Viaggiatori nel tempo, dalle bufale alla dura realtà

Uno dei sogni dell’essere umano è quello di viaggiare nel tempo. Chi non ricorda il romanzo di Herbert G. WellsLa macchina del tempo“, dove un eccentrico scienziato riesce a costruire una macchina prodigiosa che lo fa viaggiare avanti nel tempo di oltre 800 mila anni e poi a ritroso per raccontare la storia del futuro della Terra, o i film Terminator o ancora Ritorno al futuro, dove una Delorean viene trasformata da un geniale scienziato in una macchina capace di muoversi lungo le epoche avanti e indietro, vivendo spettacolari avventure.

Ma questo sogno un giorno potrà essere realizzato o rimarrà solo relegato alla fantascienza?

Esistono delle bufale circolanti in rete come quella di “John Titor“, un tizio che agli inizi del 2000 raccontava su alcuni forum di essere un crononauta proveniente dal futuro, alla ricerca di una macchina, un calcolatore Ibm 5100 che nella sua epoca, il 2036, non esisteva più, recuperabile però tornando indietro nel tempo fino al 1975 per prenderne uno direttamente dalle mani del nonno. Qualcosa sarebbe andato storto nel viaggio e John si ferma nell’anno 2000 elargendo a destra e a manca profezie che non si sono mai realizzate.

Ci sono stati alcuni imitatori del noto Titor ma senza aver avuto gran seguito, a parte forse Ethan Jensen proveniente, a suo dire, dal 2118 che, nel 2005, ci ha raccontato su come John sarebbe stato punito al suo ritorno nel 2036 per aver rivelato troppo senza permesso. Titor in seguito non ha più dato notizie di sé…

Altri hanno visto in foto, filmati e, addirittura, dipinti, possibili crononauti che utilizzavano apparecchi apparentemente inspiegabili per l’epoca ma che in seguito si sono rivelati esagerazioni dove oggetti di uso comune venivano scambiati per Ooparts, cioè oggetti che non avrebbero dovuto esistere all’epoca, come i telefoni cellulari ad esempio.

Solo bufale a volte inventate con il chiaro intento di attirare lettori curiosi su un determinato sito o semplicemente delle burle ben architettate.

Ma la scienza cosa ci può dire? Esclude categoricamente che si possa viaggiare nel tempo, o per meglio dire nello spazio – tempo o lascia aperte alcune possibilità?

Il fisico Paul Davies ha delle idee in proposito e secondo lui la Relatività di Einstein ci potrebbe aiutare a viaggiare nel tempo. I metodi sarebbero almeno due, il primo metodo consiste nel raggiungere velocità prossime a quella della luce, infatti se fossimo in grado di spostarci a tali velocità dette “Relativistiche” supponiamo a una velocità pari al 99,99999% di quella della luce potremo spostarci nell’anno 3000 impiegando meno di sei mesi.

Gli oggetti che l’uomo ha mandato nello spazio, però, raggiungono velocità di pochi chilometri al secondo, ci vorrebbe molta energia per raggiungere le velocità relativistiche, dove gli effetti del rallentamento del tempo sarebbero tali da poter effettuare un viaggio nel futuro. Il problema, secondo Davies, sono i costi, per accelerare 10 tonnellate al 99,9 per cento della velocità della luce sono necessari dieci miliardi di miliardi di joule, una quantità di energia equivalente all’intera produzione energetica dell’umanità di diversi mesi. Avvicinarsi ulteriormente ai 300mila chilometri al secondo della luce diventa ancora più costoso. Non è da escludere che in futuro si possa disporre di fonti di energia che ci consentano di muoverci molto velocemente, la questione è che dovrebbero essere investiti grandi capitali per studiare e sviluppare tale capacità. Ma il problema con le velocità relativistiche è che si può solo andare avanti nel tempo, allontanadolo inoltre dal punto di partenza (ad esempio la Terra), senza nessuna possibilità di tornare al tempo di partenza. un lungo viaggio porterebbe il crononauta molto lontano sia nello spazio che nel tempo e un eventuale viaggio di ritorno alla Terra dilaterebbe ancora di più il parametro temporale, allontanandolo ulteriormente nel futuro.

Il secondo metodo potrebbe essere più promettente, suggerito sempre dalla Relatività generale che estende la Relatività ristretta e include gli effetti della gravità sullo spaziotempo.

La gravità rallenta il tempo

E noi possiamo studiarne gli effetti su sistemi che misurano lo scorrere del tempo. Nel 1976 i fisici Robert Vessot e Martin Levine lanciarono nello spazio con un razzo un orologio e videro che questo guadagnò un decimo di microsecondo rispetto a orologi uguali rimasti sulla Terra.

Esperimenti analoghi effettuati con orologi atomici hanno confermato ulteriormente questa possibilità. Gli spostamenti nel tempo potrebbero essere effettuati sfruttando campi gravitazionali enormemente più intensi di quello del nostro pianeta, si potrebbero utilizzare ad esempio i campi gravitazionali di stelle molto dense o di corpi chiamati stelle di neutroni o addirittura i campi gravitazionali dei buchi neri.

Il problema è però evidente: bisognerebbe disporre di un’astronave in grado di raggiungere uno di questi corpi dotati di grandissima gravità per compiere un consistente balzo nel tempo e l’astronave lo dovrebbe fare impiegando molta energia, compiendo un viaggio che ci porterebbe al primo metodo e dovrebbe essere inoltre attrezzata per resistere alle intense radiazioni della stella di neutroni, impresa ingegneristica di enorme portata.

Visitare il passato, vedere come era la Terra milioni di anni fa, o semplicemente vedere il nostro passato recente, sarebbe possibile, secondo la stessa Relatività, senza ovviamente interferire, altrimenti cambieremo inevitabilmente il futuro, come ci insegnano i tanti paradossi dei viaggi nel tempo.

Per la Relatività generale lo spazio­-tempo può essere curvato fino al punto di riconnettersi con se stesso, e quindi creare “curve chiuse” sia nello spazio sia nel tempo.

Il primo a tracciare curve temporali fu il matematico austriaco Kurt Goedel. Risolvendo le equazioni della Relatività scoprì che nello spazio era possibile trovare orbite che si avvolgono a spirale in un universo in rotazione. La sua soluzione presupponeva però che l’universo fosse in rotazione, mentre oggi si ritiene che l’universo non ruoti.

La teoria ha dimostrato che particelle possono tornare indietro dal futuro. Goedel scrisse infatti: “effettuando un percorso di andata e ritorno a bordo di un’astronave lungo una rotta sufficientemente ampia, è possibile viaggiare in qualunque regione del passato, presente e futuro e tornare indietro”.

Se fosse così, allora il futuro esisterebbe già e sarebbe connesso a ogni tempo dell’universo, occhi aperti quindi, un possibile viaggiatore del tempo potrebbe palesarsi in ogni momento…

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