Il documentario, “Apollo 11“, dovrebbe essere visto da chiunque abbia mai posseduto un telescopio o abbia mai avuto la passione per la fantascienza e la tecnologia. Racconta la storia dell’atterraggio della luna del 1969 usando vecchi filmati restaurati in modo spettacolare, molti dei quali completamente inediti. Le immagini restaurate risultano nitide e chiare e ci permettono di vedere quell’epopea come mai prima.
I vari spezzoni arrivano da diverse fonti e sono stati sapientemente montati dal regista Todd Douglas Miller per creare una storia sensazionale e piena di sentimenti sulla storica missione Apollo 11, dall’imbarco del veicolo spaziale alla parata di “Welcome Home” lungo la Michigan Avenue di Chicago.
Alcuni immagini davvero sbalorditive provengono da telecamere collegate al veicolo lunare e offrono nuovi e avvincenti scenari di questo iconici evento. Vi sono anche una quantità di scene a terra, un vero e proprio backstage, ripresi da operatori professionisti ma mai proiettati in precedenza.
Alcune di quelle scene, in particolare quelle riprese all’interno del Mission Control di Houston e sulla rampa di lancio, sono girate con sorprendente abilità artistica e creatività. Sembrano scene di un film.
Ci sono barlumi di umorismo, in particolare grazie ad Aldrin, e una scena dominata dal cantautore John Stewart del 1969 che esegue una versione di “Mother Country” davvero commovente e ispirata.
“Apollo 11” è soprattutto una storia di tecnologia e umanità, un docufilm che, probabilmente, segna la migliore delle opere celebrative per il cinquantenario dello sbarco dell’uomo sulla Luna.
Apollo 11 fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 UTC. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore dopo l’allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56 UTC; Aldrin lo raggiunse 19 minuti più tardi.
I due trascorsero circa due ore e un quarto ad esplorare il sito chiamato Statio Tranquillitatis, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Il terzo membro della missione, Michael Collins (pilota del modulo di comando), rimase in orbita lunare mentre gli altri due erano sulla superficie; 21,5 ore dopo l’allunaggio, i tre si riunirono e Collins pilotò il modulo di comando Columbia nella traiettoria di ritorno sulla Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico.
Lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center, il 16 luglio alle 13:32 UTC, Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del programma Apollo della NASA. La navicella spaziale Apollo era costituita da tre parti: un Modulo di Comando (CM) che ospitava i tre astronauti, l’unica parte rientrata a Terra, un modulo di servizio (SM), che forniva il modulo di comando di propulsione, energia elettrica, ossigeno e acqua, e un Modulo Lunare (LM).
La navicella entrò in orbita lunare dopo circa tre giorni di viaggio e, una volta raggiunta, gli astronauti Armstrong e Aldrin si spostarono sul modulo lunare Eagle con cui discesero nel Mare della Tranquillità. Dopo aver messo piede sulla Luna e aver effettuato la prima passeggiata lunare della storia, gli astronauti utilizzarono lo stadio di ascesa di Eagle per lasciare la superficie e ricongiungersi a Collins sul modulo di comando. Sganciarono, quindi, Eagle prima di effettuare le manovre che li avrebbero portati fuori dall’orbita lunare verso una traiettoria in direzione della Terra dove ammararono nell’Oceano Pacifico il 24 luglio dopo più di otto giorni nello spazio.
La prima passeggiata lunare fu trasmessa in diretta televisiva in tutto il mondo. Nel mettere il primo piede sulla superficie della Luna Armstrong commentò l’evento come “un piccolo passo per [un] uomo, un grande balzo per il genere umano”.
Apollo 11 fu l’apice della corsa allo spazio intrapresa dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica nello scenario più ampio della guerra fredda, realizzando l’obiettivo nazionale che il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva definito il 25 maggio 1961 in occasione di un discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti: “prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra“.