Ricordate una foto diffusa viralmente qualche anno fa sui social in cui appariva quello che poteva sembrare un antico telefono cellulare sui cui tasti apparivano strani segni, chiamato sui social Babilonokia? Secondo il commento che accompagnava la foto, un gruppo non meglio definito di archeologi, avrebbe ritrovato, durante gli scavi effettuati in un sito austriaco, un cellulare alieno vecchio almeno 800 anni.
Tutto iniziò il 23 dicembre 2015, giorno in cui il sito web che si occupa di teorie della cospirazione Mysterious Universe pubblicò una foto che mostrava il cellulare in questione, sostenendo che era stato dissotterrato dagli archeologi in qualche punto non meglio precisato dell’Austria.
Anche il tabloid scandalistico inglese Express pubblicò l’immagine senza un’attibuzione, riportando, però, che l’oggetto era stato datato come risalente al XIII secolo.
L’immagine, abbastanza credibile a prenderla per buona senza rifletterci, trovò subito credito nei gruppi di appassionati di misteri, tra gli ufologi e tra i seguaci delle teorie di Sitchin sugli Annunaki e non ci volle molto perché sui social l’immagine venisse battezzata “Babilonokia”.
La foto finì inevitabilmente per giungere all’attenzione del sito antibufala Snopes che, dopo aver svolto alcune indagini per approndire la faccenda, pubblicò un comunicato in cui si affermava che Mysterious Universe non aveva fornito nessun dettaglio in grado di meglio precisare il singolare reperto, nè veniva citato il nome di alcuno degli archeologi del team che avrebbe realizzato la scoperta e non veniva indicato neanche il luogo dei presunti scavi.
In proposito, il sito Mysterious Universe si era limitato a citare una arcinota teoria che l’autore Zecharia Sitchin ha raccontato in diversi suoi libri, ovvero quella dei misteriosi alieni noti come gli Anunnaki, provenienti dal pianeta Nibiru che avrebbero dato origine alla civiltà sumera armeggiando con il Dna di alcuni primati.
L’oggetto nella foto sembra un telefono moderno dell’era precedente all’avvento degli smartphone, con i 12 tasti, un display e un pulsante “talk”. Secondo il sito si tratterebbe di un dono effettuato dagli extraterrestri a non si sa chi per comunicare con loro. Non è chiaro come il reperto sarebbe finito in Austria.
Babilonokia
Il “cellulare alieno”, come ha poi scoperto il sito antibufala è stato realizzato da uno scultore tedesco. Karin e Karl Weingärtner dell’Art Replik Studio hanno creato l’oggetto in argilla nel gennaio 2012 intitolandolo BabyloNokia.
Insomma, il “telefono alieno” fu creato per scherzo o dimostrazione e quando giunse all’attenzione di qualcuno del sito Misterious Universe diede l’idea per lanciare una campagna di marketing virale acchiappaclick.
In conclusione, Babylonokia, lungi dall’essere un reperto archeologico, è un’opera d’arte del 2012 di Karl Weingärtner ed è una tavoletta d’argilla scolpita a forma di telefono cellulare i cui tasti e lo schermo mostrano caratteri cuneiformi.
Weingärtner ha creato l’opera per rappresentare l’evoluzione del trasferimento di informazioni dal mondo antico al presente. Scienziati marginali e sostenitori della pseudoarcheologia successivamente hanno travisato una fotografia dell’opera d’arte riproponendola sui social come se mostrasse un ritrovamento archeologico di 800 anni fa. A contribuire notevolmente alla diffusione della bufala fu un video pubblicato sul canale YouTube Paranormal Crucible e portò l’oggetto a essere segnalato da alcune fonti di stampa come un mistero.
Weingärtner creò la tavoletta di argilla in stile telefono con segni cuneiformi come reazione a una mostra al Museo della comunicazione di Berlino intitolata Dal cuneiforme all’SMS: comunicazione una volta e oggi, nonché agli effetti negativi e globali della tecnologia dell’informazione. Da notare che l’adozione della scrittura cuneiforme segna, di fatto, l’inizio di registrazioni scritte di informazioni.
Il fatto che si tratti di una copia in creta di quello che sembra essere un cellulare Ericsson S868, un modello degli anni ’90, non aveva alcun significato per l’artista, che lo usava come metafora dei dispositivi mobili in generale.
Babilonokia è un’opera d’arte in un’unica copia ed è custodita dall’artista in un apposito deposito.
Fonti: Snopes, Il disinformatico, chicche informatiche