Asteroidi vs Terra

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di Oliver Melis

Meteoriti ed asteroidi, nel caso colpissero la Terra, potrebbero causare danni molto gravi. Almeno tre dei 5 eventi di estinzione globale che hanno colpito il nostro pianeta nel corso della sua storia furono provocati dall’impatto di grandi oggetti spaziali con il nostro pianeta. In tempi moderni, nel 2013, un grossa meteora sfrecciò nei cieli della città russa di Cheljabinsk ed esplose in aria, generando un’onda d’urto che arrecò seri danni a più di 3.000 edifici e causato ferite più o meno gravi a quasi 2.000 persone.

Questo pericolo, non poi così remoto, ha acceso l’interesse dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), un pericolo che la NASA ha messo già da tempo tra le sue priorità avviando il monitoraggio dei NEO (Near-Earth Objects).

L’aumentata capacità di scoprire e catalogare asteroidi sempre più piccoli grazie ai nuovi strumenti a disposizione, consente di calcolare l’orbita in tempo reale di un numero sempre maggiore di oggetti.

Si calcola che i NEO con dimensioni superiori al centinaio di metri siano più di 150.000, ma, a tutt’oggi, conosciamo le orbite solamente di circa 10.000 di questi oggetti, un numero relativamente esiguo quindi.



Di recente, L’ESA, ha inaugurato presso l’ESRIN (European Space Research Institute) di Frascati un centro di monitoraggio dei NEO, il cui compito sarà quello di mantenere continuamente aggiornato il database dei dati orbitali e delle caratteristiche fisiche di tutti gli oggetti di questo tipo. L’Agenzia Spaziale Europea sta pianificando una missione spaziale che ha come obiettivo il tentativo di far cambiare rotta ad un asteroide potenzialmente pericoloso per il nostro pianeta.

Si tratta del progetto AIDA (Asteroid Impact and Deflection Mission), una missione che ha lo scopo di avvicinare un asteroide di tipo NEO, Didymos, un oggetto binario formato da un corpo principale di circa 800 metri di diametro ed un altro di circa 150 metri. La sonda dovrebbe intercettare l’asteroide nel 2022, quando si troverà ad una distanza di 11 milioni di km dalla Terra.

L’obiettivo di AIDA sarà quello di studiare il comportamento di questo piccolo corpo planetario una volta colpito dalla sonda che sarà costituita da due navicelle spaziali, la prima verrà fatta impattare ad una velocità di oltre 6 km/s contro il più piccolo dei due asteroidi, mentre la seconda registrerà tutti i dati. Contemporaneamente, a Terra i ricercatori dell’Asteroid Impact Monitoring (AIM) dell’ESA osserveranno la traiettoria dell’asteroide prima, durante e dopo per capire l’efficacia potenziale di un impatto per deviarlo.

La NASA, dal canto suo, ha allo studio diverse opzioni per fermare eventuali corpi asteroidali in rotta di collisione con la Terra. Il rapporto redatto sull’argomento parla di trattori spaziali, impatti cinetici e, in ultimo, anche l’utilizzo di armi nucleari.

Al momento e forse anche per il prossimo secolo non dovremmo correre rischi di grandi impatti ma, secondo la NASA, è meglio iniziare a sviluppare dei sistemi atti alla difesa da un potenziale oggetto di dimensioni tali da provocare danni seri o da poter indurre un evento da estinzione globale.

Un primo punto su cui entrambe le agenzie spaziali si sono concentrate, è quello di migliorare la capacità di rilevazione di questi oggetti e di poterne tracciare e predirre il percorso nel sistema solare per avere un tempo sufficiente di preavviso per organizzare un’eventuale difesa. Per raggiungere questo obbiettivo è essenziale migliorare i modelli di previsione delle orbite dei NEO.

Una volta che un potenziale oggetto venisse scoperto per tempo la NASA propone tre diverse soluzioni: la prima è quella di costruire una nave spaziale con una massa sufficiente da attrarre l’oggetto per deviarne l’orbita, come prospettato nella serie televisiva “Salvation“.

Una seconda soluzione sarebbe quella di lanciare una sonda spaziale contro l’oggetto in rotta di collisione per modificarne la traiettoria o per disintegrarlo in frammenti più piccoli che potrebbero essere facilmente distrutti dallo scudo atmosferico della Terra.

Una terza soluzione sarebbe l’utilizzo di un ordigno nucleare che farebbe a pezzi l’asteroide deviandone la rotta come nel film “Armageddon“.

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