“Nuotare” nei resti di una Supernova

La Terra sta attraversando da almeno 33.000 anni una zona dello spazio interstellare permeato dai residui di una o più esplosioni di supernova

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La Terra (e l’intero Sistema Solare) stanno “nuotando da almeno 33.000 anni in una zona dello spazio interstellare permeata da residui di una o più esplosioni di Supernove. Quest’ultime sono esplosioni stellari altamente energetiche e molto luminose che causano una emissione di radiazione che può per brevi periodi superare quella di una intera galassia.
Secondo uno studio di un team di ricercatori dell’Università di Canberra pubblicato su “Proceedings of National Academy of Sciences” la prova di questa singolare attraversata cosmica è stata reperita nei sedimenti marini di alcuni fondali oceanici, in particolarità nella quantità di ferro-60 presente in eccesso.
Questo elemento è un isotopo radioattivo del ferro con un tempo di dimezzamento di 2,6 milioni di anni. Questo dato ci dice che in circa 15 milioni di anni decade quasi completamente e quindi non può essere un residuo della formazione terrestre, che come sappiamo è avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa, né essere un prodotto interno al Sistema Solare (almeno non in quantità significative).
Sappiamo invece dal ciclo di vita stellare che il ferro si sintetizza nel nucleo di stelle massicce e viene “disseminato” nello spazio in conseguenza delle esplosioni di supernove. Lo studio, analizzando i campioni raccolti nelle profondità oceaniche, teorizza che il sistema solare è immerso da molte migliaia di anni in un flusso debole ma costante di ferro-60.
Dalla relativa omogeneità di questo flusso i ricercatori ritengono che lo spazio interstellare che la Terra ed il Sistema Solare stanno attraversando sia stato interessato dai resti di più di una supernova esplose in tempi diversi.
Fonte: Le Scienze, ottobre 2020, edizione cartacea.

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