto consigliate; cinque porzioni di frutta e verdura invece di 15; tre porzioni di olio e grasso invece di uno; tre porzioni di proteine ​​invece di cinque; e quattro porzioni di zucchero invece di nessuna“, si osserva nello studio.

Una ragione potrebbe essere che i paesi in via di sviluppo tendono a concentrarsi sui carboidrati, che sono più facili da produrre. Questi paesi hanno anche speso più denaro nella ricerca e nello sviluppo di tali colture, piuttosto che su frutta o verdura.

L’altro problema è costituito da grasso, zucchero e sale che “sono gustosi“, ha osservato il co-autore Krishna KC. “Tutti questi fattori combinati hanno portato a un sistema mondiale che sta sovrapproducendo questi tipi di alimenti“.

Per soddisfare le raccomandazioni alimentari, i ricercatori affermano che avremmo bisogno di mangiare meno carne, mentre sarebbe necessario produrre più proteine ​​vegetali. 

Secondo il gruppo che ha effettuato la ricerca, entro il 2050 avremmo bisogno di 12 milioni di ettari di terra arabile e 1 miliardo di ettari di pascoli per soddisfare la domanda attuale.

Star Wars: cancellato lo spin off su Boba Fett

0

Secondo Erick Weber di Critic’s Choice, la presidentessa della Lucasfilm, Kathleen Kennedy, avrebbe dichiarato che il programmato film “Star Wars: Boba Fett” è stato cancellato al 100%.

Kathleen Kennedy mi ha appena confermato che il film su Boba Fett è morto al 100%, tutte le risorse sono al momento concentrate sul serial “The Mandalorian“, ha twittato Weber.

The Mandalorian  è la serie televisiva di Star Wars attualmente in produzione  prevista per il servizio di streaming Disney Play. Non è chiaro se alcune parti del soggetto scritto per il film su Boba Fett saranno integrate nella serie TV.

Il lancio di Disney Play è previsto per il 2019, con con il debutto proprio della serie tv “The Mandalorian“.

Il 31 ottobre la NASA effettuerà un Briefing con i media su InSight

0

L’imminente atterraggio su Marte di InSight, il lander della NASA che studierà il cuore di Marte, sarà l’argomento di un briefing mediatico che si terrà alle 13:30 EDT (10:30 PDT) di Mercoledì 31 ottobre presso la sede della NASA a Washington. Il briefing andrà in onda su NASA Television, il sito web dell’agenzia e la pagina Facebook InSight della NASA.

InSight, è un Lander della NASA che si occuperà dell’esplorazione geologica di Marte, effettuando indagini sismiche, geodesia e verifica delle temperature di profondità. Atterrerà sul pianeta rosso verso le 15:00 EST (mezzogiorno PST) Lunedì 26 novembre. InSight studierà il sottosuolo di Marte ed i risultati, oltre a darci una migliore conoscenza di Marte, contribuiranno a farci capire come si sono formati i corpi rocciosi del sistema solare. Gli strumenti montati sul lander includono un sismometro per rilevare i terremoti e una sonda per monitorare il flusso di calore nel sottosuolo del pianeta.

I partecipanti al briefing includono:

  • Lori Glaze, direttore della Divisione Planetary Science Division, nella sede della NASA, a Washington
  • Bruce Banerdt,  ricercatore principale di InSight, Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, in California
  • Tom Hoffman, project manager di InSight presso il JPL
  • Sue Smrekar, InSight vice-investigator principale presso il JPL
  • Jaime Singer, responsabile dello sviluppo degli strumenti di InSight al JPL

Il pubblico potrà fare domande via Twitter utilizzando l’hashtag #askNASA o lasciando un commento sull’evento nella pagina Facebook InSight della NASA.

Per ulteriori informazioni su InSight, visitare: 
https://mars.nasa.gov/insight/

Segui la missione su Twitter all’indirizzo: 
https://twitter.com/nasainsight

Dwayne Brown / JoAnna Wendel 
Sede della NASA, Washington 
202-358-1726 / 202-358-1003 
dwayne.c.brown@nasa.gov / joanna.r.wendel@nasa.gov

DC Agle 
Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, California 
818-393-9011 
agle@jpl.nasa.gov

Un nuovo fossile conferma come l’Archaeopteryx sia l’anello mancante tra dinosauri ed uccelli

0

JOHN NUDDS, LA CONVERSAZIONE

Forse uno dei fossili più conosciuti al mondo è l’ Archaeopteryx . Con le sue piume meravigliosamente conservate, è stato a lungo considerato il primo uccello nella documentazione fossile, ed è spesso definito “l’icona dell’evoluzione“.

Fino ad oggi, è stata trovata solo una manciata di esemplari di questa specie, la sua elusività si aggiunge al suo fascino.

Ma era davvero il primo uccello – e poteva davvero volare?

Dato che ora sappiamo che gli uccelli discendono dai dinosauri, siamo sicuri che l’ Archaeopteryx non fosse, in realtà, solo un altro piccolo dinosauro coperto di piume?

I miei colleghi e io abbiamo avuto la rara opportunità di esaminare uno scheletro di Archaeopteryx usando uno dei sincrotroni più potenti del mondo, un tipo di acceleratore di particelle come una macchina a raggi X, ma diecimila miliardi di volte più luminoso di quelli di un ospedale.

Siamo stati in grado di vedere all’interno della roccia e scoprire frammenti di ossa mai visti prima. Ciò che abbiamo scoperto ci ha sorpreso: questa era una specie completamente nuova di Archaeopteryx .

Il primo fossile di Archaeopteryx fu scoperto nelle rocce calcaree risalenti al giurassico della Baviera, nell’estate del 1861, appena due anni dopo la pubblicazione dell’Origin of Species di Darwin. Sembrava proprio essere uno dei predetti “anelli mancanti” di Darwin, il legame tra rettili e uccelli, in particolare tra dinosauri e uccelli.

Sembrava certamente un uccello, con piume delicatamente conservate sulle ali e una coda a forma di ventaglio. Aveva anche un forcone o “furcula”, proprio come si trova in un pollo arrosto. E, in quel momento, entrambe queste caratteristiche erano pensate essere proprie solo degli uccelli.

Ma l’ Archaeopteryx aveva anche alcune caratteristiche molto rettiliane, una lunga coda ossuta e una mascella piena di denti molto affilati, e sembrava essere a cavallo tra i due gruppi di animali.

Un secondo esemplare fu trovato nel 1876 ma i fossili dell’Archaeopteryx sono rimasti generalmente inafferrabili e, da allora, ne abbiamo scoperti solo 12 esemplari. Uno di questi è stato perso e molti altri sono frammenti.

Nonostante oltre 150 anni di studio, abbiamo ancora molto da scoprire su questo uccello primitivo. Gran parte della polemica è relativa alla questione sulla capacità dell’Archaeopteryx di volare, il maggior consenso è sull’idea che, nel migliore dei casi, fosse un “debole volatore“, come le galline, per intenderci.

L’ottavo esemplare scoperto era uno dei meno conosciuti. Fu scoperto da un collezionista privato in una cava vicino a Daiting, in Baviera, in Germania, nei primi anni ’90, e passò di mano diverse volte prima di essere venduto a buon mercato a un altro collezionista privato nella convinzione che fosse uno pterosauro comune.

Si dice che il cercatore, nel rendersi conto di ciò che aveva fatto, si sia buttato giù dalla cima della cava, dato che questi esemplari possono cambiare di mano per milioni di dollari.

Poi, nel 2009, il cacciatore di dinosauri Raimund Albersdörfer, anch’egli della Baviera, acquistò l’esemplare e nel 2011 lo ha messo a disposizione del nostro gruppo di ricerca per uno studio scientifico.

Non è ben conservato e lo abbiamo soprannominato “il brutto uccello“, poiché le ossa si erano staccate dopo la sua morte e sono state confuse e frantumate. La metà inferiore del corpo mancava completamente.

L '"ottavo esemplare". (John Nudds)L ‘”ottavo esemplare”. (John Nudds)

L’abbiamo portato a Grenoble, all’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF), dove siamo stati in grado di eseguire una dissezione virtuale dello scheletro e a rimettere insieme i frammenti delle ossa che si erano frantumate quando l’animale morì 150 milioni di anni fa.

Tutti gli esemplari di Archaeopteryx erano stati classificati come un’unica specie, l’ Archeopteryx lithographica, ma questo sembrava essere diverso.

Era anche stato raccolto da uno strato roccioso diverso rispetto agli altri, che provenivano tutti dalla famosa Formazione di Solnhofen. Il nostro esemplare è stato raccolto dalla Formazione di Moernsheim, posta al di sopra della Formazione di Solnhofen ed è considerata più giovane di mezzo milione di anni.

Più vicino agli uccelli

Per prima cosa abbiamo notato che le ossa del cranio erano fuse insieme. Poi abbiamo notato che la furcula aveva un’estensione a forma di manopola, che negli uccelli moderni è un aggancio per i potenti muscoli utilizzati per il volo.

Nessuna di queste caratteristiche è stata vista negli Archeopteryx lithographica. Un’apertura espansa in una delle ossa della cintura della spalla (chiamata coracoide) suggeriva che un grande nervo passasse attraverso questo osso, suggerendo un colpo di ala più potente.

Ma la nostra più grande sorpresa è stata quando abbiamo notato che le ossa del polso erano fuse insieme, un’altra caratteristica degli uccelli moderni nota come fusione “carpo-metacarpo”. Ciò lo forniva di una struttura rigida che avrebbe permesso alle ali di creare un potente battito.

Una scansione di sincrotrone ha aiutato a rivelare le caratteristiche del fossile. (Paul Tafforeau / ESRF)

Una scansione al sincrotrone ha aiutato a rivelare Le caratteristiche del fossile. (Paul Tafforeau / ESRF)

L’archeopteryx lithographica possedeva invece il polso flessibile già visto nei dinosauri suoi antenati. Era ovvio che il nostro esemplare mostrava molte delle caratteristiche osservate nei moderni uccelli volanti che non si vedevano nella debole litografia dell’Archaeopteryx .

Avevamo scoperto una specie nuova per la scienza, e l’abbiamo chiamata Archaeopteryx albersdoerferi dopo che il suo proprietario l’aveva salvata dall’oscurità.

Ogni volta che viene scoperto un anello mancante, questo crea altri due anelli mancanti: cosa è venuto prima e cosa è venuto dopo. In questo caso, ciò che è venuto prima dell’Archaeopteryx è stato scoperto nel 1996 con la scoperta dei dinosauri piumati in Cina .

La nostra nuova specie è ciò che è venuto dopo. Conferma l’ Archaeopteryx come il primo uccello e non solo uno dei tanti dinosauri teropodi piumati, come alcuni ricercatori hanno suggerito di recente .

La nostra ricerca rimette l’ Archaeopteryx sul podio come primo esemplare di uccello.La conversazione

John Nudds , Senior Lecturer in Paleontologia, Università di Manchester .

Questo articolo è ripubblicato da The Conversation sotto una licenza Creative Commons. Leggi l’ articolo originale .

Proposta corso di formazione più offerta di lavoro

0

Osmosi SPA, agenzia per il lavoro cerca candiati per unc orso di formazione come Assistente Tecnico Artificiere.

Il corso ha una durata di un mese e mezzo al termine del quale è prevista assunzione a tempo indeterminato con CCNL, paga netta 1400 euro mensili.

Per il periodo del corso all’alloggio penserà l’agenzia con sistemazioni di massimo due persone per stanza.

Tutti i particolari ed i contatti per ulteiori info nella locandina sottostante.

manifesto

Scoperto un modo conveniente per trasformare la CO2 in sostanze utili

0

Un team di ricercatori della Stanford University è riuscito a sviluppare un sistema di celle elettrochimiche in grado di convertire il monossido di carbonio (CO) derivato dalla CO2 in composti commercialmente utili in modo più efficace ed efficiente rispetto alle tecnologie esistenti. 

La ricerca, pubblicata il 25 ottobre sulla rivista Joule , fornisce una nuova strategia per la cattura dello CO2 e per la sua conversione.

La cattura della CO2 direttamente dalle fonti di emissione è un’opzione allettante per mitigare i cambiamenti climatici, ma è un processo costoso che raccoglie un prodotto senza valore commerciale. La nuova ricerca permette, però, di aggiungere valore alla CO2 catturata usando l’elettrolisi, una tecnica che utilizza la corrente elettrica per scomporre i composti, e convertirli in prodotti più desiderabili come l’etilene per la produzione di polimeri o l’acetato come reagente per la sintesi chimica.

Secondo l’autore senior della ricerca Matthew Kanan, professore associato di chimica alla Stanford University “I prodotti C2 come l’etilene, l’acetato e l’etanolo sono intrinsecamente più preziosi dei prodotti C1 come il metano perché sono prodotti chimici versatili“.

Mentre la conversione di CO2 in CO è già commercialmente possibile, lo sviluppo di una tecnologia in grado di produrre prodotti chimici C2 da CO su scala industriale è ancora una sfida. L’elettrolisi deve convertire il CO in prodotti ad alta velocità con un basso fabbisogno energetico complessivo per essere redditizio. I precedenti tipi di celle elettrochimiche richiedevano un notevole apporto di CO per ottenere un alto tasso di elettrolisi, che si traduce in prodotti diluiti che devono essere concentrati e purificati, un processo che richiede più energia (e maggiori costi).

Le celle elettrochimiche create da Kanan e dal suo team combattono queste inefficienze con un design modificato che produce un flusso concentrato di gas etilene e una soluzione di acetato di sodio 1000 volte più concentrato rispetto al prodotto ottenuto con le celle precedenti. La cella utilizza un elettrodo di diffusione del gas (GDE) combinato con un campo di flusso attentamente progettato che migliora notevolmente l’erogazione di CO sulla superficie dell’elettrodo e la rimozione dei prodotti

Il team ha inoltre eliminato la necessità di una soluzione elettrolitica nella cellula connettendo il GDE direttamente con una membrana. Di conseguenza, sia l’etilene che la soluzione di acetato concentrato vengono prodotti all’elettrodo e recuperati dalla cella grazie ad una singola corrente di vapore. Prima di questo lavoro, la combinazione di un alto tasso di elettrolisi, alta conversione di CO e flussi di prodotti concentrati non era stata raggiunta“, ha spiegato Kanan.

Il team sta attualmente testando il prototipo per determinare se il progetto necessita di modifiche sostanziali per poter essere utilizzato su scala industriale, con la speranza che alla fine sia possibile combinare le nuove celle elettrolitiche con le tecnologie già esistenti per convertire CO2 in CO. Il dispositivo potrebbe anche essere utile per l’esplorazione dello spazio, in particolare missioni nello spazio profondo in cui non è possibile rifornirsi dalla Terra.

In collaborazione con i ricercatori guidati da John Hogan presso il NASA Ames Research Center, il team sta lavorando per combinare la sintesi elettrochimica con la biosintesi microbica per riciclare la CO2 espulsa dagli astronauti ed ottenere cibo e altre sostanze utili.