Un team internazionale di archeologi ha effettuato una scoperta mozzafiato nella valle di Awash in Etiopia, uno dei siti paleontologici più importanti del mondo. Accanto ad una valle fluviale, i ricercatori hanno scoperto un tesoro di quasi 600 asce fatte di ossidiana, molte delle quali hanno circa 1,2 milioni di anni.
Questi strumenti mostrano un notevole livello di standardizzazione, suggerendo che il sito fosse sede di un laboratorio in cui gli antichi umani fabbricavano selci destinate alla caccia, alla macellazione della selvaggina catturata, alla lavorazione di pelli di animali e a tutti i tipi di attività pratiche che richiedevano una lama o una punta affilata.
In precedenza, i laboratori di scheggiatura più antichi erano stati datati in Europa, circa 750.000 anni fa, il che significa che le nuove scoperte sostanzialmente raddoppiano l’intervallo di tempo in cui gli ominidi svolgevano tali attività.
Un vetro affilatissimo donato dalla natura e modellato dall’uomo
L’epoca del Pleistocene, che va da 2,6 milioni a 11.700 anni fa, fu un periodo di immensi cambiamenti geologici e biologici. Fu anche un periodo di rapida evoluzione umana, segnato dallo sviluppo di strumenti di pietra e dalla diffusione della popolazione preistorica in tutto il mondo. Uno dei materiali più intriganti utilizzati per la fabbricazione di utensili durante questo periodo era l’ossidiana, un tipo di vetro vulcanico.
L’ossidiana si forma quando la lava fusa si raffredda rapidamente, non lasciando tempo alla formazione di cristalli minerali. Il risultato è un vetro naturale con un bordo affilato come un rasoio. Questo lo rendeva un materiale ideale per tagliare e modellare, e i nostri antenati ne sfruttavano le proprietà trasformandolo in una varietà di strumenti, da coltelli e raschietti a punte di freccia e lance.
Durante l’inizio e la metà del Pleistocene, il paesaggio intorno alla valle di Awash era stagionalmente allagato e il vicino fiume serpeggiante depositava notevoli quantità di ciottoli di ossidiana. Gli antichi umani che abitavano questa valle si sarebbero imbattuti in questo tipo di minerale, e alcuni di loro devono aver subito riconosciuto il potenziale tagliente e cercato di sfruttare.
Ma i ricercatori provenienti da Spagna, Francia e Germania sono rimasti sbalorditi nello scoprire che la produzione di strumenti di ossidiana era attiva già nella preistoria. Tutto è iniziato con un’antica ascia sepolta sotto uno strato di sedimenti nel sito di Melka Kunture. Ma presto ne sono stati trovati altri per un totale di circa 600.
Tutte le asce erano state realizzate in un modo molto simile, in cui uno strumento duro e appuntito, forse una pietra a martello, colpisce la fragile ossidiana con un angolo controllato, provocando la rottura di un pezzo nella forma desiderata. Il knapper potrebbe quindi aver perfezionato ulteriormente la forma eseguendo colpi successivi secondo uno schema specifico, rimuovendo piccoli fiocchi per creare il bordo o la forma desiderati.
Questo metodo è stato utilizzato per creare una varietà di strumenti, inclusi coltelli, raschietti, punte di freccia e lance. Tuttavia, il tesoro o i manufatti riportati nello studio sono tutti handaxes, ovvero strumenti di pietra preistorici con due facce affilate che venivano tenuti con una mano nuda invece di essere attaccati a un manico.
Datate a circa 1,2 milioni di anni fa, queste asce hanno quasi il doppio delle precedenti asce a mano rinvenute finora. Tuttavia, non è chiaro quale antenato ominide fosse l’artigiano. Molto probabilmente, gli strumenti di ossidiana sono stati modellati dall‘Homo erectus, il più antico dei primi esseri umani conosciuti ad aver posseduto proporzioni del corpo moderne simili a quelle umane con gambe relativamente allungate e braccia più corte rispetto alle dimensioni del busto. Si ritiene che l’Homo erectus sia esistito tra circa 1,89 milioni e 110.000 anni fa.
I ricercatori sottolineano il fatto che la produzione di strumenti e la selezione dei materiali per tali scopi comportano un livello di pianificazione e immaginazione di altissimo livello, dimostrando che i nostri primi antenati erano forse molto più intellettualmente intraprendenti di quanto sembri.
Fonte: Nature Ecology and Evolution