29 agosto
By Space.com – Mike Wall
tradotto e adattato da Giampiero Muzi
Il rover Curiosity della NASA, in missione su Marte, ha registrato un vortice di sabbia turbinoso nel paesaggio inaridito del pianeta rosso. Curiosity ha fotografato il vortice il 9 agosto 2020, catturando uno spettacolo spettrale danzante lungo il confine tra le inclinazioni di luce e buio nel cratere Gale, largo circa 154 chilometri.
Non è una sorpresa che queste asciutte trombe d’aria, che possiamo vedere anche qui sulla Terra, siano venute fuori dal cratere in quei giorni, hanno precisato dal gruppo di studio di Curiosity. “Nel cratere Gale è quasi estate, e quindi siamo in un periodo di forte riscaldamento della superficie, che inizia dagli esordi di primavera e arriva fino a mezz’estate“, ha scritto – in un aggiornamento di missione il 26 agosto 2020 – Claire Newman, una scienziata dell’atmosfera che lavora per la compagnia Aeolis Research, sita in Arizona (USA). Gale è situato a 4,5 gradi a sud dell’equatore marziano.
“I più forti riscaldamenti sulla superficie tendono a produrre più forte convezione e vortici convettivi, che consistono in venti veloci e violenti attorno a dei centri di bassa pressione”, ha specificato Newman. “Se questi vortici sono abbastanza forti, possono alzare polvere dalla superficie e divenire visibili come vortici di sabbia, come possiamo vedere tramite le videocamere del rover”. Questi vortici sabbiosi sono tipicamente davvero indistinti, e per questa ragione le foto fatte da Curiosity spesso devono essere processate al computer prima che le loro caratteristiche siano visibili, ha aggiunto la studiosa. Ma il 9 agosto 2020 la tromba d’aria è apparsa anche al naturale, senza la necessità di processare l’immagine. Le recenti attività del rover hanno incluso lo studio di questi vortici di sabbia, usando le videocamere di Curiosity e la stazione meteorologica attiva sul rover stesso, ha scritto Newman. Ma il principale compito di questa missione scientifica – dal costo di 2,5 miliardi di dollari – resta focalizzato sulle analisi delle rocce e del suolo marziano per capirne di più sull’evoluzione climatica di Marte e sulla sua capacità passata di ospitare la vita.
Subito dopo l’arrivo del rover nel cratere Gale – nell’agosto 2012 – le osservazioni di Curiosity hanno permesso agli scienziati di determinare che, miliardi di anni fa, la zona ospitava un potenzialmente abitabile lago, connesso a un sistema di ruscelli. Successivamente, nel settembre 2014, il robot con le sembianze di un autoveicolo ha raggiunto la base di Monte Sharp, situata a 5.500 metri dal suolo del centro del cratere. Da allora, poi, il rover si è arrampicato sui sentieri ai piedi della montagna, registrando i numerosi strati di roccia per avere degli indizi sul come il pianeta rosso sia cambiato nel corso del tempo.
Curiosity ha immortalato i vortici sabbiosi di Marte prima, ma anche i cugini robotici avevano fatto altrettanto. I rover della NASA, Opportunity e Spirit, ad esempio, ne hanno fotografato alcune caratteristiche, come la missione NASA Mars Reconnaissance Orbiter – attiva dal 2006 – che ci diede un angolo di visuale sui tornado alieni marziani.
Fonte: Space.com