Quando i pianeti collidono: ecco cosa ha svelato una simulazione in 3D

Una simulazione 3D effettuata grazie ad un supercomputer, ha mostrato le conseguenze di una collisione tra pianeti

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L’evoluzione dei pianeti dura miliardi di anni, anche se questo processo può essere interrotto da impatti con altri oggetti celesti. Queste collisioni possono essere responsabili di innumerevoli conseguenze per i pianeti più giovani, come la perdita dell’atmosfera, o almeno così ha suggerito una recente simulazione 3D.

Grazie al supercomputer Cosmology Machine (COSMA), i ricercatori della Durham University e dell’Università di Glasgow, entrambi nel Regno Unito, hanno simulato più di 100 diversi scenari di corpi celesti che viaggiano a velocità e angolazioni diverse e che si scontrano con un pianeta simile alla Terra.

Jacob Kegerreis, autore principale dello studio e astronomo della Durham University, ha dichiarato: “Sappiamo che le collisioni planetarie possono avere un effetto drammatico sull’atmosfera di un pianeta, ma questa è la prima volta che siamo stati in grado di studiare in dettaglio le ampie varietà di questi eventi violenti. Nonostante le conseguenze notevolmente diverse che possono derivare da diversi angoli di impatto e velocità, abbiamo trovato un modo semplice per prevedere quanta atmosfera si perderebbe”.

Le simulazioni suggeriscono che un impatto lento e che sfiora la superficie di un corpo celeste provoca una perdita atmosferica inferiore rispetto a una collisione frontale e rapida.

In effetti, un colpo diretto potrebbe distruggere non solo l’intera atmosfera di un pianeta, ma anche parte del suo mantello, lo strato immediatamente inferiore alla crosta di un pianeta e che ne circonda il nucleo.



 Si ritiene che la luna terrestre si sia formata circa 4,5 miliardi di anni fa in seguito all’impatto di un piccolo pianeta delle dimensioni di Marte con la Terra: i detriti della collisione si sono accumulati in orbita, formando così la nostra Luna.

Le nuove simulazioni suggeriscono che questo fenomeno potrebbe essere stato rubato tra il 10% e il 50% dell’atmosfera terrestre primordiale.

Al momento, sembra che la quantità di atmosfera che un pianeta perde a causa di queste collisioni dipende dalla natura dell’impatto che si trova a subire“, spiega Vincent Eke, coautore dello studio e cosmologo alla Durham University.

Questa ricerca pone le basi per essere in grado di prevedere l’erosione atmosferica da qualsiasi impatto di dimensioni importanti, che alimenterebbe i modelli di formazione del pianeta nel suo insieme“, ha affermato Kegerreis.

Questi modelli a loro volta ci aiuteranno a comprendere sia la storia della Terra come pianeta abitabile che l’evoluzione degli esopianeti attorno ad altre stelle” Ha concluso lo studioso.

La ricerca è stata pubblicata sull’Astrophysical Journal.

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