Chi ricorda il nome Stasi? Dal 1950 e fino alla dissoluzione della Germania est, questo nome terrorizzò un intero popolo. Si trattava della polizia segreta che controllava, manipolava, catalogava la vita di milioni di cittadini tedeschi dell’allora DDR. Un vero Grande Fratello che secondo alcune stime arrivò a contare una spia ogni 59 abitanti!
Anche se negli anni (perlomeno nei paesi occidentali) le cose sembrano essersi evolute per il meglio, la privacy e la libertà restano in realtà solo una lontana chimera. Numeri come una spia ogni 59 abitanti oggi fanno sorridere multinazionali come Google o Facebook, giusto per citare le principali. Grazie all’avvento di internet, una volta in ogni casa, oggi sempre più sul palmo di ciascuno di noi, il rapporto “spie” persone è salito nominalmente ad 1 a 1.
Ciascuno di noi è costantemente monitorato. I nostri acquisti vengono mappati, gli spostamenti registrati. Spie sotto forma di bot informatici nascosti dietro ogni servizio che utilizziamo, raccolgono costantemente dati su ciascuno di noi, colmando terabyte di memoria che fruttano miliardi di dollari ai rispettivi proprietari. Ma le motivazioni di tutto ciò vanno oltre il mero guadagno. Elementi che stanno venendo alla luce da un anno a questa parte (leggasi principalmente russiagate) mostrano come tutto ciò venga usato per indirizzare le masse non solo verso acquisti mirati ma anche verso scelte politiche e per influenzare la volontà collettiva.
Se a tutto ciò aggiungiamo anche la presenza di attori se possibile ancor meno “nobili”, come alcuni criminali informatici il cui dichiarato intento è quello di sottrarre denaro a chiunque capiti sotto tiro nel grande e pericoloso mare di internet… Certo, a questo punto a qualcuno potrebbe venir voglia di buttare la tastiera dal balcone (attenti ai passanti sul marciapiede!) o di dar via il proprio smartphone e riprendersi uno di quei vecchi e indistruttibili Nokia che possono solamente chiamare ed inviare SMS!
Ma non bisogna disperare, perché per ogni problema esiste fortunatamente una soluzione che in questo caso prende il nome di VPN.
VPN è l’acronimo di Virtual Private Network (italianizzato in rete privata virtuale). Come il nome suggerisce, è un servizio che consente di creare una rete, virtuale, che salvaguarda la propria privacy. Installando sul proprio dispositivo, dal quale si desidera accedere ad internet, l’app del servizio VPN scelto, si può creare per così dire un tunnel virtuale tra noi ed i server della VPN. I dati sia in uscita che in ingresso vengono criptati, così da rendere impossibile a qualunque malintenzionato, persino ai big di internet, sapere cosa stiamo facendo online.
Esiste una gran quantità di differenti compagnie che offrono servizi VPN. Per chi vuole approfondire l’argomento abbiamo trovato Anonymster, un sito web che si occupa di catalogare e recensire i migliori servizi (gratis o a pagamento) disponibili online. Sarà interessante scoprire che oltre alla protezione della propria identità dagli attacchi dei pirati informatici, una VPN può offrire una miriade di altri vantaggi. Ogni servizio ha le sue differenti peculiarità rispetto ai diretti concorrenti.
In generale un servizio gratis offrirà meno copertura e meno servizi (come banda limitata ad un certo quantitativo di Gb mensili o la non compatibilità con determinati protocolli come il P2P). Un servizio a pagamento sarà più affidabile e con piani di traffico illimitato oltre ad offrire la garanzia di non conservare nessun dato sugli utenti, consentendo così a chi usa una VPN di essere praticamente invisibile su internet.
Sempre più proteggere i propri dati e la propria identità online sta diventando non più un’opzione ma una esigenza. I vari paesi tentennano nel proteggere a tutto tondo la privacy dei propri cittadini o peggio si dimostrano complici nella sottrazione della libertà digitale degli individui.