Stelle ibride nella nostra galassia

Le 27 stelle più luminose del cluster hanno un contenuto di metallo insolitamente basso, indicando che il materiale che le ha generate non appartiene alla Via Lattea.

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Ci sono alcune migliaia di stelle molto giovani in un angolo remoto della Via Lattea anche se quella regione non produce nuove stelle, visto che il “materiale da costruzione” è già stato quasi del tutto consumato.
La risposta al mistero la troviamo in due articoli pubblicati il 5 e il 15 dicembre dello scorso anno su The Astrophysical Journal che hanno concluso che la nostra galassia prima di smembrare alcune piccole galassie ne ha catturato dei frammenti.
Questi frammenti, secondo i ricercatori, sono composti da alcune migliaia di stelle giovani situate oggi ai margini della Via Lattea, “rubate” dalla Piccola e dalla Grande nube di Magellano, una coppia di galassie nane che presto la nostra galassia ingloberà.
Analisi più approfondite hanno mostrato che le stelle sembrano composte da ingredienti insoliti. Analizzando la luce proveniente da quei luoghi cosi remoti gli scienziati hanno scoperto che almeno le 27 stelle più luminose del cluster hanno un contenuto di metallo insolitamente basso, indicando che il materiale che le ha generate non appartiene alla Via Lattea.
Secondo quanto riportato nel documento pubblicato il 15 dicembre scorso, con ogni probabilità il colpevole è il braccio principale del Magellanic Stream, una nuvola di gas che si estende dalle Nubi di Magellano verso la Via Lattea ma che non è abbastanza densa per produrre stelle. La conclusione dei ricercatori spiega come la nuvola di gas a un certo punto ha attraversato la Via Lattea creando una pressione o “colpo d’ariete”, il gas si è scontrato con il gas della Via Lattea e la pressione combinata alla gravità della nostra galassia hanno fatto si che una parte di esso si sia addensato andando a formare nuove stelle.
La scoperta, secondo i ricercatori, potrebbe aiutare gli scienziati a capire esattamente dove si trova lo Stream Magellanico nello spazio perché molti dei metodi che vengono utilizzati per misurare la distanza tra una stella (o una galassia) e la Terra non funziona bene con le nubi di gas libero, queste stelle dunque, potrebbero essere utilizzate come punti di riferimento per determinare la distanza di questi oggetti. Grazie alle misurazioni effettuate sulle nuove stelle, i ricercatori hanno concluso che il flusso di gas si trova a circa 90.000 anni luce dalla Via Lattea, più vicino del previsto.
Secondo David Nidever, assistente professore di fisica alla Montana State University “Se il Magellanic Stream è più vicino, in particolare il braccio principale più vicino alla nostra galassia, è probabile che venga incorporato nella Via Lattea prima di quanto preveda il modello attuale” (Nidever è co- autore del documento del 5 dicembre).
La raccolta di questi dati aiuterà gli astronomi a costruire modelli migliori delle nubi e dello streaming di Magellano, per capire dove andrà il sistema in futuro e come si è spostato in passato.
Alla fine, quel gas si trasformerà in nuove stelle nel disco della Via Lattea“, ha detto Nidever. “In questo momento, la nostra galassia sta esaurendo il gas più velocemente di quanto non venga rifornito. Questo ulteriore gas in arrivo aiuterà a reintegrare quel serbatoio e fare in modo che la nostra galassia continui a prosperare e formare nuove stelle“.
Fonte: https://www.livescience.com/magellanic-stars-inside-milky-way.html