Alcuni tecnici e scienziati affermano che questa piccola astronave potrebbe procurarsi il suo carburante sugli asteroidi, i pianeti e le lune che potrebbe esplorare.
Dopo l’astronave dal design anni ’50, simile a quella di Tin Tin, che SpaceX sta sviluppando, leggete il futuro dei viaggi nello spazio: la potenza del vapore!
Sul serio: mezzo secolo dopo che il primo uomo è sceso sulla Luna, sembra che l’esplorazione dello spazio sia finalmente entrata nell’era del vapore!!!
Sembra uno scherzo ma perfino la NASA ha investito nella fase d’avvio di questo progetto. Scienziati della University of Central Florida hanno collaborato con Honeybee Robotics, un’azienda basata in California che si occupa di tecnologia mineraria spaziale, per sviluppare il progetto di un piccolo veicolo spaziale a vapore in grado di procurarsi il proprio carburante direttamente dagli asteroidi, dai pianeti e dalle lune che sta esplorando.
Trasformando continuamente l’acqua prelevata dai corpi celesti che sta esplorando in vapore, questa astronave-lander di dimensioni microscopiche potrebbe, teoricamente, sostenere su un numero indefinito di missioni planetarie attraverso il sistema solare (e, perchè no, nella galassia), a patto che arrivi sempre in qualche posto dove sia presente acqua per il rifornirsi.
Metzger e i suoi colleghi hanno chiamato il lander WINE (abbreviazione di “World Is Not Enough“), e un prototipo del velivolo ha recentemente completato la sua prima missione di test su una simulazione realizzata in California di un asteroide. Utilizzando un apparato di perforazione miniaturizzato, il lander ha estratto con successo acqua dal falso asteroide e ha convertito l’H20 in propellente per razzi, lanciandosi, poi, in aria usando una serie di propulsori a vapore.
La frase “astronave alimentata a vapore” potrebbe inizialmente evocare immagini retrò simili a quelle del film Metropolis, una struttura piena di ingranaggi, cavi elettrici e tubi, il tutto avvolto dalla nebbia generata dal vapore. Niente di tutto questo, la tecnologia dietro il progetto di WINE è molto più complessa di quanto sembri. Per far funzionare il prototipo nel modo giusto, Metzger ha trascorso tre anni a sviluppare nuovi modelli ed equazioni computerizzate sulla propulsione a vapore per aiutare WINE a ottimizzare le sue operazioni in risposta alle diverse esigenze gravitazionali dell’ambiente circostante.
Se un robot progettato sulla base di WINE riuscisse a raggiungere lo spazio, i pannelli solari integrati potrebbero fornirgli l’energia iniziale necessaria ad avviare le sue operazioni di trivellazione sui corpi celesti.
Il successo del primo test è stato una grande svolta per il progetto WINE, ma c’è ancora molta strada da fare prima che il lander possa essere testato in un ambiente spaziale reale.
Nel frattempo, la NASA si è dimostrata interessata al potenziale di una nave stellare potenzialmente autosufficiente e ha contribuito a finanziare le prime fasi del progetto; ora gli sviluppatori stanno cercando nuovi partner che aiutino WINE ad uscire dai laboratori per spostarsi in un altro mondo.
Fonte: livescience