Il Baader–Meinhof phenomenon riguarda una sensazione che si sviluppa quando apprendiamo qualcosa di nuovo e ci persuadiamo che da quel momento in poi, ciò che abbiamo assimilato accada con più frequenza, ma in realtà si tratta di un’illusione, poiché è solo la nostra consapevolezza ad essersi sviluppata ulteriormente.
Per esempio, hai deciso che per Natale comprerai un bel vestito rosso, per stare in tema. Questa informazione che si imprime nel tuo cervello ti farà vedere il colore rosso in qualsiasi occasione, non solo, improvvisamente tutti indosseranno qualcosa di rosso.
Baader–Meinhof phenomenon: i social media lo sfruttano?
Questo fenomeno, noto anche come frequency illusion o recency illusion, può sembrare apparentemente innocuo, ma in sé nasconde trappole insidiose, poiché è capace di influenzare la nostra capacità di ricordare correttamente gli eventi o farci vedere schemi che in realtà non esistono.
Si può parlare di bias cognitivo: si formula e forma un pensiero errato durante l’elaborazione ed interpretazione di un impulso esterno, come per esempio un’informazione. Se si assimila una nuova parola, penseremo illusoriamente che questa nuova conoscenza si trovi ovunque, salvo il caso non riguardi un trend del momento.
Il Baader–Meinhof phenomenon ci pone in una condizione in cui il nostro giudizio può essere influenzato a scapito di altre informazioni che diventano di minor rilievo se non del tutto trascurabili.
Un esempio significativo di Baader–Meinhof phenomenon riguarda il Covid19, la pandemia mondiale che ci ha fatti diventare bersagli di un’iperinformazione martellante e quotidiana, tanto da diventare, per tutta la fascia di tempo critica, l’argomento basilare che ha coinvolto tutti i media, in particolare i social.
Questo ha causato un’impennata di persone che hanno ricevuto una diagnosi o dal medico di famiglia o al pronto soccorso di covid, poiché i medici riscontravano in essi i sintomi assimilabili alla SARS-CoV-2. Tutti medici incapaci o più verosimilmente influenzati negativamente dalle informazioni a tamburo battente che parlavano del Covid ovunque?
I medici furono tratti in inganno dal Baader–Meinhof phenomenon: poiché l’infezione da coronavirus era all’apice, i medici percepivano associazioni illusorie, anche in chi non aveva la malattia.
Andando al di là del Covid, i social sfruttano costantemente il Baader–Meinhof phenomenon attraverso gli algoritmi. Avrai sicuramente notato che tutto ciò che ti viene proposto sui social ha a che fare con i tuoi gusti, i tuoi desideri, o quello che vorresti acquistare.
I social infatti “spiano” le nostre interazioni ed iniziano a somministrare un subdolo e costante filtro che riguarda proprio quello di cui abbiamo appena parlato con il nostro amico su Messenger, o sul nostro stato di Facebook. Avviene una vera e propria amplificazione artificiale di questi modelli mediante la cura algoritmica dei contenuti.
Da questo momento in poi, il vestito rosso che vuoi comprare per Natale e di cui hai parlato con la tua amica nella famosa messaggistica del gruppo Meta, o cercato in qualche sfilata su YouTube o su qualche store, spunterà in tutte le salse sui tuoi social preferiti, e lo noterai anche sulle foto dei tuoi contatti: un combo micidiale tra il naturale meccanismo di “attenzione selettiva” del cervello e l’amplificazione fornita dagli algoritmi dei social media.
A completare il trio si aggiunge il bias di conferma e il condizionamento mentale è servito. L’influenza diventa talmente prepotente da condizionare il nostro giudizio, modellando il nostro pensiero sino a polarizzarlo in una determinata direzione.
Capire questo è importante per preservare la propria integrità di pensiero e il nostro apparato critico interiore. La nostra realtà deve essere il più possibile indipendentemente da queste dinamiche, per permetterci di valutare le nostre scelte in autonomia, senza essere subdolamente pilotati. Preservare la propria indipendenza e quella delle nuove generazioni nate e cresciute con i social, oggi più che mai è di vitale importanza.
Insomma, il Baader–Meinhof phenomenon è un meccanismo psicologico che agisce a livello subliminale.