Gli astronomi, utilizzando due dei radiotelescopi più potenti del mondo, hanno effettuato un’indagine dettagliata e sensibile di un ampio segmento della nostra galassia, la Via Lattea, rilevando tracce inedite di una massiccia formazione stellare, un processo che domina gli ecosistemi galattici.
Gli scienziati hanno combinato le capacità del Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) della National Science Foundation e del telescopio Effelsberg di 100 metri in Germania per produrre dati di alta qualità che serviranno ai ricercatori negli anni avvenire.
Le stelle con più di dieci volte la massa del nostro Sole sono componenti importanti della Galassia e influenzano fortemente l’ambiente circostante. Tuttavia, capire come si formano queste stelle massicce si è rivelato difficile per gli astronomi.
Negli ultimi anni, questo problema è stato affrontato studiando la Via Lattea a una varietà di lunghezze d’onda, tra cui radio e infrarossi. Questa nuova indagine, chiamata GLOSTAR (visione globale della formazione stellare nella Via Lattea), è stata progettata per sfruttare le capacità notevolmente migliorate che un progetto di aggiornamento completato nel 2012 ha fornito al VLA per produrre dati precedentemente non ottenibili.
GLOSTAR ha entusiasmato gli astronomi con nuovi dati sui processi di nascita e morte di stelle massicce, nonché sul materiale tenue tra le stelle.
Il team di ricercatori di GLOSTAR ha pubblicato una serie di articoli sulla rivista Astronomy & Astrophysics che riportano i primi risultati del loro lavoro, inclusi studi dettagliati di diversi singoli oggetti. Le osservazioni continuano e ulteriori risultati saranno pubblicati in seguito.
Formazione stellare e supernovae
L’indagine ha rilevato traccianti rivelatori delle prime fasi di formazione stellare massiccia, comprese le regioni compatte di gas idrogeno ionizzato dalla potente radiazione delle giovani stelle e l’emissione radio da molecole di metanolo, che possono individuare la posizione di stelle molto giovani ancora profondamente avvolti dalle nubi di gas e polvere in cui si stanno formando.
Il sondaggio ha anche trovato molti nuovi resti di esplosioni di supernova, le drammatiche morti di stelle massicce. Studi precedenti avevano trovato meno di un terzo del numero previsto di resti di supernova nella Via Lattea. Nella regione studiata, GLOSTAR ha più che raddoppiato il numero trovato utilizzando i soli dati VLA, e si prevede che ne appaia di più nei dati Effelsberg.
“Questo è un passo importante per risolvere questo antico mistero dei resti di supernova mancanti”, ha affermato Rohit Dokara, uno studente di dottorato presso il Max Planck Institute for Radioastronomy (MPIfR) e autore principale di un articolo sui resti.
Il team di GLOSTAR ha combinato i dati del VLA e del telescopio Effelsberg per ottenere una visione completa della regione studiata. Il VLA multi-antenna, un interferometro, combina i segnali provenienti da antenne ampiamente separate per creare immagini ad altissima risoluzione che mostrano piccoli dettagli.
Tuttavia, un tale sistema spesso non è in grado di rilevare anche strutture su larga scala. Il telescopio Effelsberg di 100 metri di diametro ha fornito i dati su strutture più grandi di quelle che il VLA poteva rilevare, rendendo l’immagine completa.
“Ciò dimostra chiaramente che il telescopio Effelberg è ancora molto cruciale, anche dopo 50 anni di attività”, ha affermato Andreas Brunthaler di MPIfR, leader del progetto e primo autore del documento di sintesi del sondaggio.
La luce visibile è fortemente assorbita dalla polvere, che le onde radio possono facilmente penetrare. I radiotelescopi sono essenziali per rivelare le regioni avvolte dalla polvere in cui si formano le giovani stelle.
I risultati di GLOSTAR, combinati con altri sondaggi radio e infrarossi, “offrono agli astronomi un censimento quasi completo di enormi ammassi di formazione stellare a vari stadi di formazione, e questo avrà un valore duraturo per studi futuri”, ha affermato il membro del team William Cotton, di il National Radio Astronomy Observatory (NRAO), esperto nella combinazione di dati interferometrici e di singoli telescopi.
“GLOSTAR è la prima mappa del Piano Galattico a lunghezze d’onda radio che rileva molti degli importanti traccianti di formazione stellare ad alta risoluzione spaziale. Il rilevamento di righe spettrali atomiche e molecolari è fondamentale per determinare la posizione della formazione stellare e per comprendere meglio la struttura della Galassia”, sostiene Dana Falser, anche lei di NRAO.
L’iniziatore di GLOSTAR, Karl Menten di MPIfR, ha aggiunto: “È fantastico vedere la bellissima scienza risultante dall’unione delle forze di due dei nostri radiotelescopi preferiti”.
Fonte: Aurekalert