Tra un decennio da oggi, gli astrobiologi della NASA e dell’Agenzia spaziale europea (ESA) cercheranno di riportare da Marte una serie di campioni di suolo e roccia raccolti dal rover perseverance.
Progettata per precipitare nel deserto dello Utah senza nemmeno un paracadute che la rallenti, questa capsula di ritorno, piena di campioni marziani, verrà trasportata in un laboratorio di livello di biosicurezza 4 (BSL-4), il più alto sistema di contenimento biologico disponibile – quello utilizzato per agenti patogeni come il virus Ebola.
Essere in grado di testare in modo completo i segni di vita, passati o presenti, su Marte renderà quei campioni un premio scientifico enorme: “Riportare campioni incontaminati di Marte sulla Terra è stato un obiettivo per generazioni di planetologi“, dice la NASA.
Ma le agenzie spaziali stanno lasciando che la loro ricerca di risposte prevalga su ciò che è più sicuro per la vita sulla Terra: nessuno sa se quei campioni – che saranno presto raccolti dal rover Perseverance – potrebbero contenere agenti patogeni marziani, verso i quali potremmo non avere difese.
E non possiamo nemmeno essere sicuri che la capsula non si rompa all’impatto (il campionatore di vento solare della NASA Genesis si è fracassato quando si è schiantato nello Utah nel 2004 dopo il guasto del paracadute), rischiando la contaminazione della fauna selvatica, dei fiumi, delle piante, della pesca e delle città. Sebbene i laboratori BSL-4 siano altamente sicuri, in passato si sono verificate delle fughe dovute ad errori umani.
I rischi, anche se piccoli, ci sono.
Riportare campioni da Marte in sicurezza
Le agenzie spaziali stanno lavorando con i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per cercare di mitigarli. Purtroppo, non possono negare che esistano – e questo è un problema, perché il Trattato sullo spazio esterno delle Nazioni Unite vieta la contaminazione dei mondi che visitiamo e della Terra al ritorno.
I viaggiatori spaziali, dice il trattato, devono evitare “cambiamenti negativi nell’ambiente della Terra derivanti dall’introduzione di materia extraterrestre“.
In un momento in cui covid-19 sta mostrando lo spaventoso impatto di una pandemia, la NASA e l’ESA hanno sicuramente bisogno di cambiare rotta. C’è un chiaro nuovo corso: riportare i campioni per l’analisi su una stazione spaziale in orbita lunare, o in un laboratorio sulla Luna stessa, entrambi potrebbero già esistere tra un decennio.
Questa è una posizione supportata dall’International Committee Against Mars Sample Return (ICAMSR), che evidenzia i rischi insiti nel riportare campioni da un altro pianeta sulla Terra.
“Supportiamo una missione di ritorno di un campione di Marte sulla stazione spaziale Lunar Gateway, se i campioni verranno consegnati presso un modulo appositamente progettato per minimizzare il rischio biologico in orbita lunare o che fa parte di un concetto di base lunare più grande come previsto nel programma Artemis della NASA“, dice Barry DiGregorio, direttore dell’ICAMSR. “Questo è l’unico modo per garantire una protezione al 100% della biosfera terrestre“.
La NASA e l’ESA affermano di aver bisogno di riportare i campioni sulla Terra a causa delle spese e delle difficoltà di far funzionare un complesso laboratorio BSL-4 nello spazio, aggiungendo che la microgravità “comprometterebbe il modo in cui analizziamo i campioni“. Ma questo è un problema delle agenzie spaziali che devono risolverlo, non è possibile accettare che la popolazione della Terra accetti rischi sconosciuti.
Se le agenzie spaziali sono seriamente intenzionate a tornare sulla Luna ed utilizzarla come trampolino di lancio verso Marte, possono sicuramente capire come analizzare campioni pericolosi fuori dal pianeta. E c’è anche una finestra in cui farlo, dal momento che la missione per il recupero dei campioni raccolti da Perseverance è prevista intorno al 2026 e il suo progetto non è ancora definitivo.
“Lasciare i campioni orbitare in un’orbita stabile di intorno a Marte è una delle numerose strategie alternative che sono possibili dopo che i campioni sono stati lanciati dalla superficie marziana“, dice l’ESA. Le agenzie spaziali dovrebbero aspettare a lanciare questa missione fino a quando non ci sarà un modo dimostrabilmente sicuro e fuori dal pianeta Terra per analizzarli.
Sarà affascinante conoscere la vita su Marte, ma non deve costarci la Terra.
Seguici su Twitter, Facebook e Telegram