Un processo che, in una navicella spaziale, diventa alquanto complicato per via della mancanza di gravità, per soddisfare queste esigenze, la NASA ha progettato una nuova toilet spaziale, la Universal Waste Management System (UWMS), dove il termine Universal indica proprio la possibilità di integrare il sistema all’interno di una qualunque navicella spaziale.
Essa inoltre è stata progettata per venire incontro al comfort degli astronauti, oltre che a esigenze di facilità d’uso. Inoltre, la nuova toilet è il 65% più piccola e il 40% più leggera di quella attualmente in uso.
Implementando poi l’integrazione con altri componenti del sistema idrico della stazione spaziale, si potrà riciclare una maggiore quantità di urina che, opportunamente trattata, potrà essere bevuta. All’interno di una stazione spaziale viene riciclato circa il 90% di tutti i liquidi a base acquosa.
L’obiettivo è quello di imitare il ciclo dell’acqua terrestre, cercando di ricavare acqua dall’aria. Il sistema di supporto vitale rigenerativo è di fondamentale importanza per ridurre la necessità di apporto integrativo di acqua dalla Terra, durante le missioni spaziali.
L’obiettivo della NASA è quello di raggiungere un tasso del 98% di materiale riciclato, prima che venga realizzata la prima missione umana su Marte. Allo stato attuale, la stazione spaziale rappresenta l’unico luogo per poter testare, nello spazio, i sistemi di supporto vitale a lungo termine e di riciclo.
Ma andiamo a vedere come funzionano queste toilet spaziali
In assenza di gravità, le toilet spaziali utilizzano un flusso d’aria per estrarre urina e feci dal corpo e trasferirle negli appositi recipienti. Una nuova caratteristica della UWMS riguarda l’avvio automatico del flusso d’aria quando la tavoletta del water viene aperta, con un sistema che gestisce anche il controllo degli odori.
Su richiesta degli stessi astronauti, è stato ridefinito il design in modo da impegnare meno tempo nella pulizia e nella manutenzione, con parti più resistenti alla corrosione.
In questo modo, il tempo risparmiato per la pulizia della toilet viene dedicato alla scienza e ad altri impegni di maggiore rilevanza nell’ambito della missione. Per agevolare l’espulsione di urina, l’equipaggio utilizza un tubo e un imbuto appositamente sagomati, e dispone di una particolare seduta per i movimenti intestinali.
Su suggerimento delle donne presenti nelle stazioni spaziali, l’imbuto e il sedile possono essere utilizzati contemporaneamente
Il sedile dell’UWMS può sembrare piccolo, scomodo e appuntito, ma il suo design è perfetto in un ambiente con microgravità, nel senso che garantisce l’ideale contatto del corpo, per far sì che ogni cosa vada al posto giusto.
Per evitare il galleggiamento, l’UWMS è dotata di appositi fermi per i piedi e di maniglie, cercando di venire incontro a tutte le possibili “posizioni” che gli astronauti possano assumere, quando “fanno plin-plin o la popò”!
Carta igienica, salviette e guanti vengono smaltiti in sacchetti a tenuta stagna. I rifiuti solidi, contenuti in singoli sacchetti a tenuta stagna, vengono compattati in un contenitore fecale rimovibile. Una piccola parte dei contenitori fecali viene portato a Terra, per le valutazioni di carattere scientifico.
Ma la maggior parte viene accumulata in un contenitore, che brucia durante il rientro attraverso l’atmosfera terrestre. Al momento, i residui fecali non vengono trattati per recuperare acqua, anche se la NASA ne sta studiando il processo.
Nello spazio, ogni fase del ciclo dell’acqua è fondamentale per la sopravvivenza e gli sviluppi tecnologici possono essere determinanti per l’efficienza e il successo di una missione.
Dal momento che si sta preparando la prossima missione per la Luna e, nella prospettiva di inviare uomini su Marte, i sistemi di supporto vitale giocheranno un ruolo fondamentale nel garantire agli astronauti migliori condizioni di salute e sicurezza, dovendo lavorare e vivere lontano dalla Terra, per un periodo molto lungo.