Timor: una nuova scoperta potrebbe riscrivere la storia delle migrazioni umane

Gli archeologi hanno scoperto migliaia di manufatti in pietra e ossa di animali nel rifugio roccioso di Laili, sull'isola di Timor, portando a una rivalutazione delle prime rotte migratorie umane verso l'Australia

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Timor: una nuova scoperta riscrive la storia delle migrazioni umane
Timor: una nuova scoperta riscrive la storia delle migrazioni umane

Gli archeologi hanno scoperto migliaia di manufatti in pietra e ossa di animali nel rifugio roccioso di Laili, sull’isola di Timor, portando a una rivalutazione delle prime rotte migratorie umane verso l’Australia.

La professoressa Sue O'Connor (a sinistra) e la dottoressa Shimona Kealy affermano che la “grande” migrazione verso l'isola di Timor non è stata un incidente. Credito: Jamie Kidston/ANU
La professoressa Sue O’Connor (a sinistra) e la dottoressa Shimona Kealy affermano che la “grande” migrazione verso l’isola di Timor non è stata un incidente. Credito: Jamie Kidston/ANU

Timor: ribaltate le teorie sulla migrazione umana verso l’Australia

In passato, si pensava che Timor fosse stato il trampolino di lancio iniziale per gli esseri umani diretti in Australia. Tuttavia, le nuove  scoperte archeologiche suggeriscono che i primi esseri umani abbiano usato la Nuova Guinea, e non Timor, come trampolino di lancio verso l’Australia, mettendo in dubbio le precedenti teorie sulla migrazione ed evidenziando abilità marittime avanzate.

I ricercatori dell’Australian National University (ANU), della Flinders University, dell’University College London (UCL) e dell’ARC Centre of Excellence for Australian Biodiversity and Heritage hanno datato e analizzato i manufatti e i sedimenti presso il rifugio roccioso di Laili nel centro-nord di Timor Est, a nord dell’Australia, per individuare l’arrivo dei coloni.

Il team ha rilevato una “firma di arrivo” umana di circa 44.000 anni fa, suggerendo che non c’erano esseri umani sull’isola prima di questo periodo.

La Dottoressa Shimona Kealy, dell’ANU College of Asia and the Pacific ha dichiarato: “A differenza di altri siti nella regione, il rifugio roccioso di Laili conservava sedimenti profondi risalenti a un periodo compreso tra 59.000 e 54.000 anni fa, che non mostravano chiari segni di occupazione umana. Analizzando e confrontando i dati di altri siti a Timor Est e sull’isola di Flores, possiamo affermare con certezza che l’occupazione umana fosse assente anche nell’intera regione delle isole Wallacee meridionali. Questo dato è significativo poiché queste isole rappresentavano probabilmente un passaggio obbligato per gli antichi esseri umani in viaggio verso l’Australia”.



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La teoria della migrazione umana antica sull’isola di Timor

La Professoressa Sue O’Connor, coautrice dello studio, pubblicato su Nature Communication, anch’essa dell’ANU, ha affermato che l’isola di Timor è stata a lungo considerata un trampolino di lancio per la prima migrazione umana tra il continente sud-orientale asiatico e verso l’Australia e la Nuova Guinea. Ma le nuove scoperte mettono in discussione questa teoria.

O’Connor ha affermato: “L’assenza di esseri umani sull’isola di Timor prima di almeno 50.000 anni fa è significativa in quanto indica che questi primi esseri umani sono arrivati sull’isola più tardi di quanto si credesse in precedenza”.

E ha aggiunto: “Questo fornisce ulteriori prove che suggeriscono che i primi esseri umani hanno effettuato la traversata verso l’Australia utilizzando l’isola della Nuova Guinea, piuttosto che l’isola di Timor, come era stato precedentemente suggerito dai ricercatori. Oltre a stimolare una rivalutazione del percorso e dei tempi della prima migrazione umana attraverso Wallacea e Sahul, i nostri risultati evidenziano il fatto che la migrazione nelle isole era in corso con l’occupazione delle isole meridionali avvenuta migliaia di anni dopo l’insediamento iniziale di Australia.”

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Scoperte archeologiche a Timor rivelano una migrazione umana

Il sedimento del sito è stato analizzato presso il Flinders Microarchaeology Laboratory dal coautore, il professore associato Mike Morley che ha dichiarato: “Il passaggio dalla pre-occupazione all’intensa attività umana nel sito è stato molto chiaro nei sedimenti. Non appena i primi esseri umani sono arrivati, l’uso della grotta è stato molto intenso, con evidenti segni di incendi e calpestio del pavimento del rifugio”.

Durante gli scavi il gruppo di ricerca ha portato alla luce numerosi piccoli strumenti di pietra, nonché lische di pesce carbonizzate.

La Dottoressa Kealy ha spiegato: “Sappiamo che queste persone erano specializzate nella realizzazione di piccoli strumenti di pietra, ma non siamo sicuri al 100% per cosa fossero usati”.

Basandosi sull’enorme numero di manufatti rinvenuti nel sito, i ricercatori hanno affermato che la migrazione verso l’isola di Timor è stata “importante”. Secondo essi questi antichi esseri umani probabilmente hanno effettuato la traversata verso Timor dalla vicina isola di Flores e dal sud-est asiatico continentale.

Kealy ha concluso: “L’ipotesi sostenuta finora dai ricercatori è che i primi esseri umani si siano imbattuti in queste isole per errore. Tuttavia, il loro arrivo a Timor non è stato un caso. Si è trattato di un importante sforzo di colonizzazione, evidente dall’enorme numero di persone che hanno intrapreso il viaggio. La testimonianza è data del livello di tecnologia marittima e dalle barche create”.

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