Una ricerca dall’Istituto di scienze della vita dell’Università del Michigan ha scoperto una delle cause che provocano il declino delle funzioni motorie e una maggiore fragilità nei piccoli vermi e testato un modo per rallentarli.
I risultati, pubblicati il 2 gennaio in Science Advances, identificano una molecola che può essere utilizzata per ottenere un miglioramento della funzione motoria e indicano che percorsi simili possono essere in gioco anche nei mammiferi in età avanzata.
Con l’invecchiamento, sia negli uomini che negli animali, le funzioni motorie si deteriorano progressivamente. Lo studio, effettuato su nematodi, ha dimostrato che questi tipi di verme hanno modelli di invecchiamento notevolmente simili a quelli di altri animali, e la durata della loro vita è solo intorno alle tre settimane, rendendoli un sistema modello ideale per studiare i processi legati all’invecchiamento.
“In precedenza abbiamo osservato che mentre i vermi invecchiano, gradualmente perdono le funzioni fisiologiche“, ha affermato Shawn Xu, professore alla LSI e autore senior dello studio. “Abbiamo notato che intorno alla metà della loro età adulta, la loro funzione motoria inizia a declinare e ci siamo proposti di capire cosa provoca questo declino”
Per capire meglio come cambiavano le interazioni tra le cellule dei vermi con l’invecchiamento, Xu ed i suoi colleghi hanno studiato le giunzioni cellulari attraverso le quali i motoneuroni comunicano con il tessuto muscolare. Il lavoro ha permesso di identificare na molecola chiamata SLO-1 che funge da regolatore per queste comunicazioni. La molecola smorza l’attività dei neuroni, rallentando i segnali che i neuroni trasmettono al tessuto muscolare, rallentando così la funzione motoria del verme.
I ricercatori hanno manipolato SLO-1, prima usando strumenti genetici e poi usando una droga chiamata paxillina. In entrambi i casi, hanno osservato due effetti principali nei nematodi: i vermi hanno non solo mantenuto una migliore funzione motoria anche nella tarda età, ma hanno anche vissuto più a lungo dei nematodi non sottoposti al trattamento.
“Ottenere una vita più lunga senza miglioramenti nello stato di salute, nella forza e nelle capacità motorie non è certamente l’ideale“, ha detto Xu, che è anche un professore di fisiologia molecolare e integrativa presso la UM Medical School. “Fortunatamente, abbiamo scoperto che questi interventi migliorano entrambi i parametri: questi vermi sono più sani e vivono più a lungo“.
Gli interventi effettuati hanno drasticamente migliorato la funzione motoria e la durata della vita. La manipolazione di SLO-1 all’inizio della vita dei vermi, non ha avuto alcun effetto sulla durata della vita e, addirittura, ha avuto un effetto negativo sulla funzione motoria nei giovani vermi. Ma quando l’attività di SLO-1 è stata bloccata a metà dell’età adulta, sia la funzione motoria che la durata della vita sono migliorate. Poiché il canale SLO-1 è presente in molte specie, Xu spera che queste scoperte incoraggeranno ulteriori studi sul suo ruolo nell’invecchiamento in altri organismi modello.
“Studiare l’invecchiamento negli organismi con una maggiore durata della vita è un investimento importante“, ha detto. “Ma ora abbiamo identificato un target molecolare, un potenziale sito e tempistiche specifiche, che dovrebbero facilitare ulteriori indagini“.
I ricercatori sperano poi di determinare l’importanza del canale SLO-1 nei primi stadi di sviluppo nei vermi e anche di capire meglio i meccanismi attraverso i quali influisce sulla durata della vita.
Fonte: Science Advances