Andremo sulla Luna per provare le tecnologie che ci porteranno su Marte

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La luna sarà la prossima destinazione spaziale per gli astronauti americani, ma non perderemo d’occhio la frontiera di Marte. È quanto ha detto recentemente Jim Bridenstine, attuale capo della NASA..

Lunedì 8 novembre, giornalisti, scienziati, politici e appassionati di spazio si sono incontrati al quartier generale del National Geographic per celebrare e discutere la seconda stagione della serie televisiva del National GeographicMars” e i vincitori di film e poster del concorso Project Mars. Nell’occasione, Bridenstine ha parlato, dicendosi entusiasta del ritorno di “Mars”, della competizione e dei passi che gli Stati Uniti stanno compiendo per tornare sulla Luna e poi sul Pianeta Rosso.

Andremo sulla luna non perché la luna è la fine del gioco“, ha detto Bridenstine. “Andremo sulla luna perché c’è scienza da scoprire lì, ci sono rischi da vincere, ci sono tecnologie da sviluppare, e c’è una fisiologia umana nello spazio che deve essere compresa. E quando saremo pronti per questo, siamo convinti che [viaggiare sulla luna] sia il modo migliore per sviluppare e testare tutto ciò di cui avremo bisogno per poter arrivare su Marte.

Bridenstine ha detto che, insieme agli sforzi di ricerca ed esplorazione su Marte, andare sulla luna sarà un passo fondamentale se vorremo atterrare su Marte e fondarvi una colonia. Ha scherzato sulla sua responsabilità di nuovo amministratore della NASA, dicendo: “Ho la responsabilità di portarci su Marte“.

Nel breve periodo da quando Bridenstine è diventato amministratore, i ricercatori hanno fatto scoperte critiche su Marte che rendono i nostri sforzi per arrivare sul pianeta molto più eccitanti.



In primo luogo, ha spiegato Bridenstine, gli scienziati hanno trovato complessi composti organici sulla superficie di Marte. In secondo luogo, hanno scoperto che il pianeta presenta picchi di concentrazione del metano in atmosfera con cicli stagionali. Infine, gli scienziati hanno scoperto che c’è acqua liquida a meno di 1500 metri di profondità.

Questo “non garantisce che ci sia vita su Marte, ma aumenta la probabilità“, ha ripetuto Bridenstine un certo numero di volte, facendo attenzione a non anticipare dove la scienza ci ha portato. Ma un tale incredibile progresso scientifico continua a spingerci più vicino a scoprire se Marte ospita o ha ospitato la vita. “Vogliamo scoprirlo“, ha detto Bridenstine. “Ed è quello che faremo. Andremo su Marte per fare queste scoperte. Abbiamo molte missioni davvero importanti in programma, missioni che ci aiuteranno a capire meglio Marte“.

L’amministratore della NASA ha parlato specificamente del lander InSight, che atterrerà sul pianeta rosso il 26 novembre. La missione studierà i meccanismi interni del pianeta e raccoglierà dati sull’attività vulcanica, sui terremoti e sugli impatti degli asteroidi. Questa ricerca sarà essenziale per la sicurezza degli astronauti su Marte, ha ancora spiegato Bridenstine, aggiungendo che “il lander InSight è fondamentale per un futuro di esplorazione umana sulla superficie di Marte“.

La storia di Marte è una delle ragioni principali per cui il Pianeta Rosso è così intrigante, ha affermato Bridenstine. “Marte aveva tre quarti della sua superficie coperta da un oceano, aveva una forte magnetosfera che lo proteggeva dalle radiazioni cosmiche, aveva una spessa atmosfera e, oltre un miliardo di anni fa, tutte queste cose scomparvero quando la sua magnetosfera se ne andò.

Dobbiamo capire cosa ha provocato la scomparsa del campo magnetico marziano“, ha aggiunto. “Abbiamo bisogno di comprendere meglio questo e altri pianeti, le loro storie e il loro futuro in modo da poter comprendere meglio il nostro pianeta“.

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