Un gigantesco masso che precipita lungo un passaggio ineluttabile; un muro di balestre che sparano nel momento in cui viene toccato un oggetto d’oro; una fossa irta di punte di lancia sotto un pavimento di paglia accuratamente posato. Queste sono solo alcune delle trappole mortali che, grazie ai film di Indiana Jones e Lara Croft (e non solo), sono diventate sinonimo di antiche e misteriose tombe di antichi sovrani o sacerdoti.
Ma c’è qualcosa di vero? È possibile che la tomba di un antico faraone contenga ancora delle trappole mortali perfettamente funzionanti?
Per prima cosa, sfatiamo subito il mito: no, non è mai stata trovata una trappola mortale in una vera tomba.
Mi dispiace distruggere questo mito, ma è stato interamente inventato da alcuni narratori molto fantasiosi. Questo vale anche per le trappole più stravaganti, come dardi avvelenati e folli sistemi basati sui contrappesi.
Sono state fatte, tuttavia, alcune scoperte piuttosto interessanti nelle profondità delle tombe antiche che probabilmente avrebbero potuto scoraggiare dei ladri.
IL MAUSOLEO DEL PRIMO IMPERATORE QIN : FIUMI DI MERCURIO E BALESTRE AUTOMATICHE
Il Mausoleo del Primo Imperatore cinese Qin, contenente il corpo di Qin Shi Huang, è una delle tombe più famose al mondo. Famosa al di là del suo pur inestimabile valore storico perché vi sono state trovati una serie di pericoli che ne hanno impedito la piena esplorazione.
È anche uno dei luoghi di sepoltura sotterranei più impressionanti del mondo, con un’immensa camera di guerrieri di terracotta. Costruito oltre 2.000 anni fa, in qualche momento tra il 246 e il 208 aC, il mausoleo si trova sotto un gigantesco tumulo che ospita l’esercito di terracotta che protegge la tomba interna. Al suo centro si trovano le spoglie del primo imperatore della dinastia Qin, il leggendario condottiero che unificò la Cina.
Come si capisce dall’esercito di falsi guerrieri di terracotta, Qin Shi Huang desiderava essere protetto anche dopo la sua morte. La tomba stessa non è mai stata scavata, principalmente a causa dei livelli anormalmente alti di mercurio presenti nel mausoleo.
Qin Shi Huang (come molti altri all’epoca) credeva che il mercurio potesse conferire l’immortalità, per questo fece realizzare un fossato pieno di questo metallo tossico intorno alla sua tomba. Le storie raccontano di un grande sistema di fiumi e laghi che contengono la sostanza lucente che, probabilmente, avevano anche la funzione di impedire l’accesso al mausoleo.
Tuttavia, ciò è controverso e altri ricercatori suggeriscono che il mercurio sia semplicemente il risultato dell’inquinamento industriale nell’area. In ogni caso, il sistema tossico del mercurio e delle acque sotterranee rende la tomba un’area difficile da violare.
Sorprendentemente, un possibile fiume di mercurio non è il più figo aggeggio che Qin Shi Huang ha usato per difendere i suoi resti. Le leggende affermano che la tomba stessa contiene un sistema di trappole basate su balestre automatiche, pronte a colpire gli intrusi con un nugolo di frecce nel momento in cui tentassero di profanare i suoi resti.
La biografia di Qin Shi Huang, scritta da Sima Qian, dice quanto segue:
“Furono costruiti palazzi e torri panoramiche per un centinaio di funzionari e la tomba era piena di rari manufatti e tesori meravigliosi. Agli artigiani fu ordinato di fabbricare balestre e frecce innescate per sparare a chiunque entrasse nella tomba. Il mercurio è stato utilizzato per simulare i cento fiumi, lo Yangtze, il fiume Giallo e il grande mare, e impostato per scorrere meccanicamente“.
Mentre le balestre, se esistono, probabilmente non saranno funzionali dopo 2.000 anni, la storia suggerisce che elaborati aggeggi siano stati effettivamente considerati come protezione della tomba.
Tombe egizie
Fiumi di mercurio e balestre automatiche sono difficili da realizzare e le tombe egizie non erano all’altezza delle loro controparti cinesi. Naturalmente, queste tombe risalgono a molto prima rispetto al Mausoleo del primo imperatore Qin, parliamo di ben oltre 4.000 anni, ma anche gli egizi cercarono dei modi per proteggere le tombe dall’essere depredate.
I progettisti di tombe importanti dell’antico Egitto pensarono ad esche e falsi muri per scoraggiare i furti. Nascosto all’interno della Grande Piramide di Giza, un elaborato sistema di tunnel porta alla tomba di quello che gli archeologi credevano essere il faraone Khufu, che governò intorno al 2500 a.C.
In realtà, la mummia di Khufu non fu mai trovata, con la Camera del Re già derubata molti anni prima della sua scoperta. Ma alcuni archeologi credono che questa camera fosse un’esca e che una camera segreta nasconda ancora le spoglie del re. Questo non è mai stato verificato, ma un certo numero di camere vuote e passaggi senza uscita potrebbero indicare una tomba nascosta.
La regina rossa di Palenque
Per concludere il nostro piccolo tour attraverso le antiche trappole, abbiamo una regina che non si è feramta davanti a nulla per impedire ad altri di toccarle le ossa. Sepolta in una piramide Maya, tra le rovine della città di Palenque, si trova la Tomba della Regina Rossa, un’antica tomba risalente a circa 1.400 anni fa.
I resti sono probabilmente di Ix Tz’akbu Ajaw, ma tutto ciò che è stato confermato è che la Signora era di grande importanza all’epoca. Circondata da ricchezze, la tomba era riccamente decorata ed i resti indossavano una maschera funeraria decorata all’interno di un sarcofago. Tuttavia, l’apertura del sarcofago ha sconvolto gli archeologi: le ossa erano ricoperte da una sostanza tossica.
Il cinabro rosso vivo, il minerale di mercurio (agli antichi sovrani piaceva molto il mercurio), ha rivestito le ossa e ha contaminato i gioielli circostanti, da qui il soprannome di Regina Rossa.
Maneggiare quelle ossa ha richiesto molta attenzione, poiché il cinabro è estremamente tossico, nonostante il suo uso in antichità come pigmento rosso. È probabile che la Regina Rossa desiderasse semplicemente decorare il proprio cadavere con un effetto visivo e non utilizzare il cinabro come un deterrente mortale, ma il risultato finale è stato quello che ha reso il furto dei suoi gioielli una pessima idea per i ladri di tombe.
Quindi, ecco qua – mentre eventuali trappole mortali potrebbero non aver resistito alla prova del tempo, sembra che molte antiche tombe siano effettivamente luoghi pericolosi in cui intrufolarsi.
Per sicurezza, se vi trovaste in una tomba antica, comunque, fate attenzione alla vostra testa.