In cucina trova spazio in una infinità di gustose ricette, nel sushi lo trovi tra gli ingredienti principali, così come nel guacamole (una salsa dalla consistenza burrosa, fresca e invitante, di color verde intenso) insieme a lime, cipolla e peperoncino verde.
L’Avocado, un frutto delizioso e nutriente, legato a un sano stile di vita, che negli ultimi anni ha riscosso un successo straordinario. La verità di fondo, invece, è molto deludente: infatti, forse non lo sai, la produzione intensiva di questo prodotto sta causando enormi danni all’ambiente.
L’impatto ambientale causato dalla coltivazione di avocado
Il Messico è il paese che produce più avocado che in qualsiasi altra parte del mondo, ma “l’oro verde” (altro nome con cui viene identificato) si consuma principalmente in Asia, Europa e Nord America. L’agricoltura dedicata a questo frutto nello stato di Michoacán ha una superficie di produzione equivalente a 196.000 campi da calcio; la sua economia regionale, dunque, dipende fortemente da un prodotto con un valore di mercato di circa 2,5 miliardi di dollari l’anno.
La produzione intensiva di avocado, però, ha costi elevati ed è causa di enormi danni ambientali ormai irrecuperabili. La domanda per il frutto è diventata negli ultimi anni sproporziona, tanto da causare gravissime conseguenze sul cambiamento climatico. Intere aree di terre forestali, popolate da diversi animali selvatici, sono state letteralmente distrutte per far posto alla produzione di avocado; altre, per aggirare una legge messicana che limita il permesso di utilizzo del suolo per l’agricoltura intensiva, sono state bruciate intenzionalmente.
Arbusti, diverse specie vegetali e alberi secolari sono stati abbattuti, e continuano a essere distrutti, per fornire una maggiore fonte di luce agli alberi di avocado. Una deforestazione selvaggia e senza controllo che contribuisce pesantemente al riscaldamento globale, quindi al cambiamento climatico. Attualmente, infatti, nell’area di produzione di avocado di Michoacán, si è verificato un sensibile aumento della temperatura, accompagnato da violenti e irregolari temporali.
Lo sfruttamento intensivo delle falde acquifere
Secondo una recente ricerca (Università Nazionale Autonoma del Messico Campus Morelia) il clima tende a essere sempre più caldo e secco, con stagioni calde caratterizzate da frequenti precipitazioni e cicloni dalla forza più violenta, mentre quelle fredde sono meno intense. Un equilibrio ambientale stravolto, insomma, non solo dalla perdita della copertura forestale, ma anche da altri cambiamenti nocivi, che hanno diminuito perfino la presenza nel territorio della splendida farfalla monarca.
Per la produzione di avocado vengono utilizzati ogni giorno circa 9,5 miliardi di litri di acqua, una quantità pari a quella contenuta in 3.800 piscine olimpioniche. Una eccessiva estrazione dalle falde acquifere di Michoacán che sta cominciando ad avere conseguenze impreviste; ad esempio migliaia di movimenti sismici di piccola entità, registrati negli ultimi tempi nel comune di Uruapan e dintorni, l’area di produzione di avocado più importante al mondo. Secondo le autorità locali, questi movimenti tellurici potrebbero essere causati dall’estrazione di acqua legata all’avocado, che hanno aperto diverse caverne nel sottosuolo.
Un ettaro di terreno coltivato ad alberi di avocado (circa 156 piante) consuma 1,6 volte di più di un ettaro di foresta con 677 alberi. Poichè le loro radici sono orizzontali, quando vengono irrigati l’infiltrazione preferenziale è minore e rende difficile il passaggio dell’acqua nel sottosuolo (14 volte in meno, rispetto al pino). Secondo uno studio condotto da Carbon Footprint Ltd, un chilo di banane ha un’impronta di emissioni di 480 g CO2, mentre una confezione di due soli avocado ne ha 846,36, praticamente il doppio.
La produzione intensiva di avocado influisce sulla biodiversità
Condizioni metereologiche estreme, esteso degrado del suolo, sfruttamento delle falde acquifere, influiscono pesantemente sulla perdita di biodiversità: la produzione intensiva di avocado, se non si corre ai ripari, presto porterà un disastro ambientale interamente causato dall’uomo. Dobbiamo iniziare ad acquisire maggior consapevolezza, riguardo all’impatto procurato da ciò che consumiamo all’ambiente, in particolare da certi cibi. La situazione attuale rende evidente che non solo gli allevamenti intensivi di bestiame, stanno imponendo un pesante tributo all’ambiente.
Cosa possiamo fare, dunque? Esistono soluzioni a questo problema? In primo luogo, come consumatori dobbiamo chiedere una certificazione internazionale di commercio equo e agricoltura sostenibile, per gli avocado venduti nei negozi e supermercati, in modo da essere certi che non siano il prodotto dello sfruttamento indiscriminato delle falde acquifere, della deforestazione e della criminalità organizzata.
In secondo luogo, nelle clausole relative alle esportazioni, gli accordi commerciali tra i paesi devono includere anche l’esclusione di eventuali impatti ambientali. In sostanza, il consumo di un prodotto molto richiesto ovunque, non dovrebbe costare la distruzione del paese di origine. Il Messico dovrà cambiare al più presto la sua legge, se vuole prevenire un disastro; e punire duramente chi incendia le foreste, con lo scopo di utilizzarle per la produzione di avocado.
Il nostro contributo personale: cosa possiamo fare?
E se in nome del profitto tutto ciò non dovesse accadere? In tal caso urge ripensare al nostro stile di vita, alle nostre tendenze alimentari, riducendo il consumo di avocado: il nostro contributo personale all’impatto sull’ambiente, causato dalla coltivazione intensiva, può diminuire l’impatto ambientale dell'”oro verde”.
Ogni volta che facciamo la spesa, mentre prepariamo la cena o guardiamo la TV, quando siamo seduti a tavola con la nostra famiglia, chiediamocelo: cosa abbiamo messo nel piatto? Sono alimenti che potrebbero distruggere interi ecosistemi, oppure no? Pensiamoci, la prossima volta che mangiamo la salsa guacamole, o qualsiasi altra pietanza in cui abbiamo aggiunto l’avocado.