venerdì, Novembre 8, 2024
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Ue, arriva il pass Covid per viaggiare

"Il nuovo pass Covid Ue non è un passaporto vaccinale, ma un certificato verde per evitare divisioni e blocchi tra i Paesi Ue, per facilitare gli spostamenti dei cittadini europei e far ripartire il turismo in vista dell'estate" è quanto dice il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders

Un “pass Covid“, una sorta di certificato vaccinale per aiutare gli Stati membri a ritornare alla mobilità in piena sicurezza; puntano a questo le nuove decisioni dell’Unione Europea.

Infatti la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa ha presentato un nuovo pacchetto di misure per revocare le limitazioni ai viaggi e “salvare l’estate” sia dei lavoratori che dei turisti.

Pass Covid chi ha gli anticorpi contro il Covid-19

L’idea è quella di far tornare a viaggiare i cittadini europei che forniscono la prova di essersi sottoposti alla vaccinazione, oppure di essere risultati negativi a un test o di essere guariti dal Covid-19 ed avere quindi sviluppato gli anticorpi.

Sono queste le tematiche forti che saranno al centro delle prossime decisioni sul destino dei viaggi in Europa per i prossimi mesi, e sono i punti chiave del nuovo pass Covid, il certificato, che dovrebbe essere disponibile da giugno in formato digitale o cartaceo.

Questo pass sarà interoperabile e legalmente vincolante per gli Stati membri e ammetterà tutti i vaccini disponibili sul mercato“, ha spiegato il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders.

Come spiega il commissario dato che la situazione epidemiologica sta peggiorando a vista d’occhio, L’Ue sta cercando di collaborare con le esportazioni, ma ci deve essere reciprocità e proporzionalità.

Ci deve essere proporzionalità e reciprocità tra i paesi

Se la situazione non cambia, dovremo riflettere di far dipendere l’export sul livello di apertura dei Paesi riceventi. E rifletteremo se con i Paesi che hanno tassi più alti di vaccinazioni c’è proporzionalità“, ha detto von der Leyen.

Stando ai dati, l’Ue è la regione che ha esportato di più: 41 milioni di dosi a 33 Paesi, ma si spera di vedere reciprocità.

Dall’Ue sono stati esportati dieci milioni di dosi alla Gran Bretagna, che è il primo Paese per l’export dall’Ue. Il Regno Unito produce il vaccino AstraZeneca, ma si è ancora in attesa che arrivino dosi, in modo che ci sia reciprocità. 

Con gli Stati Uniti invece c’è reciprocità: non ci sono export da Ue a Usa e viceversa di vaccini, ma c’è un flusso intenso dei precursori, degli ingredienti, e di tutte le materie che servono per fare i vaccini.

AstraZeneca ha annunciato che purtroppo nel secondo trimestre consegnerà all’Unione europea 70 milioni di dosi rispetto ai 180 milioni che aveva contrattualmente promesso di fornire“, ha detto la presidente della Commissione Ue. 

Obiettivo del 70 per cento di vaccinati per la fine dell’estate

Nonostante il mancato rispetto degli impegni di consegna delle dosi di vaccino da parte di AstraZeneca, con l’arrivo delle prime dosi del vaccino Johnson&Johnson da aprile, secondo von der Leyen, si potrebbe raggiungere l’obiettivo di avere il 70% degli adulti vaccinati entro fine estate.

L’azienda anglo-svedese, BionTech-Pfizer e Moderna hanno invece rispettato gli impegni presi. Von der Leyen ha spiegato che nel secondo trimestre arriveranno da Pfizer-BioNTech 200 milioni di dosi, 55 da Johnson&Johnson e 35 da Moderna. Le prime vaccinazioni J&J sono attese per aprile.

Bisogna avere fiducia nel vaccino AstraZeneca

Ho fiducia nel prodotto AstraZeneca ed ho fiducia negli scienziati dell’Ema. Dobbiamo dare loro il tempo di cui hanno bisogno per valutare la frequenza degli eventi tromboembolici. Bisogna rispettare procedure e rispettare il fatto che scienziati abbiano bisogno di qualche giorno per condurre le loro analisi. Sono contenta che non si siano prese scorciatoie nell’approvazione dei vaccini, ma si sia affrontata la strada più lunga“, ha detto von der Leyen.

Stando alla spiegazione del commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, il nuovo pass Covid Ue “non è un passaporto vaccinale, ma un certificato verde per evitare divisioni e blocchi tra i Paesi Ue“.

E’ dunque un modo per facilitare gli spostamenti dei cittadini europei e far ripartire il turismo in vista dell’estate. “Il pass è interoperabile e vincolante per i Paesi Ue“, sottolinea la Reynders, e offre tre alternative per tornare a viaggiare: dimostrare l’avvenuta vaccinazione, la negatività a un test o la guarigione al Covid.

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