Venetkens, il nome di un popolo italico preromano in una stele

Tra i popoli italici preromani uno dei principali fu sicuramente quello dei Venetkens, o antichi veneti, che svilupparono una civiltà probabilmente seconda solo a quella degli etruschi, con i quali, peraltro, tennero scambi commerciali e culturali.

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Nell’Italia preromana, tra i vari popoli che abitarono la penisola lungo il corso del I millennio a.C., periodo storico conosciuto anche come Età del Ferro, un popolo nacque e diede vita ad una civiltà che gli accademici oggi giudicano, per il livello culturale raggiunto, seconda soltanto a quella degli Eruschi.

Per essere più chiari, stiamo parlando di quel capitolo di storia che nei manuali titola “I popoli italici”, quelli cioè vissuti prima della conquista romana dell’intera penisola, avvenuta tra il IV° e il I° sec. a.C.

Nella foto di copertina appare un termine di particolare interesse, giudicato a livello accademico un etnonimo (il nome scientifico di un popolo): la parola è VENETKENS, ed è leggibile dalla quinta lettera della prima riga, letta da destra verso sinistra (stando di fronte), e nelle prime tre lettere della seconda riga, lette da sinistra a destra.

La scrittura utilizzata in questa epigrafe (pietra scritta esposta al pubblico) ha un verso bustrofedico: si comincia a scrivere, e perciò a leggere, dalla prima riga in alto, in direzione da destra a sinistra, mentre in quella successiva il verso è da sinistra verso destra.

L’etnonimo VENETKENS si può tradurre con “veneti antichi”, ma in alcuni casi sono chiamati anche “paleoveneti“ (non più molto utilizzato oggi), per distinguerli dai veneti di oggi, abitanti della Regione del Veneto.

La stele mostrata nella foto è stata ritrovata casualmente nel 1992, in riva ad un ruscello durante dei lavori di scavo nel paese di Isola Vicentina, un comune in provincia di Vicenza, nel Veneto. E’ chiamata oggi “La stele di Isola Vicentina”, ed è custodita presso il Museo Naturalistico e Archeologico di Vicenza, inserito nel circuito dei Musei Civici di Vicenza (https://www.museicivicivicenza.it/it/mna/).



La sua datazione oscilla tra il IV° e III° secolo a.C., ed è una testimonianza materiale dell’esistenza di un popolo, di una civiltà, che lungo tutto il I° millennio a.C. ha vissuto nella parte più orientale della Pianura Padana, occupando le regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia (ma con propaggini anche in Slovenia), e toccando in vari punti il Trentino Alto Adige.

Veneti, a volte indicati anche come Veneticiantichi Veneti o Paleoveneti per distinguerli dagli odierni abitanti del Veneto, furono una popolazione indoeuropea, che si stanziò nell’Italia nord-orientale dopo la metà del II millennio a.C. sviluppando una propria originale civiltà nel corso del millennio successivo.
Caso unico tra i popoli dell’epoca nell’Italia settentrionale, si può stabilire l’identità tra la popolazione e la cultura veneta; cioè agli antichi Veneti è possibile attribuire una precisa cultura materiale e artistica, sviluppatasi nel loro territorio di stanziamento, la Venezia. Questa facies culturale si sviluppò durante un lungo periodo, per tutto il I millennio a.C., anche se nel tempo subì diverse influenze. Di questa popolazione e identità la documentazione archeologica è particolarmente ricca.
I Veneti antichi, come riporta Wikipedia, si stanziarono inizialmente nell’area tra il Lago di Garda ed i Colli Euganei; in seguito si espansero fino a raggiungere confini simili a quelli del Veneto attuale, anche se bisogna considerare che la linea di costa del Mar Adriatico era più arretrata rispetto ad oggi. Secondo i ritrovamenti archeologici (che concordano anche con le fonti scritte), i confini occidentali del loro territorio correvano lungo il Lago di Garda, quelli meridionali seguivano una linea che parte dal fiume Tartaro, segue il Po e raggiunge Adria, lungo il ramo estinto del Po di Adria, mentre quelli orientali giungevano fino al Tagliamento.
Oltre tale fiume erano insediate genti di ceppo illirico, anche se fino all’Isonzo la presenza veneta era tanto forte che si può parlare di popolazione veneto-illirica. I confini settentrionali erano invece meno definiti e omogenei; il territorio veneto risaliva soprattutto i fiumi Adige, Brenta e Piave verso le Alpi, che fungevano comunque da confine naturale. La presenza veneta sulle Alpi è attestata soprattutto nelle Dolomiti del Cadore, a Lagole.
Secondo la storiografia romana, i Veneti antichi sarebbero stati una popolazione proveniente dalla Paflagonia, regione dell’Asia Minore sul Mar Nero. Essi furono da lì espulsi, e per questo parteciparono alla Guerra di Troia, dove l’anziano saggio Antenore implorò i troiani stessi di restituire Elena ai Greci. A Troia morì anche Pilemene, il comandante degli Eneti (venivano così chiamati), che, rimasti senza patria e senza guida, si rivolsero ad Antenore.
Dopo varie vicende, questi li condusse ad approdare sulle coste occidentali del Mar Adriatico settentrionale. Qui la popolazione scacciò gli Euganei, una popolazione locale che si rifugiò nelle valli alpine e di cui oggi non rimangono tracce rilevanti.
Nel racconto di Virgilio, Antenore viene addirittura presentato come fondatore di Padova. Ai Veneti antichi viene associato pure Diomede, eroe divinizzato, il quale avrebbe fondato, oltre a Spina, anche l’importante città portuale di Adria che, pur avendo origini venete, è più conosciuto come emporio greco, come centro etrusco e successivamente gallico.

La scritta riportata sulla stele, esplicitata e tradotta, è la seguente: IATS VENETKENS OST KE ENOGENEN LAION MEU FASTO

Traduzione per noi comprensibile: IATS NATURALIZZATO VENETO E NATIVO DI LIONS, MI FECE.

Gli studiosi la definiscono una “epigrafe parlante”, in quanto utilizza il discorso diretto che si rivolge in maniera immediata a chi le si trova di fronte.

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