Ricostruito il meccanismo di Antikythera, è stato il primo computer della storia?

Il meccanismo di Antikythera in origine era un complesso planetario, azionato da una serie di ruote dentate, utilizzato per calcolare il sorgere del Sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti conosciuti all'epoca, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e - secondo uno studio pubblicato su Nature - le date dei giochi olimpici

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I ricercatori dell’University College di Londra hanno annunciato di aver realizzato un modello digitale di un vecchio dispositivo risalente a 2000 anni fa, chiamato “meccanismo di Antikythera”.

Questo dispositivo potrebbe essere stato il primo computer meccanico al mondo.

Il meccanismo di Antikythera fu ritrovato assieme ad altri reperti nel 1900 da un gruppo di pescatori di spugne al largo dell’isoletta rocciosa di Cerigotto (che nella lingua locale significa Antikythera), alla profondità di circa 43 metri, all’interno del relitto di una nave da trasporto naufragata nel secondo quarto del I secolo a.C.

Il dispositivo è stato datato tra il 250 e il 100 a.C, e viene considerato il più antico calcolatore meccanico noto fino ad oggi.

Il meccanismo di Antikythera in origine era un complesso planetario, azionato da una serie di ruote dentate, utilizzato per calcolare il sorgere del Sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti conosciuti all’epoca, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e – secondo uno studio pubblicato su Nature – le date dei giochi olimpici.

L’archeologo Valerios Stais, che nel 1902 esaminò i reperti recuperati, scoprì che quella che sembrava una roccia era in realtà un meccanismo composto da tre ruote dentate principali incrostate e corrose, e da decine di ruote dentate più piccole.

Le ruote dentate presentavano delle iscrizioni e facevano parte di un dispositivo simile a un orologio.

In origine il dispositivo aveva le dimensioni di circa 30 x 15 cm, ed era spesso quanto un libro, realizzato in ottone e montato in una cornice in legno. Era ricoperto da oltre 2.000 caratteri dei quali ne sono stati decifrati circa il 95%.

Il dispositivo, dato l mistero che lo avvolge, è stato definito anche OOPArt, acronimo di Out Of Place Artfacts, che tradotto significa: manufatti o reperti fuori contesto.

Un manufatto viene definito OOPArt quando, vista la sua complessità, non sembra appartenere all’epoca alla quale viene assegnato in base alla datazione.

Il meccanismo di Antikythera è conservata nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme a una copia.

Dopo tanti anni di dibattiti e ricerche, nessuno è riuscito a riprodurre tutti gli ingranaggi che davano vita al meccanismo di Antikythera, o i calcoli necessari alla progettazione a partire del pezzo di ottone corroso e incrostato scoperto oltre 120 anni fa, fino ad ora almeno.

Un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra ha infatti dichiarato di aver ricreato il design completo dell’antica macchina, a partire dagli antichi calcoli utilizzati per realizzarla.

“Il nostro lavoro rivela il meccanismo di Antikythera come una bellissima concezione, tradotta da una superba ingegneria in un dispositivo geniale“, hanno scritto i ricercatori il 12 marzo sulla rivista Scientific Reports. “Sfida tutti i nostri preconcetti sulle capacità tecnologiche degli antichi greci”.

Perché ricostruire il meccanismo di Antikythera?

I ricercatori hanno ricostruito il meccanismo di Antikythera per rispondere alle tante domande che circondano il suo funzionamento. Adam Wojcik, scienziato dei materiali dell’UCL, ha messo in evidenza quanto il dispositivo sia infinitamente più sofisticato delle macchine costruite nella stessa epoca.

Gli ingranaggi che compongono il meccanismo sono di una complessità tale che ci si potrebbe aspettare di trovarle in un orologio a pendolo, ma gli unici altri ingranaggi scoperti appartenenti allo stesso periodo sono quelli, molto più grandi, che sono stati utilizzati nelle grandi balestre, e nelle catapulte.

La complessità e la precisione del meccanismo ha sollevato un grande numero di domande sul processo con cui possa essere stata realizzata e perché ne è stato finora ritrovato un unico esemplare.

Come mai era su quella nave? Dove sono gli altri ingranaggi mancanti, si sono corrosi del tutto? E soprattutto, il meccanismo di Antilythera ha mai funzionato?

Secondo Wojcik :“Queste sono domande a cui possiamo davvero rispondere solo attraverso l’archeologia sperimentale. È come rispondere a come hanno costruito Stonehenge, portiamo 200 persone con una corda e una grossa pietra e proviamo a tirarla attraverso la pianura di Salisbury”.

Il primo computer meccanico

Per realizzare il modello, i ricercatori hanno fatto ricorso a tutte le ricerche svolte in passato, compresa la ricerca di Michael Wright, ex curatore del Science Museum di Londra, che era riuscito a realizzare una replica funzionante.

I ricercatori hanno utilizzato sia le iscrizioni trovate sul meccanismo che un modello matematico del movimento dei pianeti, ideato per la prima volta dal filosofo greco Parmenide. In questo modo hanno realizzato un modello “virtuale” molto complesso del meccanismo.

Il modello virtuale, realizzato dai ricercatori, ricrea ogni ingranaggio e quadrante che mostrano come i pianeti, il Sole e la Luna si muovono attraverso lo Zodiaco sulla faccia anteriore e le fasi della Luna e le eclissi sulla parte posteriore.

Dopo aver realizzato una copia virtuale del meccanismo di Antikythera, ora i ricercatori intendono ricostruire una copia reale del dispositivo utilizzando tecniche di costruzione moderne e in seguito realizzarne una copia impiegando le tecniche a disposizione degli antichi.

Secondo Wojcik non ci sono prove certe che i greci abbiano realizzato il meccanismo, l’unico modo per capirlo è cercare di impiegare le stesse tecniche.

Il dibattito è aperto anche sull’identità del costruttore (o dei costruttori) del meccanismo di Antikytera. Secondo alcuni potrebbe essere opera di Archimede, che visse più o meno nel periodo a cui appartiene il dispositivo.

Archimede è il più grande scienziato e inventore dell’antichità classica. Nato nel 287 a.C. a Siracusa, quando la città era ancora una colonia greca, studiò al Museo di Alessandria d’Egitto, la più grande scuola del tempo.

Fu matematico, geometra, astronomo, ingegnere, fisico e inventore. Dedicò la sua vita alla ricerca e alla creazione delle sue invenzioni: a lui sono attribuite circa 40 invenzioni. Scoprì il principio idrostatico, elaborò importanti leggi della meccanica e dell’ottica e formulò i principi alla base della leva. Fu Archimede a realizzare il dispositivo? Difficile rispondere.

Esistono altri dispositivi simili al meccanismo di Antikythera? Forse all’interno di vecchi relitti abbandonati nei fondali marini aspettano di essere recuperati.