Gli astronomi hanno scoperto un altro indizio sulla pista che dovrebbe portare verso il presunto pianeta Nove.
Questo indizio ha la sigla 2015 TG38, un oggetto individuato nel sistema solare esterno, ben oltre Plutone. L’orbita di 2015 TG387 condivide le peculiarità dimostrate da altri corpi estremamente lontani, che sembrano essere stati condizionati dalla gravità di un oggetto molto grande in quel regno lontano e gelido: l’ipotizzato Pianeta Nove, noto anche come Planet X.
“Questi oggetti lontani sono come briciole di pane che ci guidano sul sentiero che porta al Pianeta X“, ha dichiarato il responsabile dello studio Scott Sheppard, del Carnegie Institution for Science di Washington, DC.
“Più corpi di questo genere riusciamo a trovare, meglio possiamo capire il sistema solare esterno e il possibile pianeta che pensiamo stia modellando le loro orbite, una scoperta che ridefinirebbe la nostra conoscenza dell’evoluzione del sistema solare“.
2015 TG387 ha due compagni in questa peculiare compagnia dei pianeti nani della nube di Oort: 2012 VP113, che lui e il suo collega Chadwick Trujillo (co-autore anche del nuovo studio) hanno individuato nel 2014, e il relativamente luminoso Sedna.
Sheppard ed i suoi colleghi hanno avvistato per la prima volta il 2015 TG387 nell’ottobre 2015, usando il telescopio giapponese Subaru, posto sulla cima del picco vulcanico Mauna Kea alle Hawaii. I ricercatori hanno soprannominato l’oggetto “The Goblin“, a causa della data di scoperta e della sigla “TG” nella designazione provvisoria.
Ci sono voluti altri tre anni di studio per definire l’orbita precisa di The Goblin, proseguiti con l’aiuto dell’Osservatorio Las Campanas in Cile e del Discovery Channel Telescope in Arizona.
2015 TG387 gira intorno al sole su un percorso estremamente ellittico, arrivando a circa 65 unità astronomiche (AU) dal Sole nel suo punto più vicino (noto come perielio) e allontanandosi fino a circa 2.300 UA al suo afelio.
Una UA è la distanza media tra sole e Terra e corrisponde a circa 150 milioni di chilometri. Quindi il pianeta nano 2015 TG387 è molto, molto lontano. In effetti, occorrono circa 40.000 anni terrestri affinchè The Goblin completi una rivoluzione intorno al sole.
Rispetto a The Goblin, sono solo due i corpi del sistema solare noti che hanno perielio il più distante: 2012 VP113 e Sedna, e solo uno 2014 FE72 ha una distanza affelica maggiore.
Sheppard ed i suoi colleghi pensano che The Goblin abbia un diametro di circa 300 chilometri e che sia probabilmente sferico, nel qual caso si qualificherebbe come un pianeta nano. Ma questo è tutto quello che possono veramente dire sulle caratteristiche fisiche di The Goblin.
Ma, tornando all’orbita: The Goblin si comporta in maniera simile ad alcuni altri corpi estremamente distanti, in particolare in un elemento chiamato “longitudine del perielio“. Fondamentalmente, le parti allungate delle loro orbite ellittiche sono raggruppate nella stessa parte del cielo, il sarebbe coerente con l’influenza gravitazionale del Pianeta X.
L’esistenza di Planet X è stata ipotizzata per la prima volta nel 2014 proprio da Sheppard e Trujillo, per provare a spiegare le stranezze nelle orbite di 2012 VP113, di Sedna e di alcuni altri oggetti trans-nettuniani.
Nel 2016, gli astronomi Konstantin Batygin e Mike Brown presentarono ulteriori prove sulla possibile presenza di un “perturbatore” invisibile, che chiamarono Planet Nine. Batygin e Brown hanno ipotizzato che questo mondo potrebbe essere 10 volte più massiccio della Terra e orbitare, in media, a circa 600 UA dal Sole.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno eseguito simulazioni al computer per verificare come l’influenza gravitazionale di Planet X potrebbe influenzare l’orbita di The Goblin.
“Ciò che è davvero interessante è il fatto che il Pianeta X sembra influenzare il 2015 TG387 esattamente come influenzerebbe tutti gli altri oggetti del sistema solare estremamente distanti“, ha detto Trujillo. “Queste simulazioni non provano che ci sia un altro enorme pianeta nel nostro sistema solare, ma sono un’ulteriore prova che qualcosa di grosso potrebbe essere là fuori“.
Sheppard ha stabilito che vi sia circa l’85% di probabilità che Planet X esista e ritiene poco sorprendente il fatto che non sia stato ancora individuato: “La sua ipotetica posizione si troverebbe tra 500 e 1000 UA. A quella distanza, qualcosa grande come Nettuno sarebbe più debole di quanto la maggior parte dei telescopi potrebbe vedere“, ha spiegato Sheppard.
Il documento che descrive la scoperta di 2015 TG387 è stato presentato all’Astronomical Journal.