Lo studio intitolato “First evidence of predation on an adult porbeagle equipped with a pop-off satellite archival tag in the Northwest Atlantic” pubblicato su Frontiers in Marine Science rappresenta un’importante scoperta nel campo dell’ecologia marina.
Questo studio documenta per la prima volta un evento di predazione su un adulto di squalo smeriglio (Lamna nasus) equipaggiato con un tag satellitare pop-off (PSAT) nell’Atlantico nord-occidentale. La ricerca è stata condotta da un team di scienziati provenienti da diverse istituzioni, tra cui l’Arizona State University e l’Oregon State University.
Gli squali smeriglio sono una specie di grande interesse per gli scienziati a causa del loro status di specie minacciata e della loro ecologia complessa, pertanto i tag satellitari pop-off sono strumenti avanzati utilizzati per monitorare i movimenti tridimensionali degli elasmobranchi su scale temporali e spaziali variabili. Questi dispositivi permettono di raccogliere dati dettagliati sui comportamenti di immersione, le preferenze ambientali e le interazioni ecologiche degli animali marini, tra cui lo squalo smeriglio.
Nel caso specifico, un tag PSAT è stato applicato a una femmina gravida di squalo smeriglio nelle acque mesopelagiche vicino alle Bermuda, e circa cinque mesi dopo il taggaggio, i dati trasmessi dal PSAT hanno indicato un evento di predazione. Questo è stato dedotto dall’analisi delle variazioni di profondità e temperatura registrate dal tag, che hanno mostrato un comportamento anomalo di discesa e risalita nella colonna d’acqua, accompagnato da un aumento della temperatura di circa 5°C sopra i livelli ambientali, anche a diverse centinaia di metri di profondità, dati che suggeriscono come il tag sia stato ingerito da un predatore.
L’identificazione del predatore è stata ipotizzata basandosi sulla localizzazione dell’evento di predazione e sull’aumento della temperatura registrato, e tra i potenziali predatori sono stati inclusi squali endotermici come il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) e il mako (Isurus oxyrinchus). Questa scoperta fornisce nuove informazioni sulle interazioni interspecifiche per questa grande specie di squalo minacciata e rappresenta un contributo significativo alla nostra comprensione dell’ecologia marina.
Dettagli sull’attacco ai danni dello squalo smeriglio
Per comprendere meglio l’evento di predazione documentato ai danni della femmina di squalo smeriglio, è essenziale esaminare la metodologia utilizzata nello studio. Come detto in precedenza, gli scienziati hanno applicato un tag satellitare pop-off (PSAT) a una femmina gravida di squalo smeriglio (Lamna nasus) nelle acque mesopelagiche vicino alle Bermuda, dispositivo che è stato scelto per la sua capacità di monitorare i movimenti tridimensionali su scale temporali e spaziali variabili, fornendo dati dettagliati sui comportamenti di immersione, le preferenze ambientali e le interazioni ecologiche.
Il PSAT è stato programmato per staccarsi automaticamente dopo un periodo di tempo prestabilito, trasmettendo i dati raccolti via satellite, e durante il periodo di monitoraggio, il tag ha registrato informazioni su profondità, temperatura e luce ambientale, permettendo agli scienziati di tracciare i movimenti e i comportamenti dello squalo smeriglio.
Come avevamo accennato, circa cinque mesi dopo l’applicazione del tag, i dati trasmessi dal PSAT hanno indicato un evento di predazione, con l’analisi delle variazioni di profondità e temperatura che ha mostrato un comportamento anomalo e non pianificato nei comportamenti dell’aniamale, tutto ciò accompagnato da un aumento della temperatura anche a diverse centinaia di metri di profondità, segno del fatto che il tag fosse stato ingerito da un predatore.
Per discernere tra mortalità post-rilascio e predazione, gli scienziati hanno esaminato diversi cambiamenti caratteristici nei dati del PSAT, come la scomparsa improvvisa della luce, l’aumento della temperatura (coincidente con la temperatura dello stomaco delle specie predatrici) e le alterazioni nella gamma di profondità o nel comportamento di immersione sono stati indicatori chiave di ingestione del tag da parte di un predatore.
L’identificazione del predatore è stata ipotizzata basandosi sulla localizzazione dell’evento di predazione e sull’aumento della temperatura registrato, come abbiamo riportato, tra i potenziali predatori sono stati inclusi squali endotermici come il grande squalo bianco e il mako, squali noti per la loro capacità di mantenere una temperatura corporea superiore a quella dell’acqua circostante, il che spiega l’aumento di temperatura registrato dal PSAT.
Questa scoperta fornisce nuove informazioni sulle interazioni interspecifiche per questa grande specie di squalo minacciata, per l’appunto gli squali smeriglio sono predatori apicali e svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema marino, regolando le popolazioni di prede e mantenendo l’equilibrio ecologico.
La documentazione di un evento di predazione su un adulto di squalo smeriglio offre una nuova prospettiva sulle dinamiche predatorie nell’Atlantico nord-occidentale e sottolinea l’importanza di continuare a monitorare queste interazioni per comprendere meglio l’ecologia marina.
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