di Oliver Melis per Aenigma
Lonnie Zamora a suo dire, fu testimone di uno degli eventi più significativi avvenuto il 24 aprile a Socorro nel New Mexico mentre era in servizio nella sua città. Dionicio E. Zamora, detto Lonnie, fu per 15 anni un ufficiale della polizia statunitense di stanza nella città di Socorro, nel Nuovo Messico. Dopo 23 anni di servizio fu congedato dal reparto T6 della Guardia Nazionale.
Ecco quanto da lui dichiarato:
« Durante un inseguimento lungo la statale, udii un’esplosione avvenuta presso un deposito di dinamite e vidi delle fiamme. Subito interruppi l’inseguimento per investigare e lasciai la statale per imboccare una strada sterrata. Anche se indossavo occhiali da sole, non avevo dato molta attenzione alle fiamme, dato che ero disturbato dal sole. Era sereno, con pochissime nubi disseminate su una vasta area del cielo. Dopo aver visto fiamme arancio-azzurrognole, sentì chiaramente un rombo la cui frequenza oscillò per un certo tempo, fino a dissolversi. Ad un certo punto il motore dell’auto si spense; cercai con difficoltà di ripartire per avviarmi verso la ripida collina, cosa che mi riuscì solo al terzo tentativo, ma non sentii altri rumori. Nei successivi 10-15 secondi, procedendo verso ovest, mi resi conto di ricordare la precisa posizione della baracca. Vidi verso sud un oggetto luminoso a circa 137-183 metri di distanza dalla mia auto. Pensai ad una macchina rovesciata, con due persone prigioniere nell’abitacolo. Ma dovetti ricredermi: era in realtà un oggetto di forma oblunga, sembrava di alluminio lucido, biancastro e cromato[2]. Chiesi aiuto via radio. Per un breve intervallo di tempo, potei osservare, vicine all’oggetto, due persone che indossavano una tuta bianca. Questi individui sembravano persone normali – o due adulti di bassa statura o persino dei bambini obesi -. Mi avvicinai all’oggetto, comunicando alla stazione di polizia ciò che stavo osservando: verificavo quello che credevo essere un’auto che si trovava nell’arroyo (un letto di un ruscello in secca). Quando mi fermai, scesi dalla mia auto di servizio e attesi una risposta. Poi iniziai ad avviarmi a piedi verso l’oggetto. Ad un certo punto sentii un rombo fragoroso, ma strano – e più mi avvicinavo, più era intenso -, non come quello di un aereo a reazione. L’oggetto produceva un rumore ad una frequenza, inizialmente rapida e bassa, crescente in volume. Nello stesso istante lo vidi lentamente alzarsi mentre sotto di lui si formavano fiamme blue e arancioni. L’oggetto mentre si sollevava alzava molta polvere[3]. Dopo essere sceso dall’auto persi gli occhiali, fuggii e iniziai a correre verso nord, a questo punto l’auto si trovava in mezzo, tra me e l’oggetto. Diedi uno sguardo all’indietro un paio di volte e questa volta lo notai decollare, a circa 6-8 m di distanza. Mi allontanai sempre di più; ad un certo punto mi accovacciai a terra, proprio sul bordo della collina. Ripresi a correre, e dopo aver percorso altri 15 metri vidi, l’oggetto sopra l’auto. Scavalcai la collina e mi misi nuovamente a correre, poi mi fermai in quanto non sentivo più il rombo. A questo punto cambiai idea e tornai indietro, verso l’oggetto ma improvvisamente mi buttai a terra coprendomi la faccia con le braccia. Alzai lo sguardo, e vidi che si stava allontanando. Dava l’impressione di procedere in linea retta, ad un’altezza di circa 3-4 metri. Stava decollando e accelerando molto velocemente. Raccolsi i miei occhiali da sole, salii in auto e contattai Nep Lorez, l’operatore radio della stazione di Polizia, e gli chiesi: «Guarda dalla finestra, vedi un oggetto?». Nep mi chiese: «Di quale oggetto stai parlando?» Gli risposi: «Un oggetto, che rassomiglia ad un pallone». Non sapevo se lo avesse visto. Se Nep avesse guardato dalla finestra esposta a nord, non avrebbe potuto vederlo, ma non gli dissi da quale finestra avrebbe dovuto guardare. Nel momento in cui chiamai Nep, lo potevo ancora osservare. Sembrava alzarsi lentamente, mentre diventava sempre più piccolo distanziandosi ad una velocità eccezionale. Appena fu sopra la montagna scomparve. Non produceva più fiamme, viaggiava poco sopra il suolo, senza rumore ne fumo. [ndr: Zamora fu presto raggiunto da un collega, il sergente Chavez, che non vide il presunto oggetto] Diedi per radio la mia posizione a Nep Lorez e al sergente M. S. Chavez in modo che potessero raggiungermi. Giunto sul luogo dell’atterraggio, notai che tutti i cespugli erano bruciati. Alla radio il sergente Chavez mi disse che stava arrivando. Quando arrivò, mi chiese che problemi c’erano, e perché stavo sudando, e per quale motivo ero così pallido. Chiesi al sergente di venire a vedere ciò che avevo visto io: entrambi rilevammo tracce dei cespugli bruciati. La prima volta che vidi l’oggetto (quando pensavo che fosse un’auto), osservai quelle che sembravano essere due gambe. In quel momento non feci molta attenzione a questo particolare — pensavo infatti che fosse un incidente — la mia attenzione era sulle persone, non facevo certo attenzione a due gambe. Queste erano situate nella parte bassa dell’oggetto, inclinate verso l’esterno rispetto al terreno e sopra di esse l’oggetto era sollevato a circa 1-1,5 m da terra. Non ricordo la seconda volta per quanto tempo vidi l’oggetto: dal momento in cui scesi dall’auto, lo osservai, corsi verso di lui, saltai sul bordo della collina, ritornai all’auto e alla radio, ed infine dalla sua scomparsa, passarono forse 20 secondi. Il microfono dall’emozione mi cadde, scesi dall’auto a mi incamminai a piedi verso l’area dell’evento e sentii, in poco meno di un secondo, circa due o tre suoni come dei “tonfi”, come se qualcuno stesse usando un martello, o stessero chiudendo con difficoltà una porta. Questo prima di sentire il frastuono. Non vidi più nessuno sul luogo dell’atterraggio. Poco prima che arrivasse il sergente Chavez, presi una penna e disegnai le insegne che avevo osservato sull’oggetto. »
L’avvistamento di Zamora raggiunse i notiziari in brevissimo tempo e quindi le tante persone all’ascolto in quel momento vennero a conoscenza dell’avvistamento, notizia che non colse certamente impreparati tanti giornalisti che in quegli anni erano molto attenti al tema degli UFO. Pochi giorni dopo, infatti, i reporter dell’Associated Press e del United Press International giunsero a Socorro, raggiunti due giorni dopo dai membri dell’APRO, un gruppo di specialisti di ufologia composto da civili. Furono presenti anche ufficiali rappresentanti dell’U.S.Air Force responsabili del Progetto Blue Book. Arrivarono da li apoco anche gli esperti del NICAP altra organizzazione ufologica.
Ray Stanford pochi mesi dopo scrisse un libro per raccontare l’evento di Socorro e raccontò di un gran numero di testimoni, secondo lui attendibili, nonché di due turisti, Paul Kies e Larry Kratzer, che in auto stavano avvicinandosi a Socorro da sud-ovest, a meno di 1.609 m dal luogo dell’atterraggio. Apparentemente furono anche loro testimoni dell’atterraggio e riferirono di aver osservato delle fiamme e della polvere brunastra. La loro storia fu diffusa dal Telegraph-Heral di Dubuque, Iowa, dopo pochi giorni.
Sempre nel libro di Stanford altri affermarono di aver osservato un velivolo a forma di uovo che emetteva fiamme bluastre più o meno alla stessa ora e nella stessa zona dell’avvistamento di Zamora.
Anche una famiglia di turisti provenienti dal Colorado videro un oggetto ovale volare, ad una quota molto bassa che procedeva da est ad ovest, verso la città di Socorro. L’oggetto passò pochi metri sopra la loro auto. Non si sa nulla sulla loro identità, la storia fu raccontata da tale Opal Grinder che riconfermò tre anni dopo in una deposizione giurata. Secondo il Grinder, uno di loro testimonò: «Strano, i velivoli volano molto basso da queste parti!», infatti l’oggetto aveva sfiorato il tetto della loro auto. L’uomo era preoccupato, in quanto il velivolo non giungeva dal vicino aeroporto, ma dalla highways situata ad est. Vide anche un’auto della polizia diretta verso la più vicina collina.
Sempre secondo Stanford, un altro testimone ha chiamato la televisione di Albuquerque attorno alle 17:30, per segnalare un oggetto ovale a bassa quota, che viaggiava lentamente verso la città di Socorro (Stanford, p. 82). Stanford seganla la presenza di molti testimoni che udirono un forte boato.
Nell’ottobre 2009, Stanford, ha rivelato che il sergente Chavez, il primo poliziotto che venne in aiuto a Zamora, gli aveva confidato di aver visto l’oggetto rapidamente ripartire verso ovest, in direzione delle montagne Inoltre, quando Chavez arrivò per primo sulla scena, entro un minuto o due la partenza dell’oggetto, notò che i cespugli stavano ancora bruciacchiando, e che Zamora appariva sotto shock. Chavez aggiunse che qualcosa aveva prodotto sul terreno dei segni rettangolari a forma di cuneo.
Zamora la sera stessa dell’avvistamento venne interrogato dal capitano dell’Esercito, T. Holder, e dall’agente dell’FBI, Arthur Byrnes Jr. La presenza del capitano e dell’agente del FBI non è però certa. Circolò anche voce del ritrovamento di sabbia fusa ma anche il noto Hynek non confermò mai tale diceria.
L’astronomo Allen Hynek, consulente del progetto Blue Book, arrivò il 28 aprile, incontrò Zamora e Chavez. Hynek e il maggiore dell’Air Force, Hector Quintanilla, inizialmente avevano pensato che l’avvistamento fosse un test del modulo lunare Apollo, ma esclusero tale ipotesi dopo una approfondita investigazione (Druffel, 213). Secondo Hynek «Zamora e Chavez erano prevenuti nei confronti dell’Air Force, che riteneva il caso una burla e Zamora non intendeva essere preso per un bugiardo. Per Hynek e altri esperti non era possibile che si trattasse di un prototipo segreto dei militari.
In un’intervista del 1968, un fisico e ricercatore UFO James E. McDonald apprese da Mary G. Mayes studentessa del laboratorio di biologia delle radiazioni che le chiesero di “analizzare del materiale e delle piante provenienti dal sito di Socorro”dei campioni però non si seppe più nulla.(Druffel, 218). La Mayers disse di aver lavorato alle evidenze fisiche del caso Zamora e affermò che le piante si presentavano “completamente rinsecchite” (Druffel, 219). La Mayes non trovò contaminazioni radioattive, ma “due sostanze organiche”, che non fu in grado di identificare (Druffel, 219). Mayes ha confidato a McDonald che nel luogo dell’atterraggio vi era della sabbia fusa forse a causa del calore di un motore a reazione, non si seppe se altri indagarono e studiarono la zona di atterraggio e non ci sono riscontri materiali del vetro fuso.
Secondo l’astronomo Donald Menzel, Zamora sarebbe stato vittima di uno complicato scherzo messo in scena da ingegneri di una scuola di specializzazione che “pianificarono l’intero affare per ‘fregare’ Zamora”
Un anno più tardi Menzel ipotizzò che Zamora avesse identificato erroneamente un turbine di sabbia.
Philip J. Klass, parlò di un fulmine globulare e poi cambiò idea affermando che Zamora in combutta con il maggiore Holm Bursum Jr ordirono lo scherzo per attrarre turisti nella zona, Bursum era il proprietario delk terreno del presunto atterraggio. Zamora e Bursum però respindero al mittente ogni accusa.
Il caso è ancora citato da molti siti ufologici come inspiegabile ma la storia nel 2009 ha preso un’altra piega. I dettagli della storia sono raccontati dal blog The UFO Iconoclast(s)
il Dr. Etscorn professore dell’università New Mexico Tech (inventore del cerotto alla nicotina) disse pochi anni fa di sapere che alcuni suoi ex studenti erano da ritenersi coinvolti in questo caso che è da ritenersi una bufala. Tempo dopo uno degli studenti, Dave Collis, oggi considerato uno dei massimi esperti mondiali nella ricerca di esplosivi e negli effetti correlati ad essi, ammise che con i suoi amici, aveva programmato uno scherzo “paranormale” e di aver condiviso il piano con uno dei suoi “professori di fiducia”. La bufala, spiegò Collis, era nata poichè Lonnie Zamora aveva la reputazione di “perseguitare” gli studenti del Tech, più volte Zamora è stato visto arrabbiarsi con gli studenti apparentemente senza ragione. Questo sembrò quindi un buon motivo per fargli uno scherzo elaborato e complesso, peccato che lo scherzo prese una piega ben diversa e sopra ogni aspettativa coinvolse anche il governo, questo indusse i burloni a tacere tutti questi anni, fino a che il loro “professore di fiducia” non confessò durante un’intervista cosa veramente era successo.
Fonti (Mistero risolto, Wikipedia)
Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO Italia, Perle complottare e le scie chimiche sono una cazzata