Trovato un fossile di calamaro con un dente di pterosauro incastrato nel mantello

Questa scoperta, avvenuta in Germania, è la prima prova che gli pterosauri cacciavano i calamari.

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Un dente incastonato in un fossile di calamaro racconta la storia di una antica battaglia con un rettile volante.
Un fossile di calamaro con un dente di pterosauro incastonato in esso, offre ai paleontologi straordinarie prove di una battaglia risalente a circa 150 milioni di anni fa. Mentre molti fossili di pterosauri contenenti squame e ossa nello stomaco hanno rivelato che alcuni di questi rettili volanti includevano i pesci nella loro dieta, la nuova scoperta, avvenuta in Germania, è la prima prova che gli pterosauri cacciavano i calamari.
Gli pterosauri (il cui nome significa “lucertole alate”) sono un ordine estinto di rettili volanti, vissuti durante l’intero Mesozoico, dal Triassico superiore alla fine del Cretaceo, circa tra 230 e 65 milioni di anni fa (NoricoMaastrichtiano).
Gli pterosauri sono i primi vertebrati noti per essersi evoluti ed adattati al volo battente. Le ali di questi rettili sono formate da una membrana di pelle, muscoli e altri tessuti che si estendeva dalle caviglie al quarto dito della mano, che era notevolmente allungato, irrigidito e resistente.
Il fossile è stato rinvenuto nel 2012 nel calcare di Solnhofen, vicino a Eichstätt in Baviera, dove sono stati trovati molti fossili di pterosauri, piccoli dinosauri e il primo uccello noto, l’Archeopteryx, risalenti al periodo giurassico. L’habitat della regione all’epoca era qualcosa di simile alle Bahamas oggi, con isole basse che popolavano mari tropicali poco profondi.
I paleontologi riportano su Scientific Reports che il dente incorporato corrisponde esattamente alla giusta dimensione e alla giusta forma di uno pterosauro Rhamphorhynchus. Gli studiosi sostengono che il dente deve essere stato lasciato da uno pterosauro che tentò di catturare i calamari lunghi 30 centimetri, appartenenti al genere Plesioteuthis ormai estinto, che popolavano questo mare, ma senza successo, forse perché i calamari erano troppo grandi o si trovavano troppo in profondità nelle acque dell’oceano per essere catturati dal predatore.
In questo caso un calamaro plesioteuta si è battuto col predatore riuscendo a sfuggirgli e rompendogli almeno un dente, che è rimasto incastrato all’interno nel mantello“, spiega Jordan Bestwick, un paleontologo dell’Università di Leicester in Inghilterra. “Questo fossile è importante per aiutarci a capire la gamma dietetica del Rhamphorhynchus e ci racconta, inoltre, il suo comportamento legato alla caccia“.
Il fossile stesso è unico, secondo la studiosa di pterosauri Taíssa Rodrigues dell’Università Federale di Espírito Santo a Vitorio, in Brasile, la quale però non è stata coinvolta nello studio. “È molto raro trovare interazioni predatore-preda che includono pterosauri“, afferma. “Nei pochi casi che abbiamo, gli pterosauri erano prede di grandi pesci. Quindi è interessante poter osservare il contrario”.
Il paleontologo Michael Habib, dell’Università della California del Sud, sospetta che i calamari fossero davvero troppo grandi per essere trasportati dallo pterosauro fuori dall’acqua. “Lo pterosauro è stato fortunato in quanto ha perso solo un dente“, afferma Habib. “Un calamaro di quelle dimensioni avrebbe potuto probabilmente trascinarlo sott’acqua e ucciderlo“.
Fonte: Science News

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