Secondo il rapporto Istat del 2019 in Italia le donne possono contare su una vita media pari a 85,2 anni, mentre gli uomini si attestano sugli 80,8 anni, anche se questa differenza si sta, nel corso degli anni, lentamente riducendo.
Questa maggiore longevità non è appannaggio soltanto di noi umani, secondo uno studio francese pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Science” riguarda anche gran parte dei mammiferi. Lo studio ha preso in esame i tassi di mortalità per età di oltre un centinaio di mammiferi presenti in natura.
Nel 60% delle popolazioni prese in esame le femmine sono più longeve di circa il 18% rispetto ai maschi (negli esseri umani questo dislivello si ferma al 8%). Questa differenza non dipende da una maggiore senescenza dei maschi rispetto alle femmine, quanto ad una loro maggiore mortalità per ogni classe di età.
Un’altra ricerca pubblicata su “Biology Letters” che ha compreso oltre che i mammiferi anche uccelli, rettili, anfibi e insetti indica che il motivo principale di questo vantaggio delle femmine risiederebbe nella dotazione di cromosomi sessuali.
Vive di più il sesso che ha due copie del cromosoma sessuale principale, nei mammiferi le femmine che hanno un doppio cromosoma X, mentre negli uccelli, i maschi che possiedono un doppio cromosoma Z. La pista genetica però non è l’unica soluzione al rebus della maggiore longevità delle femmine rispetto ai maschi.
Quando sono il sesso più longevo infatti le femmine vivono in media il 21% più dei maschi, mentre quando sono i maschi il sesso più longevo, il loro vantaggio si riduce al 7%. I fattori che potrebbero contribuire a questo “svantaggio” esistenziale dei maschi potrebbero essere un diverso peso della selezione naturale, uno stile di vita più rischioso e forse gli effetti degli ormoni sessuali.