Record di anguille negli abissi dell’oceano 

Uno sciame di anguille in grande quantità non era mai stato avvistato negli abissi dell'oceano, neanche altri pesci si sono mai raggruppati in così gran numero. Questi animali marini sono però in pericolo per via dell'estrazione dei metalli 

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Gli scienziati, stanno cercando di salvaguardare tantissime specie rare di pesci dall’estrazione di metalli, che ne distruggerebbe l’habitat. Infatti c’è una zona tra le Hawaii ed il Messico, che non solo è ricca di preziose materie prime, ma anche di animali marini.

Questi animali, vivendo negli abissi più profondi, rimangono all’ombra e, della loro presenza erano ignari anche gli scienziati; fino a quando, in conclusione, non sono riusciti a filmarli e poi a pubblicare la ricerca su “Deep-Sea Research” .

Se prima di estrarre metalli preziosi dai fondali marini, si provasse a fare un po’ di luce nell’oscurità del profondo oceano, osservando l’ambiente circostante, apparirebbe qualcosa di meraviglioso.

Infatti, ci accorgeremmo di quanti specie viventi vivono lì. Infatti in questo abisso apparentemente isolato, a più di 3.000 metri sotto il livello del mare, gli scienziati sono stati in grado di condurre un enorme sciame di 115 anguille spietate (Ilyophis arx) dall’ombra alla luce, solamente con l’aiuto di poche esche.

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Filmate grandi quantità di anguille

L’enorme numero di anguille ha stupito gli osservatori che le hanno “intrappolate” in un filmato. Il video rappresenta il maggior numero di pesci di acque profonde mai registrato in una sola volta, nell’oceano abissale, ed è stato girato proprio vicino a un hotspot minerario internazionale.

Le nostre osservazioni ci hanno davvero sorpreso. Non avevamo mai visto rapporti di un numero così elevato di pesci nelle profondità marine, scarsamente popolate e con cibo limitato“, ha affermato l’oceanografo biologico, Astrid Leitner, che ha lavorato alla ricerca presso l’Università delle Hawaii, a Mānoa.

Fondale CCZ pieno di metalli preziosi e di pesci

La zona di Clarion Clipperton (CCZ, ovvero Clarion-Clipperton-Zone), è un’enorme distesa di fondale marino che va dalle Hawaii fino quasi al Messico, e contiene alcuni dei metalli e degli elementi più rari e richiesti sul nostro pianeta.

Nel corso degli anni, ha suscitato un interesse crescente dall’industria mineraria, che vede questa nuova regione come un modo per ridurre il lavoro umano e la distruzione di terre preziose.

Gli scienziati contro la distruzione di habitat marini

Sono già stati emessi sedici contratti  per l’estrazione in acque profonde in più di un milione di chilometri quadrati di questa zona. Eppure solo una piccola porzione di habitat abissali profondi è stata campionata, esplorata o persino mappata dagli scienziati.

Sono decisioni come questa che hanno spinto alcuni ricercatori e ambientalisti ad avvertire di una “corsa all’oro” in acque profonde che potrebbe causare danni imprevisti agli ecosistemi di cui sappiamo ancora molto poco.

Il più grande ecosistema della Terra

Le pianure abissali che ricoprono il fondo dei nostri oceani rappresentano il 70% del fondo marino del nostro pianeta e sono considerate il più grande ecosistema della Terra.

Ma mentre si pensa generalmente che queste profondità contengano vita rada, con pochi pesci, in realtà questa idea generale potrebbe non applicarsi a tutte le catene montuose sottomarine, che delimitano queste valli.

Abbondanza di specie marine

Le recenti spedizioni, tra le montagne sottomarine sommerse delle Galapagos e, al largo della costa della Tasmania, hanno rivelato un’abbondanza inaspettata di forme di vita; molte delle quali mai viste prima, e alcune si soffermano su queste vette sommerse che sono ancora abbastanza profonde da essere considerate abissali.

Per capire cosa c’è laggiù, prima che si inizi a dissotterrare sedimenti, una spedizione di scienziati oceanici è partita verso l’esplorazione delle tre montagne sottomarine nella CCZ e delle pianure circostanti.

Grandi quantità di pesci scoperti tramite poche esche

Distribuendo un veicolo azionato a distanza su ciascuna di queste montagne, gli studiosi, hanno lasciato cadere un chilo di sgombro davanti a una telecamera, filmando per due minuti con fermi di otto minuti tra una ripresa e l’altra, per dare al pesce una pausa dalla luce.

L’esca stessa avrebbe dovuto imitare una caduta naturale di cibo, in cui una carcassa di balena o squalo scivola sul fondale marino. Su tutte e tre le vette, gli scienziati hanno registrato grandi sciami di anguille che venivano a nutrirsi.

Specie rara di Anguilla spietata

Catturando alcuni di questi animali, il team ha confermato che si trattava di anguille spietate; ovvero di una specie poco conosciuta con meno di 10 esemplari in cattività in tutto il mondo.

Gli autori non sono riusciti a trovare nessun altro studio al di sotto dei 1.000 metri che abbia rilevato quel numero di pesci per chilo di esca.

Anche le cadute di cibo più grandi, hanno attirato una folla più piccola. Prima di questa scoperta, ad esempio, una carcassa di squalo di 29 chilogrammi, a una profondità di 4.400 metri, attirava solo 68 pesci zoarcidi di acque profonde.

Se il numero di anguille osservato in questo studio dice qualcosa sull’abbondanza locale, allora la densità della vita a queste profondità potrebbe essere un ordine di grandezza superiore alle più alte previsioni fatte finora.

Pesci in profondità molto sensibili

Il problema è che i pesci a queste profondità sono incredibilmente sensibili alla presenza di ROV (un sottomarino a comando remoto); non solo per la loro luce e il rumore, ma anche per i cambiamenti di pressione e di elettricità che ne derivano.

L’attuale studio cerca di limitare tali influenze spegnendo occasionalmente la fotocamera e la luce. Ma allo stesso tempo, questo significa anche che i ricercatori probabilmente hanno sottostimato quanti pesci sono effettivamente venuti a nutrirsi. Infatti il numero di anguille osservate in questo studio a profondità abissali, è davvero senza precedenti.

Non è ancora chiaro se queste anguille stiano solo visitando la vetta sottomarina o se siano residenti permanenti. Ma questo tipo di anguilla è stato campionato solo su creste sottomarine simili, suggerendo che potrebbero essere specialisti dell’alimentazione delle montagne sottomarine.

La preoccupazione degli scienziati

E se ci fossero altre vette con forme di vita altrettanto abbondanti?

Gli scienziati sono preoccupati di ciò che accadrà loro in futuro se improvvisamente l’habitat sarà invaso da veicoli rumorosi e l’acqua diventerà densa di sedimenti.

Se questo fenomeno non è solo isolato a queste montagne sottomarine nella CCZ, le implicazioni sull’ecologia del mare profondo potrebbero essere molto diffuse”;  ha affermato Leitner, che ora lavora presso il Monterey Bay Aquarium Research Institute.

I risultati di questo studio, evidenziano quanto resta ancora da scoprire nelle profondità marine e, quanto potremmo perdere se non viene gestita adeguatamente l’attività mineraria.

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