Albert Einstein, errori e distrazioni

Le ultime scoperte della scienza ci hanno confermato la precisione delle teorie di Einstein. Insomma, sembra che Einstein abbia sempre ragione ma questo non vuol dire che fosse infallibile, era umano e, come ogni altro uomo, commise anche lui degli errori.

Possiamo dire che la sua intelligenza era tanto più efficace quanto considerava importanti le questioni cui si dedicava.

Eccone alcuni:

La costante cosmologica

Quando stava elaborando la sua teoria della relatività generale, Einstein si trovò in difficoltà con l’idea, universalmente accettata allora. che l’universo fosse qualcosa di statico, immutabile, e questo perché le sue equazioni continuavano ad essere in disaccordo con questa concezione. Per rendere i dati coerenti finì per aggiungere alle equazioni un fattore che chiamò costante cosmologica. Quando si scoprì, nei decenni successivi, che l’universo è in realtà in espansione, pare che il grande scienziato abbia esclamato “Allora via la costante cosmologica!“. Lui stesso considerò la costante cosmologica come il suo più grande errore.

Onde gravitazionali

Due anni fa, gli scienziati hanno annunciato di aver rilevato direttamente le onde gravitazionali, delle vere  proprie increspature nel tessuto dello spaziotempo. Fu un’enorme conferma del lavoro di Einstein, che aveva previsto la loro esistenza quasi 100 anni prima. La scoperta ha anche aperto una nuova era per astronomia, poiché ora i ricercatori hanno un nuovo modo di studiare l’universo. Lo stesso Einstein, però, aveva dei dubbi, infatti, negli anni ’30, due decenni dopo aver svelato la relatività generale, aveva preparato un documento in cui si affermava che le onde gravitazionali non esistevano. Alla fine, si convinse di nuovo sulla loro esistenza e non pubblicò il documento.

Implicazioni delle sue teorie

Molte delle intuizioni di Einstein sull’universo furono il risultato delle sue elucubrazioni mentali. Il grande scienziato, di fatto, rivoluzionò la fisica semplicemente riflettendo sui fenomeni dell’universo. Einstein era chiaramente in grado di immaginare nuove e grandi idee e seguirne l’evoluzione solo con il pensiero. Eppure, molte volte nella sua vita, scartò a priori alcune delle implicazioni più bizzarre del suo lavoro.

Una volta disse: “Dio non gioca a dadi con l’universo“, provocando la reazione del fisico Niels Bohr che gli rispose: “Einstein, smettila di dire a Dio cosa fare.”)

Einstein non si interessò molto dei buchi neri, conseguenza naturale della sua relatività generale, dal momento che le regole della fisica impazziscono intorno alle singolarità al centro dei buchi neri. Credeva, però, a proposito di buchi neri, in un’altra conseguenza della relatività, quella secondo la quale quegli oggetti massivi avrebbero deformato lo spazio-tempo abbastanza da funzionare come una sorta di lente, reindirizzando la luce proveniente da fonti lontane ma era convinto che non sarebbe mai sato possibile osservare il fenomeno, infatti lui stesso commentò in proposito: “Certamente, non c’è speranza di osservare direttamente questo fenomeno“, come scrisse nell’abstract del documento scientifico che introdusse il concetto di lente gravitazionale. Si sbagliò. Non molto tempo fa è stato possibile individuare diverse volte questo interessante fenomeno.

Einstein, uno degli uomini più intelligenti di tutti i tempi, colui che rivoluzionò la fisica e la nostra comprensione dell’universo era, però, abbastanza sciatto e distratto nelle piccole cose, come se non gli importasse granchè delle cose comuni che, forse, considerava insignificanti di fronte ai grandi misteri che esplorava con la sua mente. È noto, ad esempio, che fosse solito chiedere ai suoi studenti di accompagnarlo a casa, perchè preso come era dalle sue elucubrazioni mentali spesso dimenticava la strada

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