Un nuovo studio ha portato alla luce prove affascinanti su come i Neanderthal gestissero una sorta di “fabbrica di grasso” circa 125.000 anni fa nell’odierna Germania.
Questa scoperta suggerisce che questi antichi parenti umani avevano una profonda conoscenza dei processi di estrazione del grasso animale, una pratica che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nella loro sopravvivenza.

La “fabbrica di grasso” dei Neanderthal: una scoperta importante in Germania
La ricerca ha rivelato che i Neanderthal erano a conoscenza di un metodo per estrarre il grasso dalle ossa degli animali, un’abilità che avrebbe potuto salvarli da una condizione potenzialmente letale. Questa condizione, nota come avvelenamento da proteine o denutrizione dei conigli, si verifica quando gli esseri umani consumano un eccesso di proteine senza un adeguato apporto di grassi o carboidrati.
Dato che basavano la loro dieta principalmente sulla carne, erano probabilmente ad alto rischio di sviluppare questo disturbo. La capacità di estrarre e consumare il grasso extra avrebbe fornito un equilibrio nutrizionale essenziale. La scoperta di questa “fabbrica di grasso” retrodata significativamente le prove di intensificazione delle risorse tra gli ominini, ovvero gli esseri umani e i nostri parenti stretti.
L’intensificazione delle risorse si riferisce alla capacità di ottenere maggiore utilità dai materiali disponibili. Prima di questa analisi, le prime evidenze di tale pratica risalivano a circa 28.000 anni fa, un periodo ben successivo all’estinzione dei Neanderthal. Questa nuova ricerca dimostra che erano sorprendentemente innovativi e capaci di sfruttare al massimo le risorse a loro disposizione ben prima di quanto si pensasse.
Gli scienziati hanno portato alla luce questa “fabbrica” paleolitica scoprendo i resti frammentati di ben 172 animali di grandi dimensioni, inclusi cavalli, cervi e bovini. Insieme a questi resti, sono stati trovati anche incudini e mazze da martello, strumenti fabbricati. L’analisi delle ossa ha rivelato che le frantumavano per accedere al midollo, un tessuto morbido e commestibile presente all’interno di alcune ossa.
Successivamente, bollivano le ossa frantumate per estrarre il grasso residuo. Sembra che consumassero sia il midollo che il grasso, massimizzando così il valore nutritivo di ogni carcassa animale. Osbjorn Pearson, un archeologo dell’Università del New Mexico non coinvolto nello studio, ha commentato: “Si tratta di un comportamento sorprendentemente creativo e innovativo da parte dei Neanderthal“.
Un ritratto di raffinatezza e ingegnosità antica
I Neanderthal, i parenti estinti più prossimi degli esseri umani moderni, fecero la loro comparsa circa 400.000 anni fa e si estinsero circa 34.000 anni fa. I primi resti di questi esseri umani arcaici furono scoperti nel XIX secolo, e da allora, gran parte delle evidenze archeologiche raccolte suggerisce che fossero creature notevolmente raffinate.
Questi ominini non solo costruivano utensili complessi, ma erano anche in grado di creare colle e, forse, persino opere d’arte. Nonostante fosse ben noto che la loro dieta fosse prevalentemente carnivora, le modalità esatte con cui preparavano le carcasse degli animali rimanevano in gran parte sconosciute. Lutz Kindler, primo autore dello studio e archeologo presso il Centro di ricerca archeologica Monrepos e Museo per l’evoluzione comportamentale umana in Germania, ha spiegato.
“Sappiamo molto sulle tattiche di caccia, sulle abitudini e sul consumo di carne e midollo osseo dei Neanderthal ma in misura molto minore su tutti i processi successivi alla caccia e alla macellazione“. Questa recente scoperta della “fabbrica di grasso” aggiunge un tassello fondamentale alla nostra comprensione delle loro avanzate tecniche di gestione delle risorse.
Una strategia di sopravvivenza inaspettata
Gli archeologi hanno recentemente scoperto a Neumark-Nord, un sito archeologico nella Germania centrale, circa 2.000 frammenti ossei. Questi frammenti, appartenenti a grandi mammiferi, erano stati intenzionalmente frantumati per facilitare l’estrazione del grasso, rivelando una sofisticata pratica alimentare dei Neanderthal.
Come ha spiegato il coautore dello studio Wil Roebroeks, professore emerito di archeologia paleolitica all’Università di Leida nei Paesi Bassi, “la frammentazione delle ossa di grandi mammiferi in una quantità così grande di piccoli frammenti è un processo laborioso e dispendioso in termini di tempo“, indicando chiaramente uno scopo ben preciso. Oltre ai segni di bollitura, la maggior parte delle ossa presenta rotture in prossimità delle aree più ricche di grasso, a supporto dell’ipotesi che il grasso fosse destinato al consumo.
Pearson ha suggerito che i Neanderthal potrebbero aver consumato grassi per necessità, in quanto affrontavano occasionalmente periodi di carestia e necessitavano disperatamente di fonti caloriche: “E si scopre che i grassi sono semplicemente pieni di calorie“, ha aggiunto, dato che forniscono più del doppio delle calorie per grammo rispetto a carboidrati e proteine.
Le ossa rinvenute suggeriscono anche che questi antichi umani potrebbero aver praticato una qualche forma di conservazione del cibo. Roebroeks ha notato che potrebbero essere stati “più simili ai raccoglitori storicamente documentati” di quanto ricerche precedenti avessero indicato. Kindler ha sottolineato le notevoli somiglianze tra le loro pratiche e il comportamento umano moderno, affermando che “la scienza archeologica che studia gli ominini si occupa di trovare somiglianze tra noi oggi e loro in passato“.
Comprendere la dieta dei Neanderthal e le loro strategie di approvvigionamento alimentare è cruciale per migliorare la nostra conoscenza degli adattamenti umani. Le calorie aggiuntive derivanti dal grasso estratto dalle ossa sono state fondamentali per l’evoluzione umana, poiché diete più nutrienti possono prolungare la durata della vita e favorire una maggiore riproduzione.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.
