Otto von Bismarck: il cancelliere di ferro

La storia di Otto Von Bismarck, il cancelliere di ferro: uno degli uomini più influenti della politica tedesca

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Otto von Bismarck, il cancelliere di ferro, uno degli uomini politici più influenti della storia tedesca. La sua carriera politica iniziò nel 1848, anno della grande rivoluzione, che sconvolse l’intero Vecchio Continente e che non risparmiò nemmeno la Germania. Il 18 marzo 1848 si verificò un’insurrezione a Berlino, repressa nel sangue: furono 800 i morti. Gli obiettivi della tentata rivolta erano nobili in verità: si chiedeva democrazia, libertà di stampa e la nazione tedesca unificata. In quel periodo il trono di Federico Guglielmo IV di Prussia era in bilico, ma in suo aiuto arrivò proprio Bismarck, all’epoca ancora molto giovane, che rivestiva la carica di deputato. Secondo il suo pensiero la sovranità era un diritto proveniente da Dio e non dal popolo. Il ruolo dell’imperatore era tale quindi per volontà divina.

Otto von Bismarck: l’unificazione della Germania 

Ottone von Bismarck temeva rivendicazioni di stampo democratico. Per lui l’unificazione della Germania era sì attuabile, ma poteva concretizzarsi solo in tre condizioni: l’unificazione doveva avvenire per mano di un uomo forte, che con il suo potere e carisma costringesse gli stati tedeschi a divenire un unico grande paese; l’Austria doveva essere messa da parte; l’annientamento di qualsiasi vento democratico. A guidare lo stato unificato avrebbe dovuto essere la Germania. 

Il trionfo di Bismarck

Alla vinse Otto von Bismarck riuscì nel suo intento. Nel 1871, il re prussiano Guglielmo I sconfisse la Francia e venne incoronato imperatore del “Reich” ora formatosi. Bismarck ottenne un beneficio non indifferente da questo trionfo, poiché da cancelliere prussiano passò a occupare il ruolo di cancelliere di una Germania finalmente unificata. Uomo duro e spietato, questo suo carattere Bismarck lo manifestò apertamente nel corso della sua operazione di rendere la Prussia signora della Germania. Per lui il fine giustificava i mezzi. 

L’operato del cancelliere 

Nonostante tutto, dopo la creazione dell’impero tedesco, Bismarck non parve così rude e crudele, almeno per quanto riguarda il suo operato in politica estera. Nei confronti delle altre potenze europee, Ottone von Bismarck si rivelò essere un diplomatico saggio, abile e molto attento, perlopiù moderato potremmo dire, nonostante il suo temperamento duro e aggressivo. In politica interna, Bismarck assunse invece un atteggiamento cinico e spietato. Non aveva riguardi neanche nei confronti del parlamento dell’impero tedesco.

Era avverso soprattutto a due partiti: quello del Zentrum, di origina cattolica, sospettato di agire negli interessi non della Germania, bensì del Vaticano, e i socialdemocratici, partito di natura rivoluzionaria che voleva sovvertire lo stato tedesco in favore di una realtà governatica che desse rilevanza al proletariato. Contro i due partiti, Bismarck riuscì a far approvare leggi molto severe che potesse limitare entrambe le realtà politiche.



La presenza ostile di Bismarck e il suo operato non riuscirono tuttavia a fermare l’evoluzione di entrambi i partiti. Il cancelliere di ferro terminò la sua vita il 30 luglio 1898. Aveva 83 anni. Tra le sue memorabili riforme ricordiamo la creazione del primo modello di welfare state (da cui presero ispirazione altri stati) e l’instaurazione della kulturkampf (lotta culturale) come “dichiarazione di guerra” al partito Zentrum. 

FONTI: 

https://www.viaggio-in-germania.de/bismarck.html

https://www.studenti.it/unificazione-tedesca-1871-prussia-federico-grande-bismarck.html

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