L’esercito britannico ha testato con successo DragonFire, un’arma in grado di annientare droni armati con un solo lampo di luce puntato con precisione sul bersaglio. Questo nuovo dispositivo di difesa ha assicurato l’ingresso del Regno Unito nel gruppo d’élite di paesi che possiedono una tecnologia laser all’avanguardia.
Cosa sappiamo di DragonFire?
Il Ministero della Difesa britannico (MOD), sotto contratto con il Defense Science and Technology Laboratory (Dstl), il consorzio DragonFire del Regno Unito, guidato da MBDA e composto da Leonardo e QinetiQ, ha riunito il meglio delle competenze del settore per sviluppare un programma dimostrativo di capacità (CDP) per armi a energia diretta al laser (LDEW).
Questa nuova tecnologia utilizza una varietà di effetti basati sullo scenario tattico per fornire difesa aerea a corto raggio per le navi militari. Questi includono localizzare, seguire e allontanare una possibile minaccia accecando i sensori dei bersagli previsti, nonché danneggiare o addirittura eliminare la minaccia in avvicinamento. Nonostante questi vantaggi, esistono però sfide e limitazioni nell’impiego, comprese le condizioni atmosferiche (come nebbia, polvere o pioggia), che possono disperdere o assorbire i raggi laser, i requisiti di raffreddamento del sistema e la necessità di informazioni precise sul puntamento.
Le capacità avanzate di comando e controllo (C2) e di elaborazione delle immagini del sistema d’arma DragonFire, sono state create dalla multinazionale europea produttrice di missili MBDA, che ne supervisiona l’intera operazione.
Secondo il Ministero della Difesa (MoD), il nuovo dispositivo è sufficientemente preciso da centrare una moneta a distanza di un chilometro. Il sistema DragonFire ha una portata limitata, ma può abbattere qualsiasi bersaglio visibile nelle vicinanze. Sebbene non siano disponibili molte informazioni, sappiamo che il Regno Unito è impegnato a incorporare armi energetiche a punta laser, economiche e precise, per combattere le minacce moderne.
L’importanza di DragonFire
Lo sviluppo di DragonFire è stato significativo in quanto è avvenuto in un periodo in cui piccoli bersagli aerei come i droni kamikaze e munizioni vaganti, facilmente accessibili, hanno visto una proliferazione senza precedenti suscitando una minaccia enorme per il Regno Unito e altri paesi occidentali.
Il segretario alla Difesa Grant Shapp ha dichiarato in un comunicato stampa: “Questo tipo di armi all’avanguardia hanno il potenziale per rivoluzionare il campo di battaglia riducendo la dipendenza da munizioni costose e diminuendo anche il rischio di danni collaterali. Gli investimenti con i partner industriali in tecnologie avanzate come DragonFire sono stati cruciali in un mondo altamente competitivo, poiché ci aiutano a mantenere il vantaggio in battaglia e a nonché la nazione al sicuro”.
Il Regno Unito è stato in prima linea nel contrastare gli attacchi di droni e missili nel Mediterraneo. Negli ultimi giorni ne sono stati lanciati diversi da parte degli Houthi con sede nello Yemen e da altre milizie regionali sostenute dall’Iran, e sono stati abbattuti da navi da guerra statunitensi e britanniche. L’uso delle armi laser per la difesa aerea ha assunto quindi maggiore importanza.
L’ultima impresa raggiunta da DragonFire è un altro passo avanti affinché il sistema d’arma diventi operativo e entri in servizio con l’esercito britannico. Altri Paesi, come gli Stati Uniti, Israele, Cina e Russia, hanno lavorato per integrare la capacità di difesa aerea basata sui laser nelle loro forze armate in mezzo alle crescenti sfide sul campo di battaglia.
L’esercito americano ha testato la propria arma ad alta energia nel 2022 e ha annunciato anche progressi significativi. Il Regno Unito prevede di installare armi laser come Dragonfire a bordo delle sue navi da guerra, veicoli corazzati e aerei da combattimento entro i prossimi 5-10 anni.