Tutte le realtà lavorative, a prescindere dalle loro dimensioni, si scontrano quotidianamente con un questione essenziale, quella della gestione e del controllo degli orari dei dipendenti. È possibile utilizzare un ventaglio piuttosto ampio di offerte proposte dal mercato, ma bisogna prestare molta attenzione alle possibili implicazioni legislative, per evitare illeciti. A titolo esemplificativo, è possibile utilizzare un’applicazione per effettuare la timbratura, purché, però, sia assolutamente rispettata la privacy del lavoratore (https://st.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-10-10/timbrare-cartellino-la-app-si-se-si-rispetta-privacy-lavorore-155459.shtml?uuid=ADjspWZB).
Nel corso degli ultimi mesi, purtroppo, lo scoppio della pandemia COVID-19 ha portato con sé, oltre alle sue più lampanti e tragiche conseguenze, anche tutta una serie di restrizioni: è estremamente consigliato, difatti, evitare quanto più possibile ogni interazione promiscua con gli oggetti, compresi – ovviamente – i dispositivi di rilevazione. Per tal ragione, il virus SARS-CoV-2 ha dunque costretto a utilizzare sempre più delle tecniche definite hands-free, ovvero “a mani libere”, le quali, comunque, potranno certamente tornare utili anche quando questa emergenza sarà terminata.
Le possibili soluzioni
Riconoscimento facciale (non legale!)
Uno dei metodi che potrebbe immediatamente saltare alla mente consiste nel riconoscimento facciale; un ostacolo insormontabile in questo caso, però, è dato proprio dall’attuale panorama legislativo: poiché viene equiparato all’uso delle impronte digitali e, quindi, al campo più ampio dell’impiego di dati biometrici, esso viene assolutamente vietato, salvo contesti particolari (per esempio in ambito bancario) comunque solitamente non collegati alla maggioranza delle realtà lavorative.
Beacon BLE (costosi)
Un’alternativa potrebbe essere costituita dai beacon BLE, dei piccoli dispositivi richiamanti nella forma i tappi di bottiglia e rilascianti continuamente dei segnali bluetooth a bassa energia: bisogna consegnarne un’unità ad ogni lavoratore, la cui presenza viene poi registrata da apposite antenne installabili sul posto di lavoro. Due noti dolenti però accompagnano il loro utilizzo: 1) il passaggio del lavoratore viene registrato tutte le volte che quest’ultimo passa all’interno del raggio d’azione dell’antenna; 2) l’elevato costo, considerando che ogni singolo beacon ha un prezzo medio di € 25, quando – per esempio – un badge, di contro, si attesta intorno a € 1.
Segnale WiFi
Un’opzione risolutiva potrebbe sfruttare il segnale WiFi, per mezzo dello smartphone dei lavoratori: quando un cellulare si collega a una rete e ne registra le credenziali, infatti, effettuerà la connessione automatica laddove torni nella relativa area di copertura. Sull’onda di questa caratteristica, la ditta Valeprog ha sviluppato un sistema di tracciamento molto particolare che permette di realizzare un sistema di rilevazione presenze a mani libere: sfruttando un mini PC viene eseguita la costante scansione della rete e vengono identificati tutti gli smartphones collegati (i quali, ovviamente, vanno prima inseriti all’interno del database del software).
Quando uno di essi viene identificato, il sistema esegue automaticamente una “timbratura di entrata”; quando, invece, lo stesso si scollega dalla rete si attua una “timbratura di uscita”. Perché il sistema funzioni è necessario anzitutto che ogni lavoratore abbia con sé lo smartphone acceso e collegato al WiFi; quest’ultimo, inoltre, nel caso di realtà lavorative con aree molto grandi, deve essere in grado di coprire tutta la zona. Tanti sono i pregi di questo tipo di timbratura: dal costo basso all’utilizzo di un unico dispositivo – il telefono cellulare (che ognuno ha praticamente sempre con sé), passando per la non occorrenza di dotarsi di altri impianti, in quanto la copertura WiFi è praticamente onnipresente ormai, anche in piccole realtà aziendali.