Più di due dozzine di statue di bronzo splendidamente conservate modellate 2000 anni fa sono state estratte da antiche terme in Toscana, in Italia, in una nuova scoperta che “riscriverà la storia” sulla transizione dalla civiltà etrusca a quella romana.
Alcuni dei bronzi sono figure umane intere che rappresentano divinità, mentre altri sono rappresentazioni di singole parti del corpo e organi che venivano offerti come ex voto agli dei perché intervenissero per favorire la salute attraverso le acque termali, ha affermato il ministero in una nota.
Il tesoro di reperti suggerisce che mentre Etruschi e Romani erano coinvolti in conflitti tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., i gruppi che vivevano in questa zona pregavano insieme le divinità nel sacro santuario.
Questa, secondo gli archeologi, è la conclusione del perché le statue, comprese le raffigurazioni di Apollo e Igea, l’antico dio greco e dea della salute, recano iscrizioni sia etrusche che latine.
Il nuovo ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, li descrive come “una scoperta eccezionale per l’Italia” e “tesori immensi e unici”.
Gli Etruschi vivevano nella penisola italiana circa 2.500 anni fa, prima dell’apice dell’Impero Romano
La maggior parte della civiltà etrusca migrò verso l’Italia, l’Anatolia occidentale e quella che oggi è la Turchia circa 2.500 anni fa, quasi 500 anni prima della nascita dell’Impero Romano. Mentre in Italia, gli Etruschi controllavano la maggior parte delle regioni settentrionali e meridionali diventando una potenza commerciale nel Mediterraneo.
Cominciarono a perdere il loro punto d’appoggio una volta che i Greci presero il controllo della Sicilia, cui subentrò la repubblica romana che iniziò a diffondersi in tutto il Mediterraneo.
Roma conquistò le città etrusche una ad una, distruggendo, di fatto, la maggior parte delle prove dell’antica civiltà degli etruschi: è molto raro trovare manufatti della civiltà etrusca. Tuttavia, non ci fu sempre guerra tra le due civiltà, infatti a Roma regnarono a lungo anche re etruschi e le due potenze locali per un periodo vissero in armonia.
Le statue, parte degli scavi iniziati nel 2019, sono state scoperte a San Casciano dei Bagni, una cittadina collinare in provincia di Siena, a circa 150 chilometri a nord di Roma.
Jacopo Tabolli, che ha coordinato gli scavi per l’Università per Stranieri di Siena, ha dichiarato che la scoperta è significativa poiché getta nuova luce sulla fine della civiltà etrusca e sull’espansione di Roma.
“Mentre si combattevano guerre sociali e civili fuori dal santuario, all’interno del santuario le grandi famiglie d’élite etrusche e romane pregavano insieme in un contesto di pace circondato da conflitti”, ha affermato Tabolli.
A quanto sembra, il santuario fu attivo dal III secolo a.C fino al V secolo d.C.
L’area sacra fu quindi progressivamente abbandonata quando iniziò a prendere piede il cristianesimo, il che portò le statue a essere sommerse nell’acqua e le vasche furono chiuse con massicci pilastri e pietre.
Il reperto rappresenta il più grande giacimento di bronzi di quest’epoca in Italia, infatti i reperti più antichi relativi a questo periodo sono principalmente in terracotta, ha affermato il ministero. “È una scoperta che riscriverà la storia”, ha spiegato Tabolli, notando che gli Etruschi furono, alla fine, assimilati nella società romana, dopo secoli di prolungata guerra territoriale.
Massimo Osanna, alto funzionario del ministero della Cultura, ha definito la scoperta una delle più straordinarie ‘nella storia dell’antico Mediterraneo‘ e la più importante da quando i Bronzi di Riace, una gigantesca coppia di antichi guerrieri greci, furono estratti dal mare al largo della Calabria nel 1972.
È stata un‘”era di grandi conflitti” e di “osmosi culturale”, in cui il santuario delle Grandi Terme di San Casciano rappresentava un “oasi di pace multiculturale e multilingue unica, circondata da instabilità politica e guerra”, ha affermato il ministero.
Recuperate 24 grandi statue di bronzo
Le statue erano ricoperte da quasi 6.000 monete di bronzo, argento e oro, e le calde acque fangose di San Casciano hanno contribuito a conservarle “quasi come il giorno in cui furono immerse”, ha affermato Tabolli.
L’archeologo ha dichiarato che la sua squadra ha recuperato 24 grandi statue, più diverse statuette più piccole, e ha notato che era insolito che fossero fatte di bronzo, piuttosto che di terracotta. Sulle statue sono leggibili delle incisioni di ciò che gli esperti ritengono siano i nomi di potenti famiglie locali, che potrebbero aver pagato per far commissionare i manufatti.
Nel 2016, i ricercatori hanno scoperto una tavoletta di arenaria di 2.500 anni nel sito di Poggio Colla nell’Etruria settentrionale, a nord-est dell’odierna Firenze. Ritengono che la grande lastra sia un raro esempio di testo sacro etrusco, con almeno 70 lettere leggibili e segni di punteggiatura, e forse il nome di un dio o di una dea.
L’archeologo Professor Gregory Warden, ricercatore principale del Progetto Archeologico della Valle del Mugello, ha dichiarato in una nota che: “questo è probabilmente un testo sacro e sarà notevole per parlarci del primo sistema di credenze di una cultura perduta che è fondamentale per tradizioni occidentali”.
La maggior parte delle scoperte etrusche sono in genere oggetti funerari
Le 70 lettere leggibili e segni di punteggiatura presenti sulla lastra sono redatte nella lingua perduta degli etruschi e non erano mai state viste prima. La lastra è stata scoperta nelle fondamenta di un tempio monumentale dove era stata sepolta per più di 2.500 anni.
Gli studiosi del settore prevedono che la stele, il nome dato a questo tipo di tavoletta, fornirà un’enorme quantità di nuove conoscenze sulla cultura perduta degli Etruschi.