Gli astronomi hanno individuato un pianeta extrasolare davvero singolare, denominato WASP-193b. Questo gigante gassoso, situato a circa 1.200 anni luce dalla Terra, orbita attorno a una stella simile al Sole. La sua peculiarità risiede nella sua straordinaria leggerezza: pur superando Giove in dimensioni, WASP-193b possiede una densità media paragonabile a quella dello zucchero filato, circa 0,059 grammi per centimetro cubo.
WASP-193b: confermata la sua bassissima densità
Un nuovo pianeta extrasolare, battezzato WASP-193b, ha interessato gli astronomi per le sue caratteristiche singolari. La sua peculiarità risiede nella sua straordinaria leggerezza: pur superando Giove del 50% in termini di dimensioni, WASP-193b possiede una densità media pari a circa un decimo di quella del gigante gassoso del nostro Sistema Solare, risultando estremamente bassa.
Questa scoperta, avvenuta grazie a un team internazionale di scienziati guidati da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), rappresenta un vero enigma per la scienza planetaria. Finora, mai si erano osservati pianeti con una densità così bassa. Si stima che WASP-193b sia composto da un’atmosfera estremamente gonfia, che si estende per decine di migliaia di chilometri oltre il suo nucleo, conferendogli la sua caratteristica “sofficità”.
Le cause di questa anomala struttura atmosferica restano ancora da chiarire. Gli scienziati ipotizzano che il pianeta potrebbe essersi formato in un ambiente ricco di gas a bassa densità, oppure che abbia subito un processo di evaporazione atmosferica in seguito a eventi catastrofici.
L’analisi di WASP-193b e di altri pianeti simili potrebbe fornire nuove informazioni sui processi di formazione planetaria e sulla diversità degli esopianeti presenti nella nostra galassia. Questa scoperta apre nuove frontiere nella ricerca spaziale e ci spinge a guardare con occhi sempre più curiosi e affascinati l’universo che ci circonda.
WASP-193b: il secondo pianeta più leggero
Il nuovo pianeta, WASP-193b, è stato inizialmente individuato grazie al Wide Angle Search for Planets (WASP), un programma di ricerca internazionale che coinvolge diverse istituzioni accademiche. Il progetto impiega due osservatori robotizzati, uno nell’emisfero settentrionale e uno in quello meridionale. Ogni osservatorio è dotato di telecamere grandangolari che monitorano la luminosità di migliaia di stelle in tutto il cielo.
Tra il 2006 e il 2012, l’osservatorio WASP-Sud ha rilevato cali periodici di luminosità, o “transiti“, nella stella WASP-193, una stella simile al Sole situata a circa 1.232 anni luce dalla Terra. Questi cali, che si verificavano ogni 6,25 giorni, hanno suggerito la presenza di un pianeta in orbita attorno alla stella, il quale ne oscurava parzialmente la luce durante il suo passaggio.
Gli scienziati, utilizzando i dati dei transiti, hanno stimato le dimensioni del pianeta, risultando essere un gigante gassoso con una massa superiore a quella di Giove. Tuttavia, la determinazione della massa del pianeta, necessaria per calcolare la sua densità e fornire indizi sulla sua composizione, si è rivelata una sfida ardua.
Tipicamente, la massa di un pianeta viene misurata utilizzando la tecnica della velocità radiale. Questa tecnica consiste nell’analizzare lo spettro della luce proveniente dalla stella mentre il pianeta le orbita attorno. Lo spettro stellare si sposta leggermente a causa dell’attrazione gravitazionale del pianeta, rivelando informazioni sulla sua massa.
Nel caso di WASP-193b, la tecnica della velocità radiale si è rivelata inefficace. La massa del pianeta è talmente bassa da non esercitare un’attrazione gravitazionale sufficiente sulla stella da indurre uno spostamento misurabile del suo spettro.
Di fronte a questa difficoltà, gli astronomi hanno utilizzato altri metodi per stimare la massa di WASP-193b, combinando i dati dei transiti con simulazioni al computer. I risultati ottenuti hanno rivelato una verità sconvolgente: il pianeta possiede una densità estremamente bassa, circa 0,059 grammi per centimetro cubo, paragonabile a quella dello zucchero filato.
Questa scoperta ha reso WASP-193b il secondo pianeta più leggero conosciuto dopo Kepler-51d. La sua bassissima densità e le sue grandi dimensioni lo rendono un vero e proprio enigma per gli scienziati, sfidando le attuali teorie sulla formazione planetaria. Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy.
Conclusioni
La scoperta di WASP-193b apre nuove frontiere nella ricerca di esopianeti e nella comprensione della loro formazione. Studi futuri su questo pianeta e su altri simili potrebbero fornire informazioni cruciali sui processi che hanno portato alla nascita dei sistemi planetari e sulla diversità degli esopianeti presenti nella nostra galassia.
Le analisi effettuate confermano che WASP-193b possiede una massa pari a circa il 14% di quella di Giove e una densità di appena 0,059 grammi per centimetro cubo. Questo valore risulta significativamente inferiore rispetto a quello di Giove e della Terra, ma si avvicina agli 0,05 grammi per centimetro cubo dello zucchero filato, da cui il soprannome attribuitogli dagli scienziati.
Barkaoui ha spiegato: “Ci sono voluti quasi quattro anni per raccogliere tutti i dati necessari per determinare la massa di WASP-193b. La sua leggerezza estrema rende difficile immaginare un materiale analogo allo stato solido. La sua somiglianza con lo zucchero filato deriva dal fatto che entrambi sono composti principalmente da gas leggeri anziché da solidi. In pratica, il pianeta è fondamentalmente ‘super soffice'”.
I ricercatori hanno ipotizzato che la composizione di questo nuovo pianeta sia prevalentemente a base di idrogeno ed elio, in linea con la maggior parte degli altri giganti gassosi della nostra galassia. N
el caso di WASP-193b, questi gas probabilmente formano un’atmosfera estremamente gonfia che si estende per decine di migliaia di chilometri oltrepassando addirittura quella di Giove. Tuttavia, le modalità con cui un pianeta possa raggiungere un simile grado di gonfiore pur mantenendo una densità superleggera rimangono un enigma irrisolto dalle attuali teorie sulla formazione planetaria.
Barkaoui ha concluso: “WASP-193b rappresenta un vero e proprio mistero. Per risolverlo saranno necessarie ulteriori osservazioni e approfondimenti teorici, in particolare per mezzo del telescopio spaziale JWST, al fine di misurare le sue proprietà atmosferiche e confrontarle con i diversi meccanismi teorici che potrebbero causare un’inflazione così estrema”.