I ricercatori della School of Archaeology dell’Università di Oxford hanno utilizzato immagini satellitari aperte e gratuite di Google Earth per scoprire tre accampamenti romani abbandonati in Arabia, che sembrano risalire al II secolo d.C.
Secondo i ricercatori, gli accampamenti militari potrebbero essere stati usati dai romani durante una campagna contro il regno nabateo, che si trovava in Giordania e aveva come centro la città di Petra, famosa in tutto il mondo.
Il dottor Michael Fradley, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato che questi accampamenti furono probabilmente costruiti dall’esercito romano, data la caratteristica forma a carta da gioco dei recinti con ingressi opposti su ciascun lato.
Il campo più occidentale è significativamente più grande dei due campi a est e la distanza tra ogni campo varia da 37 km a 44 km. Questa spaziatura suggerisce che gli accampamenti furono costruiti da un’unità di cavalleria che poteva viaggiare su un terreno così arido in un solo giorno, forse su cammelli.
Il regno nabateo
Il regno nabateo fu una civiltà ingegnosa che riuscì a prosperare negli ambienti più difficili. Erano un popolo nomade che viaggiava con il proprio bestiame in tutta la penisola arabica.
Ma erano anche commercianti esperti in grado di stabilire una vasta rete di rotte commerciali che si estendevano dall’India a Roma. Questa rete consentiva ai Nabatei di commerciare in spezie, incenso e altri beni di lusso, il che li rendeva incredibilmente ricchi.
Al centro di questa rete commerciale c’era la città di Petra, scavata nelle scogliere di arenaria e adornata con imponenti facciate, templi e tombe con i proventi di questo lucroso commercio.
Eppure i Nabatei potrebbero aver avuto troppo successo per il loro stesso bene. Lo scintillio del gioiello che era Petra attirava occhi invidiosi, compresi quelli degli insaziabili romani.
Il regno nabateo fu annesso all’impero romano sotto l’imperatore Traiano nel 106-107 d.C., diventando la provincia dell’Arabia Petraea. Secondo i documenti romani sopravvissuti, questa annessione avvenne pacificamente, facendo credere che i Nabatei si fossero arresi senza combattere, trovandosi circondati dal nemico che, a quel tempo, controllava i vicini Egitto, Siria e Giudea.
Ma se fosse così, perché furono costruiti questi accampamenti appena scoperti?
Il professor Andrew Wilson, coautore dell’articolo, ritiene che questi avamposti suggeriscano che l’annessione romana del regno nabateo in seguito alla morte dell’ultimo re, Rabbel II Soter nel 106 d.C., non sia stata una faccenda del tutto semplice e che Roma si sia mossa rapidamente per assicurare il regno.
Il livello di conservazione degli accampamenti è notevole, dato che potrebbero essere stati utilizzati solo per pochi giorni o settimane. I campi percorrevano una rotta carovaniera periferica che collegava Bayir e Dûmat al-Jandal, suggerendo una strategia per aggirare la rotta più utilizzata lungo il Wadi Sirhan e aggiungere un elemento di sorpresa all’attacco.
Se fosse così, significa che i siti archeologici scoperti digitalmente stanno rivelando un capitolo precedentemente sconosciuto della storia romana.
Tuttavia, ci sono ancora domande che devono essere risolte. Ad esempio, perché il campo occidentale ha il doppio della capacità degli altri due? La forza si è divisa e, in tal caso, dove è andata a finire l’altra metà? È stato semidistrutto in una battaglia o sono rimasti nel campo occidentale per rifornire d’ acqua gli altri campi?
Nonostante le domande senza risposta, questa scoperta ha gettato nuova luce sulla storia romana e su come hanno acquisito province. Mentre i forti e le fortezze romane mostrano come Roma deteneva una provincia e gli accampamenti temporanei rivelano come l’hanno acquisita in primo luogo.
“Il futuro lavoro sul campo potrebbe potenzialmente confermare alcune di queste interpretazioni iniziali, in particolare il materiale potrebbe indicare il periodo in cui i campi furono costruiti e occupati. Ulteriori indagini nel Wadi Sirhan meridionale e nelle vicinanze di Dûmat al-Jandal potrebbero anche aggiungere alla nostra comprensione come l’esercito romano operava in questa regione”, hanno scritto i ricercatori.
Inoltre, questa scoperta non è solo di notevole importanza storica, ma è anche una testimonianza delle meraviglie della tecnologia moderna. Chi avrebbe mai pensato che Google Earth potesse rivelare prove di una campagna militare dei Romani precedentemente non documentata? Ciò dimostra che ci sono ancora segreti nascosti che aspettano di essere scoperti.
Fonte: Antiquity