Un’armatura dell’età del bronzo, la panoplia di Dendra, una delle più antiche del suo genere, ha finalmente dato prova della sua validità circa 3.500 anni dopo la sua forgiatura.
La panoplia di Dendra
L’armatura fu scoperta nel 1960 dopo un tentativo di saccheggio sventato in una tomba riccamente arredata di un guerriero caduto, scavata in un sito archeologico vicino al villaggio di Dendra, nel sud della Grecia.
Ritenuta una delle più antiche armature complete dell’età del bronzo europea, la panoplia di Dendra, come venne chiamata, ha lasciato perplessi gli archeologi nei 60 anni e passa da quando è stata ritrovata.
Testata l’armatura sulla base di informazioni storiche
I rievocatori storici impazziranno per gli sforzi dei ricercatori. Hanno estratto informazioni sulla guerra e sulle tattiche di battaglia nell’antica Grecia da una traduzione dell’Iliade, un lungo poema attribuito ad Omero sugli ultimi mesi della guerra di Troia, avvenuta intorno al 1300-1200 a.C.
“Poiché non sopravvivono resoconti storici o descrizioni della tarda età del bronzo greca riguardo alla portata e all’uso delle armature del tipo Dendra, ci siamo rivolti a un resoconto chiave – e unico – dettagliato di guerre, battaglie e combattimenti singoli: il racconto epico di Omero che riguarda 10 giorni della guerra di Troia, l’Iliade,” spiegano i ricercatori nel loro articolo.
Hanno combinato queste informazioni con i dati disponibili relativi alla sedimentologia e geomorfologia di un’area bassa di 4 chilometri quadrati di pianure paludose vicino al fiume Scamandro, che circondava la città di Troia, dove Omero colloca le battaglie finali della guerra di Troia.
Si stimava che i guerrieri nelle ultime fasi della guerra di Troia debbano avere combattuto a giugno con temperature di 24–29 °C sudando con un’umidità relativa del 70–85%. Le operazioni militari giornaliere duravano probabilmente 11 ore dopo una tipica colazione a base di pane secco, formaggio di capra, olive e vino rosso.
Dai resoconti delle battaglie di Troia, il team ha anche stabilito che le parti in guerra attaccavano, si ritiravano, si riprendevano, guadagnavano terreno e si ritiravano costantemente: un’attività di combattimento che assomiglia a quello che oggi potremmo chiamare esercizio a intervalli ad alta intensità.
I risultati dello studio
Sebbene i ricercatori riconoscano che l’Iliade potrebbe non fornire una rappresentazione accurata delle tattiche di combattimento dei guerrieri greci micenei, è “senza dubbio” il miglior resoconto con cui poter lavorare.
“I nostri risultati supportano l’idea che i Micenei abbiano avuto un impatto potente nel Mediterraneo orientale, almeno in parte, come risultato della loro tecnologia armatura“, concludono Flouris e colleghi.
Lo studio è stato pubblicato su PLOS ONE.