Rianimato il DNA di un Mammut morto trentamila anni fa

Rianimare i nuclei di cellule tratte da un Mammut morto quasi 30.000 anni fa. Sembra la trama di un romanzo di Mary Shelley ma è accaduto davvero...

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La vicenda è nota: Guy estrae il DNA da sangue di dinosauro recuperato da zanzare fossilizzate. Le uova di dinosauro si schiudono. Nasce il parco tematico preistorico. I dinosauri tornano a vivere.

Oggi è ancora prematuro che questa vicenda possa accadere ma, forse, è stato compiuto un passo che potrebbe portare a qualcosa di simile. Un gruppo di scienziati ha ottenuto la riattivazione di alcune cellule di un mammut lanoso morto oltre 28.000 anni fa. Proprio come in Jurassic Park, in cui il DNA di dinosauro viene iniettato in ovociti di rana, questi scienziati hanno iniettato nuclei prelevati da cellule mammut in ovociti di topo, utilizzando una procedura nota come trasferimento nucleare. Le cellule sono riuscite a sopravvivere per alcuni momenti, dimostrando che i geni di questi animali ormai estinti possono essere risvegliati, anche se solo momentaneamente.

Un team di ricercatori giapponesi guidati dal biologo Kazuo Yamagata è stato in grado di estrarre materiale genetico vitale da una giovane femmina di mammut chiamata Yuka. L’esemplare era stato scoperto nel 2010 sotto il permafrost sulla costa dello stretto di Dmitry Laptev, nell’estremo est della Russia. I resti del mammut mancavano di molte ossa e organi vitali ma c’era ancora abbastanza materiale in cui il suo codice genetico era rimasto conservato dall’ultima era glaciale.

Le specie antiche possono fornirci informazioni preziose sulla base genetica dell’evoluzione adattativa e fattori legati all’estinzione”, hanno detto Yamagata e colleghi in uno studio pubblicato di recente su Nature.

Yamagata e il suo team avevano già provato a far risorgere cellule mammut da un altro esemplare mummificato ma non avevano avuto successo. Yuka era in condizioni così incredibili, almeno per qualcosa che rimasto nel ghiaccio da quasi trenta secoli, da permettere di estrarre nuclei dalle cellule dei suoi muscoli e impiantarli in ovociti di topo.



In pratica hanno ottenuto una specie di cellule zombi.

Le cellule mammut non erano in grado di dividersi, il che sarebbe di vitale importanza per produrre un vero embrione mammut, ma è altrettanto sorprendente che siano state ancora in grado di superare alcune fasi di pre-divisione. Si sono spinti fino all’assemblaggio del fuso, un processo durante il quale i cromosomi sono attaccati correttamente alle strutture del mandrino prima che una cellula si divida.

I risultati qui presentati ci mostrano chiaramente l’impossibilità di fatto di clonare il mammut con la tecnologia attuale [trasferimento nucleare]“, ha ammesso Yamagata, ma l’approccio “apre la strada per valutare le attività biologiche dei nuclei nelle specie animali estinte“.

Quindi potremmo non vedere presto un Parco dell’Era Glaciale popolato di Mammut, ma già riportare in vita, sia pure per pochi istanti, cellule di animali morti migliaia di anni fa apre strade fino a poco tempo fa impensabili.

La fantascienza diventa realtà.

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