Il Malleus Maleficarum non è altro che una raccolta di suggerimenti per gli inquisitori, una sorta di manuale di comportamento e suggerimenti su come raccogliere o estorcere prove di presunta stregoneria.
Nei secoli passati, la superstizione e l’ignoranza hanno fatto migliaia di vittime, falcidiando, fin troppo spesso, le fila di quelle donne illuminate, a partire da Ipazia di Alessandria, che avevano avuto la sola colpa di essersi ribellate al destino cui le condannavano la religione che le individuava come strumento del diavolo e le tollerava solo in funzione del loro ruolo di procreatrici.
In quest’ottica, nel mezzo della più oscura e feroce repressione che la storia ricordi, l’inquisizione, venne pubblicato il Malleus maleficarum.
Il Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe) è un libro redatto in latino e pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di reprimere l’eresia, il paganesimo e la stregoneria.
Il Malleus Maleficarum è il più noto dei tre principali trattati pubblicati sulla stregoneria alla fine del XV secolo: gli altri due furono il Fornicarium di Johannes Nider (1475, composto tra il 1436 e il 1437) e il De lamiis et phitonicis mulieribus (Delle streghe e delle indovine) di Ulrich Molitor (1489).
Vide la luce nel momento in cui la stregoneria, che spesso non era altro che l’applicazione delle tradizioni popolari nel campo dell’uso delle erbe per curare, cominciava a essere malvista e additata come una forma di satanismo.
Storia e contesto
Fra il 1227 e il 1235, una serie di decreti papali instaurarono l’Inquisizione contro le “streghe” e contro gli “eretici”: la bolla Ad extirpanda del 1252, di Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura per estorcere confessioni di stregoneria da parte di donne sospettate.
Con la bolla papale Summis desiderante affectibus, promulgata il 5 dicembre 1484 da Innocenzo VIII venne dato l’incarico a due teologi domenicani, Sprenger e Insitor (più comunemente conosciuto come Krämer) di «punire, incarcerare e correggere» le persone infette dal crimine della perversione eretica.
Questa l’origine storica del Malleus Maleficarum, che divenne, in breve, una specie di best seller dell’epoca. Fu adottato come testo ecclesiastico ufficiale della persecuzione contro le streghe.
La pratica del rogo era un’usanza antica, già in epoca romana si bruciavano i martiri e nell’Alto Medioevo veniva comminata come rituale di purificazione.
Nel 1184, il Sinodo di Verona decise che il rogo divenisse la condanna a morte ufficiale per l’eresia e stregoneria. In epoca carolingia, stregoni, indovini, coloro che provocavano le tempeste, i guaritori erano considerati tutti emissari del diavolo o persone manipolate da lui; i riti funerari e le mascherate, le negromanzie in quell’epoca venivano praticate in maniera intensiva e vennero considerate attività eversive, in contrasto con l’ordine costituito che a fatica Chiesa e potere laico stavano tentando di imprimere.
Il Medioevo fu sempre considerato “superstizioso”, questo perché esisteva un istituzione religiosa, la Chiesa, che sanciva le regole entro cui si doveva restare, soprattutto dopo il Concilio di Nicea del 325 d.C.. Chiunque vivesse al di fuori di tali regole era considerato un peccatore e la superstizione, soprattutto se riferita a idee pagane come la stregoneria, veniva considerata uno dei peccati peggiori perché, secondo le credenze, la magia poteva discendere solo dal demonio.
Cosa c’è scritto nel Malleus maleficarum
Il Malleus Maleficarum è una raccolta delle esperienze e testimonianze fatte dai due autori nell’ambito della loro attività repressiva del fenomeno della stregoneria. Si trovano anche credenze e nozioni sulla stregoneria, spesso tratte da testi più antichi. Si sostiene che ci siano più streghe donne che uomini, poiché la donna è mas occasionatus, più incline al peccato.
Il Malleus Maleficarum è diviso in tre parti:
Nella prima parte si affronta la discussione sulla natura della stregoneria. Secondo i redattori del testo, le donne, poiché sono deboli e di intelligenza inferiore, sono inclini a cedere alle tentazioni del demonio. Gli autori arrivano ad affermare che la parola femina (donna) deriva da fe + minus (fede minore).
Alcuni degli atti confessati dalle streghe, quali ad esempio le trasformazioni in animali o mostri, sono mere illusioni indotte dal diavolo, mentre altre azioni, come ad esempio la possibilità di volare ai sabba, provocare tempeste o distruggere i raccolti sono possibili. Gli autori, inoltre, si soffermano con morbosa insistenza sui rapporti sessuali che le streghe intratterrebbero con i demoni.
La seconda parte riprende molte posizioni espresse nella prima e le approfondisce nel tentativo di far comprendere “il modo di fare le stregonerie e il modo in cui si possono facilmente eliminare“. Qui vengono anche descritti alcuni malefici e le modalità di esecuzioni, con rituali ed ingredienti, probabilmente ripresi da testi più antichi o da tradizioni popolari.
L’ultima parte descrive istruzioni pratiche e metodologiche sulla cattura, il processo, la detenzione e l’eliminazione delle streghe. Si spiega come capire quando un testimone è degno di fiducia, poiché molte delle accuse erano spesso false e venivano mosse per invidia e malizia.
Gli autori spiegano, però, che i pettegolezzi pubblici sono sufficienti a condurre una persona al processo e che, anzi, una difesa troppo vigorosa da parte del difensore può essere prova del fatto che anche quest’ultimo è stregato.
Il Malleus Maleficarum fornisce indicazioni su come evitare che le autorità siano soggette alla stregoneria e rassicura i lettori sul fatto che, in quanto rappresentanti di Dio, i giudici sono immuni dai poteri delle streghe.
In questa sezione si parla anche diffusamente delle tecniche di estorsione delle confessioni e della pratica della tortura durante gli interrogatori: in particolare, è raccomandato l’uso del ferro infuocato per la rasatura dell’intero corpo delle accusate, al fine di trovare il famoso stigma diaboli, il segno del diavolo, che ne proverebbe la colpevolezza.
Il Malleus Maleficarum, insomma, si poneva come salda guida teorica nella spietata repressione della stregoneria. Consentiva di riconoscere e combattere le presunte streghe, indicava come catturarle e processarle, e forniva precise istruzioni su come estorcere una confessione attraverso la tortura, per giungere alla sentenza di colpevolezza e, infine, al rogo.
Secondo gli autori, nessuna strega sarebbe dovuta sopravvivere in questa spasmodica e alienata ricerca di donne concupite dal diavolo.
Il Malleus Maleficarum, che ha avuto in quei secoli un’incredibile fortuna e svariate ristampe, è ancora oggi un documento preziosissimo che raccoglie e codifica le ossessioni, i pregiudizi e le superstizioni di un’epoca.