Secondo un nuovo studio un meteorite vecchio di 12 milioni di anni precipitato sul nostro pianeta nel gennaio del 2018 è ricoperto di oltre 2.600 composti organici differenti. Gli scienziati ritengono che queste rocce spaziali abbiano portato sulla Terra primordiale le sostanze organiche necessarie alla nascita delle prime forme di vita elementari.
La meteora in questione è stata osservata mentre sfrecciava alta nel cielo e velocissima sopra il Midwest e l’Ontario prima di impattare su un lago ghiacciato nel Michigan. Grazie ai dati del radar meteorologico gli scienziati hanno rintracciato i frammenti del meteorite che sono stati raccolti rapidamente prima che la sua composizione chimica venisse alterata dall’azione dell’acqua.
Un articolo pubblicato su Meteoritics & Planetary Science, ci racconta come sono queste rocce quando si trovano ancora nel loro ambiente naturale, lo spazio. Lo studio di questi campioni è molto importante in quanto potrebbe svelarci quali composti organici erano presenti quando si è originata la vita sul nostro pianeta.
Questo meteorite è speciale e la sua importanza viene riassunta in una dichiarazione rilasciata da Philipp Heck, curatore del Field Museum, professore associato presso l‘Università di Chicago e autore principale dello studio:
“Questo meteorite è speciale perché è caduto su un lago ghiacciato ed è stato recuperato rapidamente. Era molto incontaminato. Abbiamo potuto vedere che i minerali non erano molto alterati e in seguito abbiamo scoperto che conteneva un ricco inventario di composti organici extraterrestri. Questi tipi di composti organici sono stati probabilmente consegnati alla Terra primordiale dai meteoriti e potrebbero aver contribuito agli ingredienti della vita”.
Il sistema solare non è composto solamente dal Sole e da una pletora di pianeti e lune, ma anche da miliardi di corpi più piccoli, comete ed asteroidi. Quando questi corpi minori si scontrano e vanno in pezzi, alcuni frammenti possono essere attratti dai campi gravitazionali dei corpi più grandi. Questi frammenti vengono chiamati “meteoroidi” e spesso cadono sul nostro pianeta sotto forma di meteore o fireballs che sfrecciano bruciando a causa del calore dovuto all’attrito con l’atmosfera. Una volta a terra o più probabilmente in mare, vista l’estensione degli oceani, queste rocce extraterrestri vengono chiamate meteoriti.
Per gli studiosi è importante tracciare e recuperare al più presto queste rocce extraterrestri perché si deve evitare un’eccessiva esposizione agli agenti terrestri che ne altererebbero le caratteristiche. Solo con un controllo sistematico del cielo e un recupero rapido si può arrivare a meteoriti che mantengono le loro caratteristiche originarie. Solo cosi queste rocce ci possono raccontare qualcosa sul passato del sistema solare e del nostro pianeta.
Per rilevare la fireball del 2018 che ha attraversato i cieli del Michigan, gli scienziati hanno utilizzato il radar meteorologico della NASA cosi da mappare la caduta dei frammenti come spiega Heck:
“Il radar meteorologico ha lo scopo di rilevare grandine e pioggia. Questi pezzi di meteorite cadevano in quella gamma di dimensioni, e quindi il radar meteorologico ha aiutato a mostrare la posizione e la velocità del meteorite. Ciò significava che siamo stati in grado di trovarlo molto rapidamente”.
A recuperare il frammento ci ha pensato Robert Ward, cacciatore di meteoriti e lo ha fatto solamente due giorni dopo la caduta. Ward ha trovato il primo pezzo di meteorite sulla superficie ghiacciata del Lago Strawberry, vicino ad Amburgo, nel Michigan. Ward ha contattato Terry Boudreaux un ex dirigente sanitario che acquista e dona meteoriti. Il meteorite è stato donato al Field Museum, dove Heck e Jennika Greer, una studentessa laureata al Field e all’Università di Chicago e uno degli autori dell’articolo, hanno iniziato a studiarlo. la Greer racconta:
“Quando il meteorite è arrivato, ho passato l’intero fine settimana ad analizzarlo, perché ero così entusiasta di scoprire che tipo di meteorite fosse e cosa contenesse. Con ogni meteorite che cade, c’è la possibilità che ci sia qualcosa di completamente nuovo e totalmente inaspettato”.
I ricercatori hanno determinato che il meteorite era una condrite H4: solo il 4% di tutti i meteoriti che cadono sulla Terra sono di questo tipo. Ma la cosa eccezionale è la rapidità con cui il meteorite di Amburgo è stato raccolto e subito studiato. Greer così approfondisce il discorso:
“Questo meteorite mostra un’elevata diversità di sostanze organiche, in quanto se qualcuno fosse interessato a studiare sostanze organiche, questo non è normalmente il tipo di meteorite a cui chiederebbero di guardare. Ma poiché c’era così tanta eccitazione che lo circondava, tutti volevano applicare la propria tecnica ad esso, quindi abbiamo una serie di dati insolitamente completa per un singolo meteorite”.
Come sono arrivati sulla Terra primitiva i composti organici a base di carbonio? Gli scienziati non lo sanno ancora con certezza, ma un’idea si è fatta strada nelle loro menti, forse sono piovuti sul nostro pianeta racchiusi nei meteoriti. A scanso di equivoci va spiegato che “sostanze organiche” non significa vita e tanto meno vita extraterrestre contenuta nei meteoriti (o nelle comete). Forse alcuni dei composti organici che fungono da mattoni per costruire la vita semplicemente si sono formati nello spazio, negli asteroidi o nelle comete per poi cadere sulla Terra. Nonostante alcune speculazioni per ora non è stato rilevato nulla che possa essere considerato “vivo” all’interno di una roccia piovuta dallo spazio, per spiegare meglio Heck aggiunge:
“Agli scienziati che studiano i meteoriti e lo spazio a volte viene chiesto, vedi mai segni di vita? E io rispondo sempre, sì, ogni meteorite è pieno di vita, ma terrestre, la vita terrestre. Non appena la cosa atterra, si ricopre di microbi e vita dalla Terra. Abbiamo meteoriti con licheni che crescono su di loro. Quindi il fatto che questo meteorite sia stato raccolto così rapidamente dopo essere caduto, e che sia atterrato sul ghiaccio piuttosto che nel lo sporco, ha contribuito a mantenerlo più pulito “.
Gli scienziati hanno studiato il meteorite molto approfonditamente utilizzando una vasta gamma di tecniche analitiche e studiato campioni da diverse parti del meteorite per ottenere un quadro più completo dei minerali che contiene.
In conclusione Greer ha spiegato:
“Impari molto di più su un meteorite quando assaggi diversi pezzi. È come se avessi una pizza suprema, se guardassi solo una piccola sezione, potresti pensare che fosse solo peperoni, ma potrebbero esserci funghi o peperoni da qualche altra parte. Questo studio è una dimostrazione di come possiamo lavorare con specialisti di tutto il mondo per ottenere il massimo dal piccolo pezzo di roccia grezza e preziosa. Quando un nuovo meteorite cade su un lago ghiacciato, forse anche quest’inverno, saremo pronti. E il prossimo autunno potrebbe essere qualcosa che non abbiamo mai visto prima”.
Fonte: https://edition.cnn.com/2020/10/27/world/fireball-meteorite-organic-compounds-scn-trnd/index.html
Fonte: https://phys.org/news/2020-10-fireball-meteorite-pristine-extraterrestrial-compounds.html
Scoperti composti organici incontaminati in un meteorite
Un meteorite ricco di sostanze organiche è stato recuperato e studiato pochi giorni dopo la sua caduta. I dati raccolti ci aiuteranno a capire come la vita è comparsa sul nostro pianeta
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