La Casa d’Asburgo è stata una delle più importanti ed antiche famiglie reali ed imperiali d’Europa. I suoi membri sono stati per molti secoli imperatori del Sacro Romano Impero, hanno governato in Austria come duchi, arciduchi e imperatori; sono stati re di Spagna e re del Portogallo.
Tra i motivi del loro declino un posto rilevante spetta a quello che tecnicamente viene definito come “collasso genealogico”. Più andiamo indietro nel tempo e più riscontriamo che ciascuno di noi è “incrociato” con un numero ristretto di individui. La genealogia di ciascuno di noi infatti, andando a ritroso nelle generazioni, prima o poi collassa, è però importante che questo non avvenga in termini di generazioni recenti.
Gli Asburgo infatti per perpetuare il loro potere iniziarono già verso la fine del 1500 ad abbandonare i matrimoni esogamici, in altri termini iniziarono a sposarsi e riprodursi tra parenti. Uno degli esempi più eclatanti è quello di Carlo II ultimo regnante di Spagna della dinastia imperiale degli Asburgo, che morì cinque giorni prima del suo trentanovesimo compleanno il 1 novembre del 1700.
Carlo che non lasciò né figli né eredi, aveva gravissimi problemi di salute, epilettico e affetto da gravi turbe mentali, il sovrano era tormentato dalle allucinazioni e aveva la stramba pretesa di far esumare i suoi antenati per poter osservare i loro corpi in putrefazione.
Nel Seicento arrivare alla soglia dei 40 anni non era da tutti, ma arrivarci nelle condizioni fisiche e psichiche di Carlo fu quasi un vero miracolo. Carlo fu l’ultimo regnante di Spagna degli Asburgo che si contraddistinguevano somaticamente con l’inimitabile «mento asburgico» (la mandibola prognata, secondo il gergo medico moderno) che sporgeva letteralmente in avanti, marchio del potere divino trasmesso di padre in figlio e tramite molte figlie e madri per generazioni.
Questa peculiarità fisica era la conseguenza dei frequentissimi incroci generazionali frutto dei matrimoni combinati tra parenti, pratica perseguita tenacemente per oltre un secolo dagli Asburgo. Il padre di Carlo era Filippo IV di Spagna, sua madre Maria Anna d’Austria. La madre di sua madre era Maria Anna di Spagna, sorella di Filippo dunque, la nonna materna di Carlo era anche la sua zia paterna. Filippo e Maria Anna erano figli di Margherita d’Austria, il che significa che quest’ultima era contemporaneamente nonna e bisnonna di Carlo. Nel albero genealogico, questi fatti assumono la chiara forma di anelli chiusi, al posto di quelle che dovrebbero essere delle ramificazioni aperte.
Per capire il livello di endogamia tra gli Asburgo in otto generazioni si dovrebbero contare 254 individui diversi, Carlo ne contava soltanto 82. L’incrocio endogamico con il massimo grado di consanguineità che possa avvenire con un solo accoppiamento è quello tra un fratello e una sorella: ciò corrisponde al massimo grado di collasso genealogico nell’ambito di un’unica generazione. Nel caso di un figlio concepito da fratello e sorella, in media un quarto del genoma totale contenuto in tutti i geni sarà identico su entrambe le coppie dei ventitré cromosomi. Le probabilità che alcuni di questi siano alleli recessivi dannosi sono elevate, e in un figlio da incrocio esogamico sarebbero mascherati dall’apporto di varianti diverse definite da un parametro che si chiama coefficiente di inbreeding, indicato con la lettera F.
Con un valore compreso tra 0 e 1, si indica la probabilità che due geni omologhi di un individuo siano identici per discendenza. Ad esempio, F = 0 corrisponde a una omozigosi attesa del 50% (accoppiamenti random), mentre F = 1 indica una omozigosi attesa del 100% (inbreeding). Il figlio di un fratello e di una sorella avrà un valore di F=0,25.
Nel 2009 un pool di genetisti spagnoli ha misurato il coefficiente di inbreeding di Carlo II, dopo secoli di accoppiamenti tra zii e nipoti e tra cugini di primo grado Carlo aveva accumulato un livello di incrocio superiore a quello del figlio di un fratello e una sorella.
Le conseguenze di questa folle politica “matrimoniale” fu un elevato tasso di disabilità fisiche e mentali che portarono alla decadenza degli Asburgo ed all’estinzione di alcuni rami della casata.
Il collasso genealogico degli Asburgo
Nuovo coronavirus, aggiornamento della protezione civile: 1577 infettati, 34 morti, 83 guariti in Italia
Ormai gli aggiornamenti ufficiali sulla situazione in Italia vengono comunicati una volta al giorno nel secondo pomeriggio. L’ultimo bilancio fornito dal commissario della protezione civile Angelo Borrelli vede i casi confermati saliti a 1577, con un incremento di 478 rispetto a ieri. Salgono invece a 34 i deceduti e sono ora 83 persone dichiarate guarite. Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza sono stati dunque 1.694 i contagiati.
“Settecentonovantotto PERSONE (pari al 51%) sono in isolamento domiciliare e non hanno sintomi – ha detto Borrelli – 639 sono ricoverati con sintomi (41%), 140 di cui 106 in Lombardia sono in terapia intensiva“. “I tamponi sono oltre 20 mila, esattamente 21.127“.
“I primi casi ricostruiti retrospettivamente risalgono all’inizio del mese di febbraio, ma l’infezione probabilmente già circolava nella seconda metà del mese di gennaio. Su questo stiamo facendo verifiche per fare ricostruzioni retrospettive oltre alle proiezioni“. Lo ha detto Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità.
Saranno distribuite domani al Centro operativo Misto di Codogno, proporzionalmente per numero di abitante di ogni comune in zona rossa, le mascherine arrivate nei giorni scorsi alla prefettura di Lodi.
La Scala di Milano resterà chiusa almeno fino all’8 marzo causa coronavirus. “Tutti gli spettacoli e le manifestazioni aperti al pubblico previsti al Teatro alla Scala fino all’8 marzo – si legge sul sito – sono annullati“. Questo significa che sono cancellati il concerto del coro e dell’orchestra della Scala diretti da Zubin Mehta il 7 marzo e la prima della Salomè di Richard Strauss diretta da Riccardo Chailly e con la regia di Damiano Michieletto, una delle produzioni più attese dell’anno.
Ricostruita la mutazione genetica che ha trasformato il coronavirus degli animali in un virus umano, adattato cioè all’organismo degli esseri umani e capace di colpirlo. Il risultato, accessibile online e in via di pubblicazione sul Journal of Clinical Virology, è italiano e si deve al gruppo di statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma diretto da Massimo Ciccozzi; il primo autore è lo studente Domenico Benvenuto. Studiando le sequenze genetiche del virus in circolazione in Cina i ricercatori ne hanno ricostruito le mutazioni fino a scoprire quella che è stata decisiva per il cosiddetto salto di specie, ossia il cambiamento che ha permesso a un virus tipico degli animali, in particolare dei pipistrelli, di diventare capace di aggredire l’uomo. “E’ stato un cambiamento decisivo, una mutazione molto particolare avvenuta fra il 20 e il 25 novembre“, ha detto Ciccozzi all’Ansa.
Altre sei persone si sono dimostrate positive al coronavirus in Libano, ha dichiarato il Ministero della Sanità in una nota. Questi ultimi casi portano a 10 il numero totale di persone con coronavirus in Libano.
Altre sei persone si sono dimostrate positive al coronavirus in Bahrein, ha comunicato il ministero della salute del Bahrein. Cinque dei casi sono cittadini del Bahrein e uno è l’Arabia Saudita, ha aggiunto il ministero. Le sei persone, che sono recentemente tornate dall’Iran, portano il numero totale di casi positivi di coronavirus a 47, ha detto il ministero della salute.
Il Dipartimento della Salute del Rhode Island (RIDOH) ha annunciato il primo caso presunto dello stato di COVID-19. L’individuo non identificato, descritto come è stato in Italia a metà febbraio, è attualmente in cura presso un ospedale non divulgato, afferma la nota.
Per fronteggiare la situazione, è stato stabilito che le scuole rimarranno chiuse in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per una settimana, fino all’8 marzo. Nella riunione tra i rappresentanti delle regioni al centro dell’emergenza coronavirus e il governo si è discusso soprattutto della ripresa o meno delle lezioni, sospese già da una settimana.
Borrelli ha anche fornito la suddivisione dei casi per regione specificato che in Lombardia ci sono 552 positivi, 40 dimessi e 23 deceduti, per un totale di 5.723 tamponi eseguiti. In Veneto 189 positivi, due deceduti e 8.659 tamponi. In Emilia Romagna 213 positivi, quattro deceduti e 1.550 tamponi. In Piemonte undici positivi e 308 tamponi. In Liguria 38 positivi, quattro dimessi e 121 tamponi. Marche: undici positivi e 68 tamponi. In Toscana dieci positivi, un dimesso e 531 tamponi. In Sicilia, 2 positivi e 2 dimessi e sei tamponi. Nel Lazio tre positivi, 679 tamponi. Campania: 13 positivi e 373 tamponi. In Puglia tre positivi e 252 tamponi. A Bolzano un positivo e 16 tamponi. In Abruzzo due positivi e 43 tamponi. In Calabria un positivo e 27 tamponi. In Sardegna nessun positivo e un solo tampone. In Umbria nessun positivo, 31 tamponi.
Il commissario all’emergenza ha inoltre precisato che “le persone ricoverate sono il 38%” di quelle colpite e tra queste “il 10% è in terapia intensiva“. Il 52% degli ammalati è invece in isolamento domiciliare.
Nel frattempo è stato confermato il primo decesso negli Stati Uniti ed il primo anche in Australia.
A livello globale i casi registrati sono 87.686, con 2.994 decessi e 42.634 pazienti dichiarati guariti.
Dodici nuovi casi di coronavirus sono stati confermati in Inghilterra, sei dei quali recentemente erano stati in Italia e due in Iran. Il numero di casi confermati di coronavirus nel Regno Unito è salito a 35, distribuiti tra Inghilterra, Irlanda del Nord e Galles.
Il numero di persone che sono morte a causa del coronavirus in Iran è salito a 54, secondo quanto riferito ai media statali dal ministero della Sanità iraniano. Parlando con i giornalisti a Teheran, il portavoce del Ministero della Sanità Kianoush Jahanpour ha dichiarato che 978 persone sono state infettate dal virus finora, con 385 nuovi casi rilevati ieri, riferisce l’agenzia di stampa statale Mehr.
Medici e infermieri in pensione nel Regno Unito potrebbero essere impiegati se il nuovo coronavirus si diffondesse in tutto il paese, ha dichiarato il segretario alla sanità britannico. Il piano di reclutamento di operatori sanitari in pensione – soprannominato “Dad’s Army” dai media britannici – è una delle misure più ampie incluse in un “piano di battaglia” per il coronavirus, delineato in una dichiarazione di Matt Hancock.
In Italia, la regione Lombardia ha chiesto di poter richiamare in servizio medici ed infermieri in pensione per affrontare l’emergenza in corso.
A meno di quattro mesi dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive, i timori causati dal nuovo coronavirus mettono in dubbio il più grande evento sportivo del pianeta. I Giochi del 2020 sono programmati a Tokyo ma con oltre 2.900 decessi a livello globale, la maggior parte dei quali verificatisi in Asia, si teme che i Giochi di Tokyo possano essere ritardati o annullati del tutto.
Oggi, Papa Francesco ha affermato che un raffreddore gli impedirà di partecipare a un ritiro spirituale di una settimana fuori Roma. Il Vaticano non ha risposto a una richiesta di commento sabato se Francesco è stato testato per il coronavirus. Giovedì scorso, il Vaticano ha affermato che il Papa ha sofferto di un “lieve disturbo” che gli ha causato la cancellazione dei suoi eventi pubblici e venerdì funzionari hanno affermato che il Papa continuava a tenere riunioni private nella sua residenza nella Vaticano.
I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie della Corea del Sud hanno annunciato oggi 586 nuovi casi di coronavirus, portando il totale del Paese a 3.736.
Un altro passo verso la comprensione dell’asimmetria materia-antimateria nell’universo
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Sussex hanno misurato una proprietà del neutrone con una precisione mai raggiunta prima. La loro ricerca è parte di uno studio sul perché nell’universo rimane della materia, e invece non c’è praticamente traccia dell’antimateria.
La squadra composta dal Rutherford Appleton Laboratory del Consiglio scientifico e tecnologico (STFC) nel Regno Unito, dal Paul Scherrer Institute (PSI) in Svizzera e da un certo numero di altre istituzioni, ha cercato di capire se il neutrone agisce o meno come una “bussola elettrica“.
Si pensa che i neutroni abbiano una forma leggermente asimmetrica, leggermente positiva a un’estremità e leggermente negativa all’estremità opposta, un po’ come l’equivalente elettrico di una barra magnetizzata. Questo è il cosiddetto “momento di dipolo elettrico” proprio quello che i ricercatori stavano cercando.
Questa scoperta è un pezzo importante del quesito sul perché la materia faccia parte dell’universo. Infatti le teorie scientifiche che spiegano l’esistenza della materia si basano sulla proprietà osservata nel neutrone che si comporta, appunto, come una specie di bussola magnetica. Misurare questa proprietà consente agli scienziati di capire perché la materia permane nell’universo.
I ricercatori hanno scoperto che il neutrone ha un momento di dipolo elettrico (EDM) significativamente più piccolo di quanto previsto dalle varie teorie sul perché la materia sia presente nell’universo; ciò rende meno probabile che queste teorie siano corrette, quindi devono essere modificate o devono essere formulate nuove teorie. In effetti è stato detto in letteratura che nel corso degli anni queste misurazioni “EDM”, considerate come un set, hanno probabilmente smentito più teorie di qualsiasi altro esperimento nella storia della fisica. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Physical Review Letters.
Il professor Philip Harris, capo della School of Mathematical and Physical Sciences e leader del gruppo EDM dell’Università del Sussex, ha dichiarato: “Dopo oltre due decenni di lavoro dei ricercatori dell’Università del Sussex e di altre istituzioni, un risultato finale è emerso da un esperimento progettato per affrontare uno dei problemi più profondi della cosmologia negli ultimi cinquant’anni: vale a dire la questione del perché L’universo contiene materia. Perché l’antimateria non ha annullato tutta la materia? Perché è rimasta della materia?”
“La risposta si riferisce a un’asimmetria strutturale che dovrebbe apparire in particelle come i neutroni. Questo è ciò che stavamo cercando. Abbiamo scoperto che il “momento di dipolo elettrico” è più piccolo di quanto si credesse. Questo ci aiuta a escludere alcune teorie sul perché rimane la materia, perché le teorie che governano le due cose sono collegate”.
“Abbiamo stabilito un nuovo standard internazionale per la sensibilità di questo esperimento. Ciò che stiamo cercando nel neutrone – l’asimmetria che mostra che è positivo da un lato e negativo dall’altro – è incredibilmente piccolo. Il nostro esperimento è stato in grado di misurarlo in modo così dettagliato che se l’asimmetria potesse essere aumentata fino alle dimensioni di un pallone da calcio, il pallone riempirebbe l’Universo visibile“.
L’esperimento è una versione aggiornata dell’apparato originariamente progettata dai ricercatori dell’Università del Sussex e del Rutherford Appleton Laboratory (RAL) e che ha registrato il record di sensibilità mondiale ininterrottamente dal 1999 ad oggi.
Il dott. Maurits van der Grinten, del gruppo EDM del Rutherford Appleton Laboratory (RAL), ha dichiarato: “L’esperimento combina varie tecnologie all’avanguardia che devono essere eseguite simultaneamente. Siamo lieti che l’attrezzatura, la tecnologia e l’esperienza sviluppata dagli scienziati della RAL abbia contribuito al lavoro per spingere il limite su questo importante parametro“.
50.000 misurazioni
Ogni momento di dipolo elettrico che un neutrone può presentare è piccolissimo, e quindi estremamente complicato da misurare. Le precedenti misurazioni effettuate da altri ricercatori lo hanno confermato. In particolare, il team ha dovuto fare di tutto per mantenere il campo magnetico locale costante durante le ultime misurazioni. Ad esempio, ogni camion che passava lungo la strada accanto all’istituto disturbava il campo magnetico su una scala che sarebbe stata significativa per l’esperimento, quindi questo effetto doveva essere compensato durante la fase delle misurazione.
Inoltre, il numero di neutroni osservati doveva essere abbastanza grande da fornire la possibilità di misurare il momento del dipolo elettrico. Le misurazioni sono proseguite per due anni. Sono stati misurati i cosiddetti neutroni ultrafreddi, cioè neutroni con una velocità relativamente bassa. Ogni 300 secondi, un gruppo di oltre 10.000 neutroni veniva indirizzato all’esperimento ed esaminato in dettaglio. I ricercatori hanno misurato un totale di 50.000 di questi gruppi.
Fissato un nuovo standard internazionale
Gli ultimi risultati dei ricercatori hanno supportato e migliorato quelli dei loro predecessori così da fissare un nuovo standard internazionale. Le dimensioni dell’EDM sono ancora troppo piccole per essere misurate con gli strumenti finora utilizzati, quindi alcune teorie che hanno tentato di spiegare l’eccesso di materia sono diventate meno probabili.
Il mistero rimane, per il momento.
La misurazione successiva, più precisa, è già in fase di realizzazione presso PSI. La collaborazione con PSI prevede di iniziare la prossima serie di misurazioni entro il 2021.
“Nuova fisica”
Il nuovo risultato è stato determinato da un gruppo di ricercatori di 18 istituti e università in Europa e negli Stati Uniti sulla base dei dati raccolti presso la fonte ultra neutra di neutroni del PSI. I ricercatori hanno raccolto lì i dati per un periodo di due anni, in seguito due team separati li hanno valutati con molta attenzione e sono stati in grado di ottenere un risultato più accurato che mai.
Il progetto di ricerca fa parte della ricerca della “nuova fisica” che andrà oltre il modello standard che definisce le proprietà di tutte le particelle conosciute. Questo è anche uno degli obiettivi principali degli esperimenti in strutture più grandi come il Large Hadron Collider (LHC) al CERN.
Le tecniche originariamente sviluppate per la prima misurazione dell’EDM negli anni ’50 hanno portato a sviluppi che hanno cambiato il mondo, come gli orologi atomici e gli scanner per la risonanza magnetica, e fino ad oggi mantengono il suo enorme e costante impatto nel campo della fisica delle particelle.
Fonte: Phys.org
“Life beyond Earth”, una nuova divisione della NASA per cercare la vita oltre la Terra
Jim Green scienziato capo della NASA recentemente ha dichiarato a un giornale britannico che “Il mondo non è pronto per la scoperta della vita su Marte e non credo che siamo preparati ai risultati”.
Un ulteriore passo avanti da questa affermazione sarebbe chiedere che: “La NASA è pronta a trovare la vita oltre la Terra?” La ricerca della vita oltre il pianeta Terra ha raggiunto un punto critico. Siamo sul punto di dover cambiare prospettiva e a poter trovare un posto dell’umanità nell’universo per poter finalmente rispondere alla domanda “Siamo soli nell’universo?”
Ricercare la vita oltre la Terra è una missione avvincente. Tuttavia, le capacità per realizzare la ricerca sono distribuite all’interno della NASA, principalmente dislocate verso le missioni scientifiche. Inoltre competono con la ricerca della vita oltre il pianeta Terra anche altre priorità dal punto di vista di risorse e urgenze. Questa è una ricerca che riguarda tutta l’umanità, e per far in modo che la NASA abbia successo bisognerà avere un nuovo approccio.
Perché proprio adesso? La ricerca è iniziata a metà degli anni ’90, quando gli scienziati Michel Mayor e Didier Queloz hanno scoperto il primo pianeta in orbita attorno a un’altra stella nel 1995, scoperta che è stata riconosciuta con il premio nobel per la fisica nel 2019. Nel 1996 la scoperta di quelli che sembravano segni fossili di attività batterica all’interno di un campione di meteorite arrivato da Marte, ha creato un nuovo slancio nell’attuare il programma planetario della NASA. La scoperta è stata poi smentita e spiegata in un altro modo ma, grazie a queste scoperte si sono innescate une serie di missioni e ricerche che oggi stanno dando interessanti riscontri, anche economici.
Il team scientifico della missione Kepler della NASA è riuscita ad identificare ben 2.700 pianeti extrasolari, i cosiddetti esopianeti. Con la missione Kepler e altre osservazioni si è dimostrato che il nostro sistema solare non è tipico, e che gli altri pianeti si presentano con tipologie e orbite diverse. Da qui si è potuto identificare i candidati con caratteristiche simili alla Terra che orbitano intorno ad altri soli.
I pianeti che si trovano in una zona abitabile in cui si prevede la presenza dell’acqua allo stato liquido sono di grande interesse. Queste scoperte hanno creato una comunità di studiosi entusiasta in rapida crescita, desiderosa di riuscire a trovare la vita oltre il pianeta Terra.
Il team della missione Cassini ha scoperto, all’interno del nostro sistema solare, la presenza di geyser su Encelado, una delle lune di Saturno, da cui sgorga acqua salata aprendo alla possibilità che la luna ghiacciata possa ospitare la vita, sostenuta da possibile attività idrotermale, condizione simile alla vita trovata nelle profonde aperture oceaniche sulla Terra.
L’astrobiologia, un campo scientifico interdisciplinare che si occupa di studiare le origini e la ricerca della vita nell’universo, è passata da un’iniziativa di ricerca teorica speculativa iniziata alla NASA oltre 20 anni fa, al mainstream osservazionale con una fiorente comunità scientifica.
Adesso è arrivato il momento di creare una nuova organizzazione all’interno della missione scientifica della NASA, la “Life beyond Earth”.
La nuova organizzazione riunirebbe le capacità di ricerca della vita della NASA, inclusi i futuri telescopi e le missioni di esplorazione del sistema solare. Potrebbe risultare una proposta radicale il riunire capacità così diverse. Tuttavia, l’obiettivo scientifico comune dovrebbe guidare l’organizzazione, e non la capacità o la tecnica. La produzione di telescopi è molto importante visto che sono riusciti a scoprire i pianeti all’interno del nostro sistema solare, e i futuri telescopi, che serviranno per la ricerca della vita, forniranno incredibili capacità di imaging ad alta risoluzione, non solo degli esopianeti, ma anche dei pianeti e delle lune del sistema solare.
In un organizzazione di ricerca della “vita oltre la Terra” dovrebbe essere inclusa la scienza abilitata nell’esplorazione umana. I futuri astronauti della missione Artemis potranno restituire campioni dai crateri lunari, permanentemente al buio e pieni di ghiaccio, che potranno essere studiati, e potrebbero fornirci possibili indizi sulle origini della vita. Le missioni robotiche e quelle con gli astronauti restituiranno campioni di Marte che potrebbero fornire prove definitive sulla vita oltre la Terra.
L’organizzazione avrebbe come compito l’importante difesa della protezione planetaria, una parte essenziale creata per impedire che le nostre sonde contaminino i pianeti su cui scendono con microbi portati dalla Terra. Gli astronauti, molto probabilmente, saranno necessari per assemblare nello spazio i grandi telescopi, utilizzati poi per la ricerca della vita e per fare studi dettagliati sui pianeti abitabili extrasolari scelti.
Queste riorganizzazioni sono state intraprese con grande successo in risposta al mutevole panorama scientifico. L’eliofisica alla NASA è stata creata 20 anni fa per poter studiare il sistema della magnetosfera Sole-Terra.
La nuova organizzazione darà informazioni anche sulle indagini decadali, che stabiliscono le priorità per le future missioni scientifiche. L’indagine decadale di astrofisica (Astro2020) è in corso. Attualmente stanno prendendo in considerazione la realizzazione di nuovi telescopi spaziali per cercare di ottenere immagini dirette degli esopianeti per meglio studiarne l’abitabilità.
Questa organizzazione preparerà la NASA, ed il pubblico, non solo per la prima scoperta della vita oltre la Terra, ma per tutto ciò che ne consegue, creando un vantaggio per la NASA, la comunità scientifica e l’umanità.
Perché negli oceani c’è tanta varietà di specie animali?
Un tema che è stato per tanto tempo al centro della ricerca paleontologica, riguarda il perché ci sono moltissime varietà di specie negli oceani del mondo. Un nuovo studio, pubblicato su Science, ha provato a dare una spiegazione in merito a questo argomento.
I diversi tipi di animali negli oceani moderni, come ad esempio pesci, molluschi e crostacei, si diversificarono lentamente e costantemente nel corso del tempo, cercando di sopravvivere all’estinzione.
Andrew Bush, autore e professore associato di Geoscienze, Ecologia e Biologia evolutiva presso il College of Liberal Arts and Sciences, afferma che sapere come la biodiversità si sia evoluta nella storia della Terra, può aiutarci a riflettere su alcuni dei problemi futuri come le disfunzioni ambientali, dovute ai cambiamenti climatici.
“La paleontologia può aiutarci a identificare i tratti che hanno aiutato le specie a sopravvivere e prosperare in passato, anche durante le estinzioni di massa“, afferma Bush. “Speriamo che ricerche come questa possano aiutarci a mitigare gli effetti delle perturbazioni ambientali nei prossimi decenni“.
Lo studio ha esaminato circa 20.000 generi (gruppi di specie correlate) di animali marini fossili degli ultimi 500 milioni di anni e circa 30.000 generi di animali marini viventi.
“I risultati mostrano chiaramente che le specie nei più diversi gruppi di animali, tendono anche ad essere sempre più diversificate sotto molti punti di vista tra cui, ad esempio, nel modo in cui si nutrono e vivono”, osserva l’autore principale dello studio Matthew Knope, assistente professore di biologia presso l’Università delle Hawaii a Hilo.
“Essere un membro di un gruppo ecologicamente flessibile ti rende resistente all’estinzione, in particolare durante le estinzioni di massa“, afferma Knope. “Gli oceani che vediamo oggi sono pieni di una serie vertiginosa di gruppi di specie come pesci, artropodi e molluschi, non perché avevano tassi di nascita più alti rispetto ai gruppi meno comuni, ma perché avevano tassi di estinzione più bassi su intervalli di tempo molto lunghi“.
Lo sviluppo lento e costante dei lignaggi nel corso del tempo, è stato un fattore chiave nel determinare quali di questi discendenze hanno raggiunto la massima diversità.
Michal Kowalewski, professore di paleontologia degli invertebrati presso l’Università della Florida, che non è stato coinvolto nello studio, ha affermato che lo studio evidenzia “il valore dei dati paleontologici per valutare le questioni fondamentali della biologia“.
“Forse la favola della tartaruga e della lepre è adatta a spiegare la diversificazione degli animali marini: alcuni gruppi che si erano inizialmente formati, sono stati superati da altri gruppi di specie che erano più ecologicamente diverse e meno instabili dal punto di vista evolutivo, con tassi di diversificazione costanti e forti resistenze alle estinzioni di massa“, aggiunge Knope.
FONTE: Matthew L. Knope, Andrew M. Bush, Luke O. Frishkoff, Noel A. Heim, Jonathan L. Payne. Ecologically diverse clades dominate the oceans via extinction resistance. Science, 2020; 367 (6481): 1035 DOI: 10.1126/science.aax6398
Nuovo coronavirus, aggiornamento situazione in Italia e nel mondo, 29 febbraio – Live
Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, Un numero crescente di pazienti che sono stati affetti dalla covid-19, la malattia indotta dal nuovo coronavirus, già dichiarati guariti e dimessi dagli ospedali, sono tornati ad essere positivi al virus, a volte settimane dopo la dimissione.
Mercoledì scorso, il governo della prefettura di Osaka, in Giappone, ha affermato che una donna è risultata positiva per il coronavirus per la seconda volta e lo stesso è stato comunicato due giorni fa per un paziente di nazionalità israeliano. Questa notizia fa seguito a ripetuti allarmi dalla Cina secondo cui, in tutto il paese molti pazienti tornati negativi e dimessi, sono tornati positivi dopo la dimissione dall’ospedale.
Uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association, effettuato su quattro membri del personale medico infetto trattati a Wuhan, l’epicentro dell’epidemia, afferma che è probabile che alcuni pazienti guariti rimangano portatori anche dopo aver soddisfatto i criteri di dimissione.
Normalmente, i pazienti in convalescenza sviluppano anticorpi specifici che li rendono immuni al virus che li ha infettati, ma la reinfezione, come succede anche per altri virus, non è impossibile, ma “nella maggior parte dei casi, poiché questi pazienti hanno già sviluppato una risposta immunitaria alla prima infezione, la seconda infezione è generalmente meno grave” ha spiegato Adam Kamradt-Scott, uno specialista in malattie infettive all’Università di Sydney.
Ad oggi, in tutto il mondo sono stati registrati 85.679 casi confermati di nuovo coronavirus con 2.933 decessie 39.660 pazienti dichiarati guariti e poi dimessi dalle strutture di cura.
In Italia, al momento, i casi confermati sono 889 con 21 decessi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ieri fatto sapere che l’epidemia ha raggiunto il “livello più alto” di rischio per il mondo, con un avvertimento da parte del direttore generale che siamo sull’orlo della pandemia.
Sono ora 3 i casi di nuovo coronavirus verificatisi a Fiumicino, in provincia di Roma. Tutti e tre i casi sono in osservazione allo Spallanzani.
Il ministero della Sanità giapponese ha aggiornato ieri il numero di casi di nuovo coronavirus registrati nel paese portandolo a 935. Almeno 11 persone sono morte a causa del virus nel paese, secondo i funzionari sanitari giapponesi. Dei 935 casi, 705 provengono dalla nave da crociera Diamond Princess alla fonda nel porto di Yokohama.
Crescono i casi anche nel resto d’Europa: sono arrivati a 79 in Germania, 57 in Francia, 45 in Spagna, 20 nel Regno Unito, 15 in Svizzera, 9 in Austria, 6 in Norvegia, 5 in Croazia, 4 in Grecia, 3 in Romania, 2 in Danimarca ed Olanda, 1 in Belgio, in Estonia, in Macedonia, San Marino e Monaco.
Nel resto del mondo, i principali focolai sono: 79.257 casi confermati in Cina con 2135 morti; 3150, con 17 decessi, in Corea del sud, 593 con 43 morti in Iran. A parte questi paesi, l’incremento giornaliero maggiore nella giornata di ieri si è verificato in Germania con 19 nuovi casi segnalati.
In Italia, Sono 43 i casi di positività al Coronavirus registrati in Piemonte. Di questi, uno solo è stato confermato dall’istituto superiore di sanità. Gli altri sono in attesa della validazione. I casi sono 35 ad Asti, 3 a Torino, 3 a Novara e 2 nel Vco. I ricoverati sono uno a Torino (all’ospedale Amedeo di Savoia), 3 al Cardinal Massaia di Asti e 3 al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno è in terapia intensiva.
Un primo caso di coronavirus nel Principato di Monaco è stato diagnosticato ieri sera su una persona cinquantenne che è stata ricoverata all’ospedale dell’Archet a Nizza, dopo essere risultata positiva al tampone.
Sono saliti a 191 i casi di positività oggi in Veneto. Secondo le rilevazioni della Regione, 40 in più rispetto a ieri. Di questi, 109 sono pazienti asintomatici, 35 quelli attualmente ricoverati, e 11 i malati in terapia intensiva. Sei sono i pazienti dimessi dagli ospedali e posti in isolamento fiduciario.
“Un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta d offese gratuite che ci lasciano basiti”. Lo afferma l’ambasciata cinese in Italia. Il riferimento sembra essere alla frase di Luca Zaia, espressa in una intervista a Antenna Tre, in cui il governatore del Veneto affermava, tra l’altro: “Li abbiamo visti tutti, i cinesi, mangiare i topi vivi o altre robe del genere”.
Sono 145, in Emilia-Romagna, i casi di positività al coronavirus aggiornati a oggi pomeriggio alle ore 16. In sintesi, 89 sono i casi positivi rilevati a Piacenza, 18 a Modena, 27 a Parma e 9 a Rimini,1 Reggio Emilia e 1 a Ravenna. Si aggiunge inoltre un secondo decesso: è un cittadino lombardo, residente in uno dei Comuni del focolaio, ricoverato a Piacenza, di 85 anni. Nessuno dei nuovi pazienti è in terapia intensiva (dove rimangono i 6 già comunicati ieri), molti sono asintomatici o presentano sintomi modesti (febbricola e lieve tosse).
Taiwan ha confermato cinque ulteriori casi di coronavirus, portando il conteggio totale a 38, secondo una dichiarazione del Ministero della sanità e del benessere.
Un uomo islandese di 40 anni che ha viaggiato di recente in Italia è stato infettato dal coronavirus, secondo le autorità islandesi. L’uomo ha viaggiato nel Nord Italia – dove si concentra la maggior parte dei casi di coronavirus – ma non è passato per quelle che le autorità hanno definito la “zone a rischio“, secondo il Dipartimento islandese per la protezione civile e la gestione delle emergenze. Ora è isolato al Landspitali National University Hospital nella capitale del paese, Reykjavik.
Macao ha imposto una quarantena obbligatoria alle persone provenienti dall’Italia o dall’Iran negli ultimi 14 giorni.
Il pentagono starebbe progettando un razzo a propulsione nucleare per arrivare sulla Luna
Lo sviluppo di sistemi di propulsione nucleare da utilizzare nello spazio non è un’idea nuova ma è un concetto nato molti decenni fa con il razzo nucleare Orion proposto da Freeman Dyson negli anni sessanta.
Lo sviluppo effettivo di propulsori nucleari iniziò nel 1955 sotto il patrocinio della Atomic Energy Commission degli Stati Uniti con il Project Rover presso i laboratori di ricerca di Los Alamos e nell’Area 25 nel Nevada Test Site. I quattro progetti principali furono: KIWI, Phoebus, Pewee e la Nuclear Furnace. In tutto furono testati venti razzi.
Nel 1961 venne avviato il programma NERVA, acronimo di Nuclear Engine for Rocket Vehicle Applications. Nel Marshall Space Flight Center si sviluppava il KIWI (che prese il nome da un genere di uccelli inadatti al volo) come studio di missione, mentre il NERVA venne utilizzato per formalizzare l’ingresso della tecnologia nucleare nell’esplorazione dello spazio.
Mentre l’AEC si limitò a studiare il reattore in sé, lo scopo del programma NERVA era quello di costruire un motore reale che potesse essere usato effettivamente nell’esplorazione spaziale. Il NERVA (basato sul KIWI B4) venne preso in considerazione inizialmente come stadio superiore del Saturn V al posto dello stadio SIV-B che montava il J-2.
Oltre a questi propulsori a nucleo solido vennero studiati anche altri sistemi come lo Small Nuclear Rocket Engine (SNRE) studiato presso i laboratori di Los Alamos come stadio superiore per lanciatori senza equipaggio o per lo Space Shuttle. Aveva un ugello che poteva essere ruotato da una parte per poter essere imbarcato nella cargo bay dello Shuttle. Un altro progetto che vide qualche risultato, ma senza approdare mai allo stadio di prototipo, fu Dumb simile per certi aspetti al progetto KIWI-Nerva.
Nell’ambito del progetto Timberwind sotto il patrocinio della Strategic Defense Initiative (“Star Wars”), studi più recenti e disegni di motore più avanzati sfociarono nel programma Space Thermal Nuclear Propulsion (STNP). I progressi nei metalli ad alte temperature, nella modellizzazione numerica e nella ingegneria nucleare portarono a notevoli miglioramenti delle prestazioni. Mentre il motore NERVA era stato progettato per pesare 6803 kg, lo studio finale dell’STNP offriva un motore con un terzo della spinta del NERVA ma in soli 1650 kg.
Oggi, l’esercito USA spera di riaccendere la corsa “nucleare” allo spazio con una nuova forma di propulsione attualmente in fase di sviluppo. L’obiettivo dell’esercito USA è quello di distribuire satelliti manovrabili nel vasto spazio tra la Terra e la luna lo spazio “cislunare” prima che la Cina vi si stabilisca con i suoi veicoli spaziali.
Le agenzie spaziali cinesi e statunitensi e persino diverse società private sono ansiose di approdare sulla Luna alla ricerca di minerali che potrebbero supportare le missioni nello spazio profondo, incluso il primo viaggio con equipaggio umano su Marte.
“Un agile veicolo a propulsione termica nucleare consentirebbe al [Dipartimento della Difesa] di mantenere il controllo del dominio spaziale nell’ambito dell’attività fiorente all’interno di questo vasto teatro“, ha dichiarato a The Daily Beast Jared Adams, portavoce della DARPA.
La DARPA ha chiesto un finanziamento di 21 milioni di dollari come parte del suo programma dimostrativo Rocket for Agile Cislunar Operations (DRACO) per il 2021. Per il 2020, ha ricevuto 10 milioni in supporto, che hanno consentito di testare il motore prima prima di trasferirlo all’Aeronautica Militare degli Stati Uniti .
DRACO è un “sistema di propulsione nucleare-termica ad alto arricchimento a basso contenuto di uranio”. Ciò significa che includerà un piccolo reattore nucleare installato su un razzo. Il reattore riscalderà l’idrogeno per espellerlo attraverso un ugello.
I motori nucleari termici non effettueranno lanci dalla superficie terrestre ma saranno portati in orbita da razzi tradizionali, essi saranno realizzati per percorrere lunghe distanze nello spazio o eseguire manovre nello spazio terrestre. La Luna dista, in media, 380 mila Km dalla Terra ma quasi tutti i satelliti artificiali orbitano al massimo a poche migliaia di Km dalla superficie del nostro pianeta e sia gli Stati Uniti che i Cinesi vogliono colmare questo enorme gap.
La NASA, dopo le ultime missioni cinesi, ha sollecitato il presidente Donald Trump a cercare di accelerare un piano da 30 miliardi di dollari per costruire una nuova stazione con equipaggio nello spazio cislunare. L’avamposto fungerebbe come base di sosta per gli astronauti statunitensi che torneranno sulla luna entro il 2024, in teoria l’ultimo anno di un possibile secondo mandato per Trump.
I razzi atomici potrebbero supportare la spinta della nuova conquista della Luna per gli americani. Basterebbe lanciare i componenti del reattore in orbita a bordo di razzi chimici per poi assemblarli e usali nello spazio cislunare collegati a capsule spaziali, a satelliti spia o ad armi orbitali. Tali sistemi potrebbero percorrere enormi distanze nell’arco di anni o decenni.
“Rispetto ai sistemi di propulsione chimica, i vantaggi in termini di prestazioni di DRACO possono consentire tempi di missione più brevi e una maggiore flessibilità per le missioni su Marte con equipaggio“, ha dichiarato il portavoce della NASA.
Ma non sarà semplice ottenere i finanziamenti dal congresso che ha già iniziato a frenare sul piano lunare di Trump.
Trump voleva 1,6 miliardi di dollari per la missione sulla luna nel bilancio 2020. I legislatori hanno approvato 1,3 miliardi di dollari. E il problema non sono solo i costi ma anche le radiazioni, oggi è impensabile effettuare test con emissione di gas radioattivi direttamente in atmosfera. Tuttavia la NASA dopo oltre 50 anni dall’ultima missione lunare del 1972 spera di tornarci e di mantenere una presenza umana stabile a lungo termine sulla sua superficie.
La cosa interessa anche il Pentagono che da un’orbita cislunare potrebbe tenere d’occhio ogni movimento sottostante e questo per la DARPA significa costruire un veicolo a propulsione atomica.
Fonti: https://www.thedailybeast.com/pentagon-prepping-nuclear-moon-rocket-to-beat-china-into-cislunar-space; https://it.wikipedia.org/wiki/Razzo_termico_nucleare; https://www.siliconrepublic.com/machines/nuclear-moon-rocket-us-china
K2-18b, un esopianeta che amplia il tipo di pianeti in cui cercare la vita
Più gli scienziati riescono ad apprendere notizie sull’esopianeta K2-18b, più la ricerca diventa intrigante. Questo studio potrebbe ampliare, infatti, la conoscenza su diversi tipi di esopianeti su cui gli astronomi hanno rivolto la propria attenzione per quanto riguarda la ricerca di vita oltre il pianeta Terra.
L’anno scorso, gli astronomi hanno “sbirciato” nell’atmosfera dell’esopianeta, ovvero un pianeta al di fuori del nostro sistema solare, e hanno scoperto la presenta sia di vapore acqueo che di temperature che potrebbero potenzialmente permettere la vita.
Gli astronomi hanno analizzato i dati sull’esopianeta, tra cui la sua massa, il suo raggio, e l’atmosfera, per determinare se può ospitare acqua liquida sulla sua superficie. Il loro studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
K2-18b è otto volte la massa della Terra e orbita attorno a una stella nana rossa a 124 anni luce dal nostro pianeta nella costellazione del Leone. Il pianeta è stato scoperto nel 2015 dal telescopio spaziale Kepler della NASA.
L’esopianeta completa un’orbita attorno alla sua stella ogni 33 giorni ed è molto più vicino ad essa di quanto la Terra lo sia al Sole. Ma la stella nana rossa è anche molto più fredda del nostro Sole. Questo significa che la stella probabilmente sta esponendo l’esopianeta a più radiazioni di quante la Terra ne riceva.
“Il vapore acqueo è stato rilevato nelle atmosfere di numerosi esopianeti ma, anche se il pianeta si trova nella zona abitabile, ciò non significa necessariamente che ci siano condizioni che permettono di abitare la superficie“, ha affermato Nikku Madhusudhan, dell’Institute of Astronomy dell’Università di Cambridge, autore principale dello studio. “Per stabilire le prospettive di abitabilità, è importante ottenere una comprensione unificata delle condizioni interne e atmosferiche del pianeta, in particolare, se può esistere acqua liquida sotto l’atmosfera“.
In base alle sue dimensioni, l’esopianeta potrebbe essere una Super-Terra o un mini-Nettuno perché ha il doppio delle dimensioni della Terra ma non è grande come Nettuno. Si trova all’interno della zona abitabile della sua stella, quindi ciò significa che potrebbe esistere acqua liquida sulla superficie del pianeta.
Sebbene l’atmosfera contenga vapore acqueo, è anche ricca di idrogeno. Se l’esopianeta fosse un mini-Nettuno, potrebbe avere un significativo “involucro” di idrogeno o uno strato attorno a uno strato di acqua ad alta pressione. Se questo strato di idrogeno fosse troppo spesso, aumenterebbe la temperatura e la pressione dell’esopianeta, rendendolo dunque inospitale.
Il team di ricerca ha esaminato i dati atmosferici disponibili per determinare se la quantità di vapore acqueo rilevabile fosse significativa. Dallo studio è emerso anche che la presenza di altre sostanze chimiche, quali metano e ammoniaca, è inferiore alle aspettative.
Ciò ha permesso loro di creare un modello per simulare il pianeta e il suo interno. Su questo modello sono state avanzate diverse ipotesi: il pianeta potrebbe essere un mondo roccioso più grande della Terra, un mini-Nettuno gassoso o addirittura un mondo oceanico. Nel caso di un mondo acquatico, il modello consentirebbe pressioni e temperature simili agli oceani terrestri.
“Volevamo conoscere lo spessore dell’involucro dell’idrogeno“, ha affermato Matthew Nixon, co-autore dello studio e dottorando presso il Cambridge Institute of Astronomy. E’ stato scoperto che il massimo dell’involucro dell’idrogeno rappresenterebbe il 6% della massa del pianeta e il minimo sarebbe un milionesimo della massa del pianeta.
I ricercatori, in base ai loro risultati, ritengono che K2-18b sia potenzialmente abitabile e in grado di supportare l’acqua liquida. Sulla base dei loro modelli, i ricercatori credono che questo apra la ricerca della vita fuori dalla Terra su pianeti molto più grandi dei nostri. Quando il James Webb Space Telescope della NASA verrà lanciato l’anno prossimo, potrebbe scrutare l’atmosfera di questo esopianeta per darci ulteriori informazioni sulla sua composizione.
Finora, sono stati considerati nella ricerca di esopianeti potenzialmente abitabili solo piccoli pianeti rocciosi delle dimensioni della Terra. Ma quelli diversi e più grandi dei nostri potrebbero offrire altre opportunità di vita.
FONTE: https://edition.cnn.com/2020/02/26/world/k218b-exoplanet-water-habitable-scn/index.html
Una mini luna per la Terra
La Terra potrebbe avere temporaneamente un nuovo satellite, un piccolo corpo roccioso catturato dal campo gravitazionale del nostro pianeta.
L’oggetto non è nemmeno lontanamente paragonabile alla nostra Luna, che nonostante sia conosciuta come il satellite principale della Terra, in realtà, con essa compone un vero e proprio sistema doppio per via delle sue dimensioni. Nessun altro pianeta possiede una o più lune paragonabili per dimensioni alla nostra. Mercurio e Venere non possiedono satelliti naturali, Marte ne possiede due, Phobos e Deimos che sono poco più che due piccole rocce butterate.
Il nuovo piccolo compagno del nostro pianeta, chiamato 2020 CD3, è stato scoperto dagli astronomi del Catalina Sky Survey, presso il Lunar and Planetary Lab dell’Università dell’Arizona a Tucson, finanziato dalla NASA. L’asteroide potrebbe orbitare attorno al nostro pianeta ancora per qualche tempo.
A fare la scoperta due astronomi, Teddy Pruyne e Kacper Wierzchos che hanno osservato il piccolo oggetto spaziale di magnitudine 20 la notte del 15 febbraio.
La magnitudine è un numero che caratterizza la brillantezza, apparente oppure assoluta di un corpo celeste, La scala attuale non ha una origine: il sistema di Ipparco partiva da 1 ad indicare brillantezze maggiori che andavano via via diminuendo all’aumentare del valore di magnitudine, fino a livello 6. E’ stato mantenuto sia il dato storico che l’andamento, ma in seguito, con l’utilizzo di strumenti più potenti, la magnitudine è stata portata anche a valori negativi ad indicare luminosità superiori.
Basti pensare che Sirio ha magnitudine -1,4 mentre il Sole ha magnitudine -26. Storicamente, si è sempre fatto riferimento alla brillantezza percepita dall’occhio umano, quindi si fa solitamente riferimento alla magnitudine apparente, indicata con m. La magnitudine assoluta è invece quella propria della stella (o del corpo celeste in genere), legata alla luminosità, e si indica con M. I valori positivi, come quelli di 2020 CD3 invece rappresentano valori di luminosità bassissimi, infatti 2020 CD3 è di piccole dimensioni, Wiezchos ne ha calcolato il diametro che è compreso tra 1,9 e 3,5 metri.
“Questo è solo il secondo asteroide noto per orbitare attorno alla Terra“, ha scritto Wierzchos.
Ci sono dunque moltissimi asteroidi di piccole dimensioni nei pressi del nostro pianeta e gli astronomi cercano di mapparli per capire se potenzialmente qualcuno di essi potrebbe creare qualche problema cadendo sulla Terra o minacciando future missioni spaziali con equipaggio.
Il Minor Planet Center della IAU ha scritto nel suo annuncio che l’oggetto non è collegato a nessun oggetto artificiale noto, incoraggiando ulteriori studi.
Nel 2006 un’altro piccolo asteroide era diventata una mini-luna della Terra, l’oggetto venne denominato RH 120 e effettuò alcune orbite attorno al nostro pianeta nel 2006 e nel 2007 prima di essere espulso dall’orbita. Allo stesso modo 2020 CD3 potrebbe essere espulso entro la fine dell’anno.
In un articolo pubblicato lo scorso anno sull’Astronomical Jurnal si suppone che un’altra mini-luna temporanea potrebbe essere entrata nell’atmosfera terrestre bruciando in una palla di fuoco.
Nuovo coronavirus, in Italia 400 infettati, 12 morti. Stop ai tamponi su soggetti asintomatici. Primo caso in Brasile, 18 casi in Francia – aggiornamento live
Per fornire informazioni sul coronavirus, sono stati istituiti dalle Regioni appositi numeri verdi. L’appello dei governatori è di contattare questi numeri per avere chiarimenti. I numeri verdi delle Regioni si aggiungono al il numero unico nazionale 1500 del Ministero della Salute e il 112 per la segnalazione dei casi
-PIEMONTE: 800.19 20 20 – VALLE D’AOSTA: 800.122.122 – LOMBARDIA: 800.894.545 – ALTO ADIGE: 800.751.751 – VENETO: 800.462.340 – FRIULI-VENEZIA GIULIA: 800.500.300 – TOSCANA: 800.556.060 – UMBRIA: 800.636.363 – MARCHE:
800.936.677 – EMILIA ROMAGNA 800033033 – CAMPANIA 800909699 – LAZIO (disponibile dal 27 febbraio) 800118800
Aggiornamenti:
Ore 20.00:
Sono 400 i contagiati per il Coronavirus in Italia. Sono 258 in Lombardia, 71 in Veneto, 47 in Emilia – Romagna, 11 in Liguria, 3 in Piemonte, Lazio e Sicilia; 2 in Toscana uno a Bolzano e uno nelle Marche. Il numero dei deceduti resta fermo a 12, sale a 3 quello delle persone guarite. Le persone ricoverate con sintomi sono 128, quelle in terapia intensiva 36 e quelle in isolamento domiciliare 221.Il dato aggiornato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. “Oltre la metà dei positivi non ha bisogno di cure ospedaliere“. Lo ha detto il commissario Angelo Borrelli nella conferenza stampa alla Protezione Civile.
La suddivisione regionale è:
- 258 in Lombardia
- 71 in Veneto
- 47 in Emilia Romagna
- 11 Liguria
- 3 Piemonte
- 3 Lazio
- 3 in Sicilia
- 2 in Toscana
- 1 Bolzano, Trentino
- 1 nelle Marche
Sono 60 i casi di nuovo coronavirus fino ad oggi negli Stati Uniti. Lo ha detto il segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti Alex Azar.
Per la prima volta il numero di nuovi casi segnalati al di fuori della Cina in un solo giorno è stato superiore a quelli riportati in Cina, secondo quanto riportato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità. La Cina ha riportato 412 casi recentemente confermati, mentre 459 casi aggiuntivi sono stati riportati al di fuori della Cina, secondo il rapporto giornaliero dell’OMS.
Rimangono gravi, anche se sostanzialmente stabili, le condizioni del ‘Paziente 1’ dell’epidemia di coronavirus: il 38enne, di Codogno (Lodi), è sempre ricoverato al reparto di rianimazione del Policlinico San Matteo di Pavia. Il ricercatore della ‘Unilever’ di Casalpusterlengo (Lodi)
La Francia ha notificato il suo 18o caso di coronavirus, ha dichiarato il ministro della Sanità in una conferenza stampa a Parigi. L’ultimo caso è la moglie di qualcuno già diagnosticato e in un ospedale nella città di Annecy. “Il suo stato di salute non è preoccupante“, ha detto Veran.
In Brasile il primo caso registrato in Sud America.
Una nave da crociera italiana, la Msc Meraviglia, è stata respinta da due porti nei Caraibi, in Giamaica e alle Isole Cayman, per paura del coronavirus. Un membro dell’equipaggio non sarebbe in buone condizioni di salute. Lo riporta il New York Times. Sulla nave oltre 4.500 passeggeri e 1.600 membri dell’equipaggio
Ore 15.00:
Sono 12 le vittime del coronavirus in Italia. Il nuovo dato è stato fornito dal Commissario straordinario Angelo Borrelli. I contagiati sono 374. Il dato tiene conto delle 12 vittime accertate e del ricercatore guarito e dimesso dallo Spallanzani. La dodicesima vittima è un paziente 69enne, cittadino lombardo, “già affetto da importanti patologie pregresse“. Proveniva da uno dei comuni della ‘zona rossa’ lombarda, era stato ricoverato all’ospedale di Piacenza, poi trasferito in terapia intensiva a Parma.
La Lombardia registra 258 casi, Veneto 71 casi, Piemonte 3, Lazio 3, Liguria 3, Marche 1 e Bolzano 1. Sono queste le cifre fornite dal commissario straordinario Angelo Borrelli.
La Grecia ha confermato il suo primo caso di nuovo coronavirus, una donna di 38 anni a Salonicco. La donna, attualmente in cura in ospedale, è tornata di recente da una zona colpita nel nord Italia ed è in buone condizioni, ha detto un portavoce del ministero della Sanità alla CNN. Le autorità stanno verificando con chi è stata in contatto.
Da oggi verranno eseguiti i tamponi per il coronavirus “solo sui soggetti sintomatici”. Lo ha detto il direttore del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli alla protezione civile. I tamponi effettuati finora hanno dato nel 95% dei casi esito negativo, ha spiegato, confermando che il rischio contagio “è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso nei soggetti asintomatici”. Da qui la “scelta di eseguire i tamponi solo sui soggetti sintomatici, visto che siamo in un periodo di pandemia”.
L’Iran ha il peggior focolaio di coronavirus in Medio Oriente, con 19 morti e 139 casi registrati. In altre parti del mondo, il virus ha avuto un tasso di mortalità di circa l’1-2%, sollevando speculazioni sul fatto che il numero di casi in Iran potrebbe essere stato gravemente sottostimato o se migliaia di casi non sono stati probabilmente rilevati.
La donna italiana morta a Bad Kleinkirchheim, in Austria, non sarebbe risultata positiva al coronavirus. Lo scrive il Kronen Zeitung. Tutti i test effettuati dalle autorità sanitarie austriache sarebbero risultati negativi, aggiunge il quotidiano nella sua versione online.
Altri due turisti italiani nell’hotel di Adeje a Tenerife isolato ieri sono risultati positivi al coronavirus. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe che cita il ministero della Salute regionale delle Canarie. I due nuovi positivi fanno parte del gruppo in viaggio con il medico piacentino e la moglie a cui era stato diagnosticato ieri il Covid-2019.
Da oggi i bar di Milano e della Lombardia potranno restare aperti anche dopo le 18. Per evitare assembramenti, il servizio bar dovrà essere gestito solo al tavolo dal personale e non direttamente al bancone. “I bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande – si legge sul sito della Regione – non sono soggetti a restrizioni e pertanto possono rimanere aperti come previsto per i ristoranti, purché sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall’esercizio”.
Ore 12.00:
Sono 12 le vittime del coronavirus in Italia. Il nuovo dato è stato fornito dal Commissario straordinario Angelo Borrelli. I contagiati sono 374. Il dato tiene conto delle 11 vittime accertate e del ricercatore guarito e dimesso dallo Spallanzani.
Altri due turisti italiani nell’hotel di Adeje a Tenerife isolato ieri sono risultati positivi al coronavirus. Lo scrive l’agenzia spagnola Efe che cita il ministero della Salute regionale delle Canarie. I due nuovi positivi fanno parte del gruppo in viaggio con il medico piacentino e la moglie a cui era stato diagnosticato ieri il Covid-2019.
ore 11.00:
Un uomo di 60 anni di Parigi è diventato il primo cittadino francese a morire a causa del coronavirus, ha detto ai giornalisti il direttore generale dell’autorità sanitaria francese, Jerome Salomon. L’uomo è morto all’ospedale Pitie Salpetriere nella capitale francese, ha detto Salomon. Nel Paese sono stati segnalati altri due nuovi casi di coronavirus, uno dei quali un francese di 55 anni è stato curato in un ospedale di Amiens. È in gravi condizioni, ha detto Salomon. L’altro è un francese di 36 anni a Strasburgo. Era stato di recente in Lombardia, la regione italiana dove sono stati confermati più di 250 casi di virus.
Sono già stati dimessi due dei quattro minori contagiati in Lombardia. Lo ha detto l’assessore al Wealfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera: “Sono 4 i bambini positivi in Lombardia: 2 di 10 anni, 1 di 15 e 1 di 4 anni. Due sono stati dimessi e due sono in ospedale ma stanno bene. Tutti provengono dalla zona di Codogno”
Il governo sudcoreano ha lanciato una nuova app per smartphone, che richiede ai viaggiatori che entrano nel paese di fare un’autodiagnosi e di segnalare eventuali sintomi.
Sono diventati 58, con un incremento di 13 unità rispetto a ieri sera, i casi di persone positive al Coronavirus in Veneto. Lo rende noto la Regione Veneto. La novità riguarda l’inserimento nel report di un nuovo cluster nel padovano, quello di Limena, che registra 7 casi, uno in più di ieri.
Continuano ad aumentare i casi in Iran, che secondo il ministero della salute del Paese sono ora 139 con 19 decessi.
Sono quattro in tutto i minorenni risultati positivi al Coronavirus in Lombardia, due in ospedale (al San Matteo di Pavia e all’ospedale di Seriate in provincia di Bergamo). Si tratta di una bambina di 4 anni ora ricoverata all’ospedale San Matteo, due bambini di 10 anni e un ragazzo di 15.
La Corea del Sud ha annunciato oggi altri 115 casi del nuovo coronavirus, portando il numero totale nel paese a 1.261.
L’epidemia di coronavirus in Italia durerà “almeno fino a primavera avanzata”. Lo scrive su twitter la virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida.
Il 71enne contagiato da coronavirus nel Riminese, ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale ‘Infermi’, gestisce un ristorante. Per questo motivo il sindaco di San Clemente, Mirna Cecchini, ha disposto la chiusura del locale.
Una turista italiana di 56 anni del Friuli-Venezia Giulia è morta la scorsa notte in un residence a Bad Kleinkirchheim, in Austria. Lo riporta l’agenzia di stampa austriaca Apa. La donna si trovava in villeggiatura in Carinzia. Il medico del pronto soccorso non ha escluso un caso di coronavirus ed ha effettuato un tampone. Il residence è stato chiuso e gli ospiti non possono lasciare l’edificio, saranno anche loro sottoposti a controlli. Le autorità austriache, in collaborazione con quelle italiane, stanno ricostruendo gli spostamenti della donna.
Nella notte si è registrato un caso positivo nelle Marche.
Fonti: Repubblica, CNN