SOFIA conferma l’acqua sulla Luna

Sulla Luna i depositi di acqua ghiacciata non sono limitati solo ai crateri permanentemente in ombra

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Sappiamo che sulla Luna esistono diverse riserve di acqua ghiacciata, la conferma è arrivata da nuove osservazioni effettuate con un telescopio. Già in passato un veicolo spaziale aveva segnalato la presenza di acqua nei crateri perennemente in ombra attorno ai poli lunari.

Dati indiretti hanno segnalato la presenza di molecole d’acqua anche in alcune zone soleggiate del nostro satellite. L’acqua è stata individuata mediante la luce infrarossa. Quella lunghezza d’onda della luce, tuttavia, potrebbe provenire anche da altre sostanze chimiche che contengono idrogeno e ossigeno.

Ora, grazie al telescopio SOFIA, un segnale a infrarossi che identifica l’acqua molecolare è stato trovato vicino al polo sud lunare. I ricercatori hanno pubblicato la loro scoperta il 26 ottobre 2020 su Nature Astronomy.

“Questo è il primo [chiaro] rilevamento di acqua molecolare in una zona della Luna illuminata dal Sole”, afferma Casey Honniball. Lo scienziato è uno dei coautori del nuovo studio e lavora presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Md. La scoperta del suo team “mostra che l’acqua non si trova solo nelle regioni permanentemente in ombra”, spiega. “Ci sono altri posti sulla Luna dove potremmo potenzialmente trovarla”.

Queste osservazioni saranno molto utili alle future missioni sulla Luna. Le missioni in programma cercheranno i depositi di acqua ghiacciata che se verrà trovata in abbondanza favorirà la presenza umana sul suolo lunare. La NASA si appresta infatti a completare il nuovo vettore che porterà dopo oltre 50 anni gli astronauti sul nostro satellite. Le missioni, denominate Artemis faranno allunare la prima donna e un uomo sulla Luna nel 2024. In seguito gli astronauti stabiliranno una base che occuperanno stabilmente e una stazione spaziale lunare chiamata Gatewy. L’occupazione della Luna servirà agli astronauti per addestrarsi a missioni più complesse, come visitare gli asteroidi vicini o conquistare Marte.



SOFIA è l’acronimo di Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (Osservatorio stratosferico per l’astronomia a infrarossi). Il telescopio da 2,5 metri è installato a bordo di un jumbo jet in modo tale da avere una visione più pulita del cielo, infatti volando ad alta quota il telescopio non viene influenzato dagli strati più densi dell’atmosfera. Durante un volo effettuato nell’agosto 2018, ha rilevato una luce con una lunghezza d’onda di 6 micrometri. Questo segnale a infrarossi proveniva dalle molecole d’acqua riscaldate dalla luce solare nella parte meridionale della Luna nei pressi del cratere Clavius.

Jessica Sunshine, planetologa all’Università del Maryland a College Park è molto soddisfatta dei risultati ottenuti, confermare la presenza di acqua sulla Luna con osservazioni a quella lunghezza d’onda ha detto “è stato davvero brillante”. La Sunshine ha lavorato su studi precedenti che hanno individuato tracce di acqua sulla Luna ma non è stato coinvolta in questo nuovo lavoro.

La squadra di Honniball ha studiato a fondo l’intensità della luce infrarossa. Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori calcolano una concentrazione di acqua di circa 100-400 parti per milione intorno al cratere Clavius. Ciò equivale a meno di mezzo litro d’acqua per tonnellata metrica di suolo lunare. La scoperta è in linea con quanto i ricercatori si aspettavano di trovare anche sulla base di studi effettuati in precedenza.

L’acqua presente nelle regioni della Luna permanentemente in ombra si trova ovviamente sotto forma di ghiaccio. Le molecole d’acqua appena scoperte invece non sono congelate. Quell’acqua, a scanso di equivoci, non si trova nemmeno allo stato liquido, ha aggiunto Sunshine. “Non ci sono pozzanghere lunari”. Invece, sembra che l’acqua sia legata all’interno di qualche altro materiale presente sulla superficie del nostro satellite.

Queste molecole d’acqua potrebbero essere racchiuse in sostanze vetrose. Quelle sostanze potrebbe essere nate a causa dagli impatti di micrometeoriti che sono piovuti sulla superficie lunare nel corso delle ere. Oppure le molecole d’acqua potrebbero essere racchiuse tra i granelli di regolite nel suolo. Questi granelli avrebbero schermato l’acqua dai raggi del Sole. “L’unico modo per vedere l’acqua sulla Luna [illuminata dal sole] è ripararla da questo ambiente ostile”, spiega Honniball.

L’acqua potrebbe essersi formata sulla Luna stessa. Sono presenti ioni idrogeno nel flusso di particelle cariche che vengono emesse continuamente dal Sole. Questi ioni possono reagire con l’ossigeno presente sulla superficie. Oppure, se l’acqua è immagazzinata in un “vetro da impatto”, potrebbe essere stata portata sulla Luna da frammenti di meteoriti.

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