Il New York Times ha riportato oggi le nuove prove in un articolo sulla ricerca di James Evans, professore di fisica all’Università di Puget Sound, e Christián Carman, professore di storia della scienza all‘Università di Quilmes, in Argentina.
Individuata la data esatta del meccanismo di Antikythera
I due ricercatori hanno pubblicato un articolo per approfondire la nostra comprensione del meccanismo di Antikythera, un antico meccanismo greco che ha modellato l’universo conosciuto di 2000 anni fa. Il meccanismo simile a un orologio pesantemente incrostato – soprannominato il “primo computer del mondo” – è stato recuperato da un antico naufragio sul fondo del mare al largo della Grecia nel 1901. Il nuovo lavoro è pubblicato nell’Archivio per la storia della scienza esatta.
Dopo diversi anni di studio del meccanismo e delle registrazioni babilonesi delle eclissi, i collaboratori hanno individuato la data in cui era programmato l’inizio del meccanismo: 205 a.C.
Il nuovo lavoro colma una lacuna nella storia scientifica antica indicando che i greci erano in grado di prevedere le eclissi e di progettare una macchina altamente complessa, chiamata il primo computer al mondo, in una fase precedente a quella prevista. Supporta anche l’idea che lo schema di previsione dell’eclissi non fosse basato sulla trigonometria greca (che non esisteva nel 205 a.C.), ma su metodi aritmetici babilonesi, presi in prestito dai greci.
Molto più congetturalmente, questa tempistica rende anche più plausibile una vecchia storia raccontata da Cicerone, che un meccanismo simile sia stato creato da Archimede e riportato a Roma dal generale romano Marcello, dopo il sacco di Siracusa e la morte di Archimede nel 212 a.C. il meccanismo di Antikythera ha effettivamente utilizzato un predittore di eclissi che ha funzionato meglio per un ciclo che inizia nel 205 a.C., la probabile origine di questa macchina è allettantemente vicina alla vita di Archimede.
Evans e Carman arrivarono alla data del 205 a.C. utilizzando un metodo di eliminazione da loro ideato. A partire dalle centinaia di modi in cui i modelli di eclissi di Antikythera potevano adattarsi ai record babilonesi (come ricostruito da John Steele, Brown University), il team ha usato il loro sistema per eliminare le date in successione, fino a quando non hanno avuto un’unica possibilità.
I calcoli tengono conto delle anomalie lunari e solari (che si traducono in una velocità maggiore o minore), eclissi solari mancanti, cicli di eclissi lunari e solari e altri fenomeni astronomici. Il lavoro è stato particolarmente difficile poiché è conservato solo circa un terzo del predittore dell’eclissi di Antikythera.
Evans e Carman hanno presentato per la prima volta la loro ricerca in corso a una conferenza nei Paesi Bassi nel giugno 2013, stimolando il dibattito tra i loro coetanei.