Nel 2021, il rover dell’ESA Rosalind Franklin lascerà le sue impronte sulla sabbia rugginosa di Marte mentre si muove alla ricerca di elementi chimici che possano indicare la presenza di vita.
Il nome del rover dell’Agenzia Spaziale Europea che raggiungerà Marte nell’ambito della missione Exomars è stato scelto in onore della scienziata britannica Rosalind Franklin, specializzata in chimica, che contribuì alla scoperta della struttura elicoidale del DNA, senza mai ottenere il riconoscimento che avrebbe meritato.
Una giuria di tecnici ha esaminato oltre 36.000 proposte inviate dai cittadini dei 22 stati che partecipano all’ESA prima di stabilire che Rosalind Franklin è il nome perfetto per un rover che dovrà occuparsi di individuare sostanze chimiche organiche complesse. “Questo nome ci ricorda che il desiderio di conoscere ed esplorare è scritto nel nostro DNA: la ricerca del sapere fa parte della nostra eredità genetica ed è in tutto ciò che facciamo all’ESA“, ha spiegato il direttore generale dell’ESA, Jan Woerner .
“Il rover Rosalind cattura questo spirito e ci porta tutti in prima linea nell’esplorazione dello spazio.”
La missione ExoMars 2020 studierà il terreno e le rocce di Marte vicino all’equatore, nella speranza che possano essere scoperti segni di biochimica passata o addirittura presente. Il laboratorio mobile perforerà la superficie fino a una profondità di due metri ed analizzerà i campioni prelevati con una serie di strumenti. Anche se è improbabile che vengano trovate forme di vita attiva di qualsiasi complessità reale, sarebbe già molto interessante individuare un qualche precursore biochimico o qualche processo di chimica organica simile a quelli che hanno dato il via alla vita sulla Terra miliardi di anni fa.
Rosalind Franklin è oggi un nome sinonimo di quel periodo pionieristico. Durante la sua carriera di chimico e cristallografo ai raggi X ha auto il merito di svelare le strutture dei virus e la matrice molecolare del carbonio. Ma fu per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA che la Franklin divenne famosa. Non è stato, però, sempre così. Negli anni seguenti, quando Francis Crick dell’Università di Cambridge e James Watson confermarono la struttura elicoidale della molecola basandosi sulle immagini della diffrazione a raggi X della Franklin, il suo nome nelle pubblicazioni era, nel migliore dei casi, riportato in una nota a piè di pagina.
Watson e Crick ricevettero il premio Nobel per la fisiologia nel 1962 insieme a un collega della Franklin. La sua scomparsa la escluse, di fatto, dal premio. Se anche lei avrebbe ricevuto il prestigioso riconoscimento è una questione ampiamente dibattuta. Ciò che sembra essere chiaro è che il suo ruolo nella scoperta fu minimizzato, celato dalle politiche di laboratorio e dal sessismo, privandola del riconoscimento che i suoi colleghi ricevettero negli anni successivi.
Negli ultimi decenni, però, la storia ha reso giustizia alla Franklin che, finalmente, è stata riconosciuta per la grande mente che fu, tra i suoi contemporanei. Che uno strumento pioneristico ed avanzato come il rover marziano, un laboratorio mobile, sia battezzato con il suo nome è un onore che avrebbe sicuramente apprezzato, come sostiene sua sorella Jenifer Glynn.
“Visitai Rosalind in ospedale il giorno in cui l’Unione Sovietica lanciò il primo satellite, lei, nonostante la malattia, era eccitata da quella notizia che segnava l’inizio dell’esplorazione spaziale“, ha raccontato Glynn alla BBC .
Il nome “Rosalind Franklin” è un nome più articolato che “Spirit” o “Opportunity” ma “Rosalind the Rover” suona comunque molto bene ed è giusto che venga usato per esteso il nome della grande ricercatrice piuttoto che, come è stato suggerito da alcune parti, “Rosie” o “Rosy” – un soprannome che la stessa Franklin avrebbe quasi certamente odiato ascoltare.