SpaceX starebbe selezionando i siti per il futuro atterraggio su Marte

Le immagini provengono dal telescopio HiRISE, gestito dall'Università dell'Arizona e montato sull'orbiter Mars Reconnaissance Orbiter (MRO).

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Elon Musk e la sua compagnia SpaceX, secondo informazioni trapelate, cerca dei siti pianeggianti, relativamente caldi e privi di rischi per portare l’uomo su Marte. Posti ideali dove far “ammartare” senza troppi rischi il veicolo spaziale Starship, un gigantesco veicolo composto da due stadi capace di trasportare 100 passeggeri e 150 tonnellate di carico utile.

Il progetto di ricerca dei siti sarebbe partito da un database della NASA, progetto poi confermato da uno scienziato  dell’Università dell’Arizona. Le prime missioni dovrebbero partire nella seconda metà del 2020.

Ognuno di questi siti di atterraggio è un luogo in cui ci sarebbe acqua ghiacciata sepolta sotto un leggero strato di terreno marziano facilmente accessibile a robot e coloni. L’idea è quella di estrarre il ghiaccio e scioglierlo per ottenere dall’acqua ossigeno e carburante.

Lo scrittore di storia dello spazio Robert Zimmerman ha pubblicato in anteprima delle immagini sul suo sito, Beyond the Black, dopo aver studiato una nuova serie di dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.

Zimmerman ha notato diverse foto con titoli che includevano le parole “Candidate Landing Site for SpaceX Starship” (sito candidato all’atterraggio della SpaceX). “Per dirla in parole povere, è molto interessante scoprire che SpaceX sta iniziando a ricercare un posto dove può sbarcare l’astronave su Marte“, ha scritto Zimmerman, aggiungendo che ogni sito indicato è considerato come un luogo dove è probabile che vi sia ghiaccio sepolto a poca profondità.



La richiesta di chiarimenti da parte di Business Insider, però, ha dovuto attendere un po’ prima che SpaceX si sbilanciasse. Nonostante la reticenza, le immagini sono state richieste veramente dalla società attraverso uno scienziato del JPL della NASA.

SpaceX sta prendendo in considerazione almeno 9 siti di sbarco per astronavi

Le immagini provengono dal telescopio HiRISE, gestito dall’Università dell’Arizona e montato sul veicolo spaziale MRO. La fotocamera del telescopio è in grado di fotografare le caratteristiche della superficie con una risoluzione di 30 centimetri per pixel, tre volte la risoluzione che Google Maps fornisce della Terra e alla pari dei satelliti spia.

HiRISE, tuttavia, può solo prendere molte immagini interessanti ad ogni orbita e trasmetterle alla Terra. Gli scienziati, per avere delle immagini devono fare una specifica richiesta sui luoghi di loro interesse con mesi di anticipo, tempo necessario a pianificare la cattura delle immagini stesse.

Sia Zimmerman che Business Insider hanno evidenziato le richieste di immagini per dei siti di atterraggio relative a SpaceX, quattro li ha scoperti il primo e altri cinque sono stati scoperti da B.I.. In totale nove siti di atterraggio e tutte le richieste sono state presentate da Nathan R. Williams, un geologo planetario del JPL della NASA.

Lo stesso Williams aveva precedentemente richiesto dozzine di immagini a supporto della prossima missione rover Mars 2020 della NASA. Ha anche chiesto dozzine di foto per supportare la defunta missione di Red Dragon su Marte.

Era vincolato da un accordo di non divulgazione con SpaceX e non poteva commentare”, ha detto Zimmerman dopo aver contattato Williams in merito alle richieste di immagini per la nave stellare. (Né Williams né la JPL della NASA hanno immediatamente risposto alla richiesta di commento di Business Insider).

Il sito di HiRISE mostra che, il 29 aprile, Williams ha richiesto 18 immagini e per ogni sito ha poi chiesto due immagini con un’angolazione leggermente diversa, per costruire immagini stereo capaci di rivelare dettagli in 3D molto più particolareggiate, che rendano più semplice la valutazione del terreno e dei possibili rischi. Dei siti richiesti da Williams sei immagini sono già pubbliche, due non ancora di dominio pubblico e la nona deve essere ancora ripresa.

Alfred McEwen, geologo planetario e direttore del Planetary Image Research Laboratory, ha confermato il progetto dopo la pubblicazione di questa storia.

Sotto la direzione del JPL, il team HiRISE ha valutato siti di atterraggio candidati per SpaceX“, ha dichiarato McEwen a Business Insider in una e-mail. “Questo sforzo è iniziato nel 2017, inizialmente per il lander Red Dragon, e continua per il loro veicolo Starship”.

Musk dal canto suo ha affermato che SpaceX ha in programma di realizzare una città del tutto autosufficiente su Marte entro la metà degli anni ’50.

Per farlo evitando enormi spese, però, ha bisogno di molte astronavi e della capacità di rifornirle di carburante sul Pianeta Rosso.

Oltre a poter rifornirla di carburante, la nave spaziale deve essere completamente riutilizzabile per ridurre i costi di lancio di un fattore 100 o anche di un fattore 1.000. Il rifornimento di carburante su Marte è la chiave per far funzionare lo schema di Musk, motivo per cui SpaceX ha scelto il metano come combustibile.

Utilizzando l’energia solare o quella atomica si potrebbe attuare una reazione chiamata reazione di Sabatier, che potrebbe trasformare l’acqua e l’anidride carbonica della sottile atmosfera marziana in metano. Il carburante e l’ossigeno ricavato dall’acqua verrebbe usato come propellente per i motori delle future astronavi di SpaceX che faranno la spola tra la Terra e Marte. L’ossigeno prodotto verrebbe utilizzato per creare l’atmosfera a bordo della nave.

McEwen ha affermato che i siti di atterraggio candidati “sono concentrati a basse quote nelle latitudini medio settentrionali, in luoghi in cui vi sono prove di ghiaccio superficiale”. Si ritiene che quella fascia di Marte nasconda degli antichi ghiacciai rimasti preservati dopo milioni di anni.

Si tratta di aree pianeggianti dove l'astronave di SpaceX potrà scendere senza pericoli
Si tratta di aree pianeggianti dove l’astronave di SpaceX potrà scendere senza pericoli

Qualche prova di ciò è nella forma di crateri stessi, che sembrano affondare dopo un impatto meteorico perché espongono il ghiaccio all’atmosfera marziana che ha una pressione di un centesimo di quella terrestre.

Il ghiaccio esposto alla tenue atmosfera sublima come un blocco di ghiaccio secco esposto alla pressione atmosferica della Terra. C’è il ghiaccio quindi e mancano rocce e massi che potrebbero creare pericoli per l’atterraggio, un’altro punto a favore. I siti non sono troppo vicini alle calotte polari, la temperatura è bassa ma non eccessivamente, quindi non essendo troppo vicini ai poli si può utilizzare anche l’energia solare. Il fatto che i siti siano posti a quote basse fa si che la pressione atmosferica sia un po più alta, cosa che potrebbe far funzionare meglio le macchine che produrranno metano dall’atmosfera di Marte.

L’astronave della SpaceX, però, non è ancora pronta e non sono ancora stati tentati dei voli orbitali per ora, voli che, si spera, verranno tentati entro breve tempo. Ci sono altre incognite da risolvere, come estrarre il ghiaccio e come realizzare le strutture che ospiteranno i futuri coloni utilizzando materiali in loco, altri due tasselli del progetto, fondamentali.

SpaceX parte però con una solida base, i test positivi sui nuovi motori raptor che bruciano metano e ossigeno. Uno di questi motori è stato installato su un prototipo chiamato Starhopper che si è librato a circa 150 metri dal suolo. I tecnici sono al lavoro e presto vedranno la luce due prototipi di dimensioni maggiori con capacità orbitale: Starship Mark 1 a Boca Chica, in Texas, e Starship Mark 2 a Cocoa, in Florida.

A metà settembre Musk fornirà un aggiornamento sui piani di SpaceX.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Business Insider .

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