L’ufficio del procuratore distrettuale della contea di New York ha restituito 60 reperti archeologici rubati in Italia, tra cui un affresco risalente al I secolo sottratto ad Ercolano, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di dollari.
I tesori archeologici, contrabbandati fuori dall’Italia e venduti illegalmente negli Stati Uniti, sono stati presentati lunedì presso la sede del ministero della Cultura a Roma.
I reperti, tra cui statue, vasi e bronzi, sono stati recuperati grazie alla collaborazione tra i Carabinieri – il Comando per la Tutela dei Beni Culturali (TPC) – e l’Ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea di New York.
Il ministro della cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, ha salutato l’operazione di rimpatrio come “un grande successo” nell’ambito degli sforzi per “combattere il traffico illecito di beni che appartengono alla nostra nazione“.
Le opere, saccheggiate dai tombaroli, o “tomb raider”, in Italia e ricettate da commercianti privati, erano state vendute a collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York.
A seguito dell’indagine penale, un importante commerciante ha ricevuto un divieto a vita dall’acquisto di antichità, come riporta una dichiarazione sul sito web del ministero della cultura.
L’anno scorso l’Italia ha aperto un nuovo museo che espone antichi manufatti che sono stati saccheggiati dai siti archeologici italiani e trafficati all’estero prima di essere recuperati dalla polizia.
Il Museo dell’Arte Salvata è ospitato nella Sala Ottagonale delle Terme di Diocleziano, parte del Sistema dei Musei Nazionali Romani di Roma. La collezione vanta 260 manufatti etruschi, greci e romani, molti dei quali sequestrati ai ricettatori prima che fossero fatti uscire dall’Italia e finire in collezioni private, musei e case d’asta.